Sarà pur vero che regolamentare è una brutta parola e anche vaga ma che appena appena la si nomini insieme a blog e rete subito si debba gridare all'assalto all'arma bianca alla libertà di espressione mi sembra esagerato.
Lo spunto viene dalle parole del Ministro della Giustizia Severino pronunciate al Festival del giornalismo.
Anche reprimerne l'abuso è una frase ambigua e minacciosa, me ne rendo conto, ma di fronte alla fiorente letteratura a base di insulti e falsi dati, o dati non aggiornati, può anche capitare di avere un senso di fastidio e invocare qualche controllo, o autocontrollo. Insomma, davanti alle catene di S. Antonio e, ancora di più, di fronte a ogni genere di insulti (magari anche meritati, perchè no, ma dirli pubblicamente è un'altra cosa) che si dovrebbe fare? Che ogni diffamato o presunto tale si rivolga alla magistratura, in ogni occasione (perchè magari le occasioni sono anche plurime)? Forse c'è il fondato rischio di contribuire ad affossare per sempre la giustizia. Prevedere l'obbligo di rettifica, come già provato? Secondo quanto riporta il Fatto il Ministro Severino non sarebbe intenzionata, per fortuna.
Che fare, allora? Niente, lasciare tutto com'è?
Mi chiedo cosa accadrebbe se cominciassi a scrivere pezzi critici e offensivi nei riguardi di qualche giornalista o blogger. Mi denuncerebbero oppure sopporterebbero in ossequio alla libertà della rete? So che è molto difficile immaginare come ci si potrebbe sentire in quella evenienza e so anche che se uno percepisce che l'insulto è funzionale a dimostrare qualcosa, non s'offende.
Per parte mia, più che l'insulto e la diffamazione temo la diffusione di notizie e dati falsi, così facili a circolare tra i blogger e social networker, molti dei quali pochissimo abituati ad accompagnare con uno straccio di fonte o prova le notizie che diffondono.
Il tema delle querele non mi appassiona oltre misura, ma probabilmente non mi divertirei se circolassero notizie false al mio riguardo. Come detto, la tutela c'è: in caso di diffamazione una denuncia ma, in caso di notizie false, se il diffusore non accetta di modificare quanto affermato neanche dopo esibizione di prove, che si può fare?
Per esempio, la denuncia di Vauro Senesi nei confronti di Peppino Caldarola reo, secondo lui, di averlo definito implicitamente antisemita, cosa dimostra? [si veda Ossigeno informazione]. Vauro, nel suo sito, difende la sua scelta di denunciare [vedi A proposito della vicenda Caldarola]. E' chiaramente una rondine che non fa primavera, ma si concilia con la difesa della rete questa facilità alla querela? E se toccasse a voi o a me quello che è capitato a Vauro, denunceremmo o no, e saremmo ancora strenui difensori della libertà della rete denunciando?
Forse dimostra che ognuno ha un punto sensibile e a volte non gradisce inesattezze o fraintendimenti. Non è giusto generalizzare ma il problema dell'eccessiva disinvoltura in rete esiste. E così, di blog in blog, di social in social, come vere e proprie catene di S. Antonio, si diffondono insulti e fandonie.
Per non parlare poi di altre pratiche, dalla diffusione della discriminazione razziale all'incitamento all'odio. La possibilità estesa a chiunque di avere una vetrina più o meno ampia in rete permette di dare libero sfogo a tutte le inclinazioni, anche le peggiori. Sì, lo so, esiste, come già detto, la denuncia e, in casi particolari, il giudice può pure ordinare l'oscuramento di un sito, ma vi si può ricorrere sempre, anche per cose non proprio gravi?
Dico solo tre cose: la rete non è certamente costellata di episodi da denuncia; piuttosto di piccoli episodi insultanti, che però possono scatenare una reazione (vicenda Vauro docet); tutto quello che ha proposto fino ad ora il Governo (quello di prima e quello di adesso) è sbagliato, però il problema esiste. E infine, smettiamola di gridare al lupo al lupo ogni volta che appaiono nella stessa frase blog e regolamentazione: attenzione alta, ma senza esagerare ogni pericolo.
Mi chiedo cosa accadrebbe se cominciassi a scrivere pezzi critici e offensivi nei riguardi di qualche giornalista o blogger. Mi denuncerebbero oppure sopporterebbero in ossequio alla libertà della rete? So che è molto difficile immaginare come ci si potrebbe sentire in quella evenienza e so anche che se uno percepisce che l'insulto è funzionale a dimostrare qualcosa, non s'offende.
Per parte mia, più che l'insulto e la diffamazione temo la diffusione di notizie e dati falsi, così facili a circolare tra i blogger e social networker, molti dei quali pochissimo abituati ad accompagnare con uno straccio di fonte o prova le notizie che diffondono.
Il tema delle querele non mi appassiona oltre misura, ma probabilmente non mi divertirei se circolassero notizie false al mio riguardo. Come detto, la tutela c'è: in caso di diffamazione una denuncia ma, in caso di notizie false, se il diffusore non accetta di modificare quanto affermato neanche dopo esibizione di prove, che si può fare?
Per esempio, la denuncia di Vauro Senesi nei confronti di Peppino Caldarola reo, secondo lui, di averlo definito implicitamente antisemita, cosa dimostra? [si veda Ossigeno informazione]. Vauro, nel suo sito, difende la sua scelta di denunciare [vedi A proposito della vicenda Caldarola]. E' chiaramente una rondine che non fa primavera, ma si concilia con la difesa della rete questa facilità alla querela? E se toccasse a voi o a me quello che è capitato a Vauro, denunceremmo o no, e saremmo ancora strenui difensori della libertà della rete denunciando?
Forse dimostra che ognuno ha un punto sensibile e a volte non gradisce inesattezze o fraintendimenti. Non è giusto generalizzare ma il problema dell'eccessiva disinvoltura in rete esiste. E così, di blog in blog, di social in social, come vere e proprie catene di S. Antonio, si diffondono insulti e fandonie.
Per non parlare poi di altre pratiche, dalla diffusione della discriminazione razziale all'incitamento all'odio. La possibilità estesa a chiunque di avere una vetrina più o meno ampia in rete permette di dare libero sfogo a tutte le inclinazioni, anche le peggiori. Sì, lo so, esiste, come già detto, la denuncia e, in casi particolari, il giudice può pure ordinare l'oscuramento di un sito, ma vi si può ricorrere sempre, anche per cose non proprio gravi?
Dico solo tre cose: la rete non è certamente costellata di episodi da denuncia; piuttosto di piccoli episodi insultanti, che però possono scatenare una reazione (vicenda Vauro docet); tutto quello che ha proposto fino ad ora il Governo (quello di prima e quello di adesso) è sbagliato, però il problema esiste. E infine, smettiamola di gridare al lupo al lupo ogni volta che appaiono nella stessa frase blog e regolamentazione: attenzione alta, ma senza esagerare ogni pericolo.
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odg.it
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