Siccome si è lasciata convincere dalla giovane promessa Marco Cameriero a mettersi in questa disfida, e siccome in ogni sfida si impegna al massimo, mi lascio convincere anch'io a sponsorizzarla. Parlo di Annarita Ruberto, del blog Scientificando, altrimenti detta la regina dei Carnevali, insegnante di scienze, divulgatrice di razza e innovatrice pedagogica, come dimostrano i numerosi riconoscimenti ricevuti.
La sfida altro non sarebbe che la verifica dell'influenza o autorevolezza in rete. Più la prima che la seconda a dire la verità. Si tratta infatti di stilare una classifica delle persone più influenti sul web, definizione piuttosto ampia in realtà, ma quando si tratta di compilare classifiche poco importa addentrarsi in dettagli e disquisizioni.
Dunque votiamo per Annarita! Alla votazione si accede con il banner qui a fianco, sulla destra in alto, o con quello che pubblico qui sotto. Si può votare anche più volte, ogni volta che si riaccende il computer. In questo suo articolo Webit 2011 most influential people online, spiega bene il perchè e il percome, e c'è pure un inserto di Marco che ci ragguaglia su come si vota e ci si iscrive.
Ulteriori informazioni
...potremmo dire, anziché "VotaAntonio", "VotaAnnarita!"... :)))
RispondiEliminacondivido il tuo pensiero
Esatto Giuseppe, ci manca solo un bel megafono...
RispondiEliminaPerchè, convincere te no? Credi che ci riuscirei?
RispondiEliminaAnnarita ha fatto le sue valutazioni, io ho solo un po' spinto perchè credo che l'influenza, quella positiva, sia una buona cosa, almeno lo è per me e per tutti coloro che curiosamente cercano informazioni ed hanno la fortuna di incappare in persone che gliele porgono con passione e competenza. Non stiamo qui a spulciare il metodo e le modalità di questa iniziativa, tanto qualsiasi fosse stato il metodo di calcolo, qualcuno avrebbe sempre avuto qualcosa da ridire. Come ho avuto modo di dire ad Annarita, questa io la vedo più come un'opportunità, un'occasione di testare il polso degli "amici virtuali, senza forzare e senza fare processi a nessuno.Io blogger, webmaster, influenzatore (chiamiamoli come vogliamo) ogni giorno condivido con te, "amico virtuale", informazioni, dati ed emozioni, tu sei disposto a darmi un segnale di apprezzamento? Tutto qua, semplice e limpido come l'acqua.
Ma veniamo a te, ho visto che ti sei sottoscritto; non sei curioso di avere un feedbeak da parte del tuo giro virtuale? Intanto ti comunico che io ho usato il tuo URL http://bit.ly/98yqB4 per votarti. Perchè? Perchè anche da te ho spesso preso "raffreddori ed influenze" e sono sicuro che la stessa cosa sia successa e succede a tanti altri.
Sono convinto che se ti metti in pista personalmente e fai girare il tuo URL, in molti ti voteranno (ci sto provando anche con te vedi; lo faccio con chi merita). Non si tratta di chi vince o perdere, qui si tratta di provare ad avere un riscontro. Dai che uno come te secondo me sale molto in alto, basta trovare le motivazioni giuste e non star lì a preoccuparsi troppo del metodo di calcolo o del mezzo di diffusione, ci si butta e via, come va va.
Grazie per la "giovane promessa"
Un salutone
Marco
caro Marco,
RispondiEliminasei un ragazzo come ce ne sono pochi e ti auguro veramente quello che da giovane promessa meriti. Hai passione, competenza, talento, volontà. Sono tutti ottimi ingredienti. Inoltre sei molto giovane, il che non guasta. Sul fatto di riuscire a convincermi a impegnarmi per la mia candidatura però è tempo sprecato. E non perchè consideri la cosa priva di valore (farlo sarebbe screditare anche voi...).
Semplicemente vi sono anche altri strumenti per verificarlo, e perchè il tipo di influenza che più gradisco è il riconoscimento di un'autorevolezza (tremo nello scriverlo) dovuta all'interesse per le cose che scrivo. +1, commenti, condivisioni sono tutti metodi di attribuzione indiretti che contribuiscono alla formazione dell'idea di come ti giudicano, e il risultato, per ora (almeno per me) è deludente. Con la straordinaria eccezione di alcuni (pochi) amici, nei quali magari a un certo punto subentra anche un eccesso di generosità, i riscontri sono fiacchi e non mi va di vederli confermati dai numeri. Mi sono iscritto sono per cercare di contribuire nel mio piccolo alla soddisfazione di Anna. Punto. Invece tu...bisogna che vada a votarti...
Considerazioni amare le tue che però ho constatato anche io navigando nella blogsfera. Il problema dei feedback è reale. Pochi sono i post commentati o condivisi con i vari pulsanti social nonostante magari ci si trovi difronte ad articoli di qualità che possono (potrebbero) anche scatenare buone discussioni. Solo per citare tuoi esempi recenti http://questionedelladecisione.blogspot.com/search/label/amico%20filosofo.... che gli si vuol dire? Tanto, si potrebbe dire davvero tanto, eppure non si fa. Il problema è che noi naviganti diamo troppo per scontati i contenui dei blog quasi come se ci fossero dovuti e ramente stiamo lì a pensare che per scrivere certi articoli ci possono volere delle ore. Non dico che dovremmo sempre ringraziare (odio i commenti del tipo: bello grazie!) ma almeno qualche volta provare a partecipare, un accenno di gratificazione. Io sono più per i commenti che per le condivisioni via social, mi piace pensare che i contenuti (commenti compresi) rimangano di proprietà e gestione di chi li ha prodotti o scatenati e poi sono sempre lì, rintracciabili in qualsiasi momento. Sui social si morde e fugge, i contenuti spariscono nel flusso delle varie bacheche. Purtroppo questo "atteggiamento da social comincia a pesare anche su quei blog che una volta avevano una buona interazione tramite i commenti. Capisco che scrivere un commento porta via tempo, ma non bisogna farlo per forza su tutti i post...
RispondiEliminaScusa, come mio solito mi sono un po' allargato.
Tornando ai feedback, per un blogger scrivere decine e decine di articoli e non ricevere segnali di vita deve essere frustrante e comprendo bene perchè molti alla fine si arrendono e lasciano perdere. Allora che fare per il povero blogger? Io sono dell'idea che bisognerebbe mirare a contenuti di nicchia, vere e proprie specializzazioni o creare collaborazioni continue e durature tra blogger che trattano argomenti contestualizzabili.
Facile a dirsi... poco a farsi; ecco perchè non ho un mio blog.
Se posso una critica la farei ai blogger che si lamentano (non è il tuo caso, tu hai solo risposto ad mia provocazione) ma non fanno nulla per provare a cambiare le cose. Il blog non va gestito con gli stampini, se la risposta dei lettori non è quella sperata si deve provare a cambiare, ad innovare e tra le innovazioni, quella più importante credo sia proprio quella di interagire con gli utenti seguendo strade diverse, testando e verificando; quando i risultati migliorano si consolida, appena ricalano si ritesta e verifica e poi si riconsolida.
Quello che voglio dire è che il Web e le abitudini dei naviganti mutano velocemente, non si può pensare di gestire un blog allo stesso modo di un anno fa; qualche volta neanche come 3 mesi fa. Nuove tecnologie, nuove abitudini, nuova organizzazione e gestione. Il blog deve essere vivo e reattivo alle esigenze dei naviganti.
Come vedi non ho parlato mai di contenuti, se uno è bravo, competente ed appassionato su un determinato argomento deve continuare a scrivere di quello. Quello che deve innovare, oltre alle tecnologie, è il modo di comunicare e di interagire.
Faccio un esempio:
parlo di Fisica e lo faccio molto bene, scrivo bellissimi articoli usando un linguaggio tecnico ed appropriato... ma nessuno mi legge!!! OK, provo a scrivere degli stessi argomenti ma questa volta provo ad essere meno tecnico e più comunicativo, metto più me stesso nell'articolo e meno Fisica. Verifico... ok la risposta degli utenti sembra buona continuo così; non è buona? Provo altre strade.
Le tecnologie! Parliamo di quelle a disposizione per l'interazione. Questo è il periodo del Pulsante +1 e di Google+, ieri era Twitter e Facebook (ancora oggi, ma meno), domani sarà qualche altra cosa. Il nuovo va provato testato e giudicato. Bene, dei feedback tramite un sistema di votazione io li vedo come qualcosa di nuovo che va provato, testato, poi... senza timori si tirano le somme.
Un salutone
Marco
Vedo che hai perfettamente compreso, Marco. La questione non è semplicemente una vicenda più o meno personale che riguarda articolisti o blogger incompresi ma è anche motivo per studiare le dinamiche delle relazioni sociali, della distribuzione di autorità e autorevolezza e, in definitiva, dell'influenza.
RispondiEliminaIo ci vedo due aspetti che riguardano il tema fondamentale da te proposto, che è in definitiva, elasticità. E' noto che nessuno di noi è immune da errore ma, al contempo, essere troppo elastico potrebbe farti diventare una specie di camaleonte. Il problema riguarda l'imperfetta capacità di auto-osservarsi. Noi abbiamo, cioè, una difficoltà a individuare certe criticità nei nostri scritti o nel modo di fare che possono essere invece evidenziate dai lettori. Evidenziate, in ogni modo, il più delle volte indirettamente. E' dunque presente, contemporaneamente, sia l'esigenza di rimanere se stessi che quella di cambiare, riferito a errori e impostazioni sbagliate.
Tutto sommato, se uno guarda il tuo caso, non può non rilevare che il sistema funziona, perchè premia il meritevole. Il meritevole non è uno che sgomita per emergere usando tutti gli stratagemmi bensì è quello che agisce come natura lo ispira e che ottiene il giusto riconoscimento..
Dunque, a cosa imputare il non verificarsi della sequenza descritta qui sopra? La prima risposta che viene in mente è la mancanza di merito. Poi penso alla diversità del contesto, nozione fondamentale. In ultima analisi, come a volte è accaduto, a eccessivo anticipo sui tempi.
Tornando ai mezzi: non ne scarto nessuno (tra quelli con qualche dignità, ovvio) nè li critico o snobbo. Però è giusto quanto osservi: il social ha sostituito il blog per quanto riguarda i commenti, completamente, tranne pochi casi. Non penso però che questo costituisca un ostacolo. Il problema è sempre alla fonte.
Infine, la specializzazione. Si e no. Per esempio, nel mio caso, non avendo eccessiva vocazione alla divulgazione (nè, soprattutto, i mezzi) una certa eterogeneità è necessaria e quasi indispensabile, nè stona nella visione generale. Il problema è proprio un altro: uno, che non voglio ammettere (ma più probabile), l'altro più appagante (ma più di fantasia).
Grande Marco...
Grande, Marco! Ed ha ragione...mettiti in gara, Pa, per i motivi addotti dal nostro giovane amico. Io ti sto già votando.
RispondiEliminaSei una persona che merita enormemente e non solo per la grande intelligenza e profondità di pensiero ma anche per la sua onestà intellettuale e generosità.
TVB, Pa, e sai che non lo dico per dire.
Grazie di essermi amico.
Come al solito riesci a far coincidere contenuto e pensiero, io spesso faccio scorrere le parole ma ne perdo molte per strada e quindi non sempre riesco ad essere chiarissimo. Ci provo:
RispondiElimina1) prima di tutto essere se stessi; nell'articolo si deve sentire la resenza di Paolo persona o del blogger di turno. Questo più che il tempo dei contenuti è quello del Brand personale, la prova sta nel diffusissimo uso dei social dove la persona risalta rispetto ai contenuti (in verità spesso i contenuti neanche ci sono)
2) elasticità ma nelle piccole cose, nei dettagli; mai snaturare se stessi. Ognuno di noi ha un suo modo innato di comunicare che si affina con l'esperienza e le conoscenze, ma tu mi insegni che la comunicazione è un qualcosa di estremamente vasto e pieno di sfumature. Giocare su quelle sfumature. Certo è quello che tu dici, ovvero che noi non riusciamo ad essere buoni giudici di noi stessi. Cosa fare allora senza i feedback che potrebbero aiutarci a farci capire i piccoli errori o le dovute piccole correzioni. Un buona cosa sarebbe avere uno o due amici/famigliari/colleghi a cui far leggere l'articolo prima di pubblicarlo lasciandogli piena libertà di critica e su quelle considerazioni ragionare e poi decidere di proprio conto.
3) non credo che il sistema premi sempre il meritevole, ma comunque il consiglio è fregarsene del sistema e crearsene uno su misura che per prima cosa rispetti il proprio modo di essere; pochi compromessi, molta costanza e tanta, tanta pazienza.
4) Non sono d'accordo sulla mancanza di merito, non nel tuo caso. Tu lo sai e io lo so, gli altri pian piano sapranno. Anche qui molta pazienza
5) Sulla specializzazione VS la eterogeneità il discorso sarebbe lungo e comunque specifico caso per caso.
6) il discorso dei commenti è invece molto importante soprattutto in chiave SEO.
I commenti che rimangono sul blog rientrano nel testo che i motori di ricerca indicizzano; quelli sui social rimangono li e si perdono nel marasma. Quante volte ti è capitato di ricevere visitatori dai motori di ricerca tramite chiavi pescate nel testo dei commenti? Sicuramente ti è capitato. Per i motori il testo è la cosa più importante, quindi per un blog riceverecommenti ne aumenta la possibilità di essere trovato dai motori. Senza considerare la tracciabilità. Esempio: io e te stiamo facendo una belle discussione (spero). Se l'avessimo fatta sui social, tempo qualche giorno si sarebbe persa ed affossata. Qui invece, se tra un mese o un anno io o qualcun altro abbiamo voglia di rileggere la nostra discussione, beh sarà facile ritrovarla. I commenti aumentano la quantità del testo indicizzabile e se buoni ed inerenti al contesto, ne aumentano anche la qualà.
Altro punto a favore dei commenti: ho letto spesso artcoli non commentati ed ho notato che se l'articolo riceve il primo commento e molto facile che niceva altri. Prova a verificare, difficilmente c'è un articolo con un solo commento,; o non ce ne è nessuno o ce ne sono più di uno (sbaglio?)
7) GRANDE TE TU
Un salutone
Marco
Una cosa alla volta Anna: adesso dobbiamo farti arrivare più in alto possibile, il resto non conta. Ti ringrazio delle tue parole. Come noto, quando provengono da certe persone è come se fossero elevate a potenza...
RispondiEliminaIl sentimento è reciproco