mercoledì 23 gennaio 2013

Caccia F-35: cosa si potrebbe fare con quei soldi e i problemi riscontrati

La polemica sull'acquisto dei Caccia F-35 conosce improvvise accelerazioni, anche se  la storia di questi aerei militari è piuttosto lunga. Inizia nel 1996, secondo questa ricostruzione di Disarmo.org:
In Italia si è iniziato a parlare del progetto nel 1996 con il Ministro della Difesa Beniamino Andreatta (primo Governo Prodi), il 23.12.1998 (Governo D’Alema) è stato firmato il Memorandum of Agreement per la fase concettuale-dimostrativa con un investimento di 10 milioni di dollari, il 24.06.2002 (secondo Governo Berlusconi), dopo l’approvazione delle Commissioni Difesa di Camera e Senato è stata confermata la partecipazione alla fase di sviluppo con un impegno di spesa di 1.028 milioni di dollari. Sull’andamento del progetto è stato informato il Parlamento il 28.07.2004 ed il 16.01.2007 (secondo Governo Prodi), è stato poi autorizzato uno stanziamento di 904 milioni di dollari. L’8 aprile 2009, con una velocità inusuale e sconvolgente il Senato prima e la Camera dei Deputati poi, hanno dato il via libera al Governo per l’acquisto di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter al costo di 12,9 miliardi di euro, spalmati fino al 2026 e la realizzazione a Cameri (Novara) di un centro europeo di manutenzione al costo di 605,5 milioni di euro, da consegnare entro il 2012.


Le due Commissioni però, nel dare parere favorevole, hanno posto diverse condizioni per la prosecuzione del programma, tra queste: la conclusione di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per il nostro Paese proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali; la possibilità di fruire dei risultati delle attività di ricerca relative al programma. Anche per la difficoltà di rispondere a queste condizioni, come vedremo più avanti, ad oggi ancora non è stato firmato il contratto. Un’inchiesta del mensile “Altreconomia” ha evidenziato come allo stato attuale del Programma per l’Italia non sono previste penali qual’ora ne uscisse. E’ possibile ritirarsi dall’accordo con un preavviso scritto di 90 giorni da notificarsi agli altri compartecipanti. L’unica condizione è quella di portare a termine il contributo per le fasi sottoscritte. Quindi allo stato attuale l’Italia avrebbe solo perso circa 2,5 miliardi.

Lo so che è un discorso con un certo margine di demagogia, ma è anche vero che l'Italia è in una situazione molto drammatica dal punto di vista economico. L'impegno finanziario per l'acquisto di questi Caccia, pur se distribuito nel tempo, è ragguardevole. 13-15 miliardi nei prossimi 13 anni significano circa 1 miliardo l'anno, anche se è molto probabile un aumento dei costi, e così anche Bersani si è lasciato andare a parole di saggezza: 

"Nell'ambito delle spese militari bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F-35"[Repubblica]
Seppure il Governo Monti abbia tagliato l'iniziale fornitura da 131 a 90, resta sempre un impegno gravoso non pienamente giustificabile.
Ecco cosa si potrebbe finanziare con il costo di un Caccia F-35. Gli autori sono quelli della Fondazione Umberto Veronesi.




L'uscita dal programma potrebbe avere senso non solo dal punto di vista finanziario, come detto, ma anche in considerazione delle voci che circolano ultimamente sul cacciabombardiere. Per esempio, sul Telegraph si scrive che al più costoso jet da combattimento di tutti i tempi è stato proibito di volare durante i temporali. Ad affermarlo sarebbe un rapporto del Operational Test and Evaluation Office del Pentagono, il quale stabilisce
 that all test flying within 25 miles of thunderstorms is “not permitted” until a device in the fuel tank which maintains correct oxygen levels is redesigned
Non solo problemi ai serbatoi, che potrebbero portare a un'esplosione del velivolo, ma anche tutta un'altra serie di criticità che fanno dire ai relatori del rapporto, secondo quanto riporta Reuters, che l'F-35 "manca di maturità".
Molti fattori congiurano con la prosecuzione dell'acquisto di questi cacciabombardieri. Compito del prossimo Governo definire le priorità, come si dice, e mostrare coraggio nelle scelte.

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