domenica 16 ottobre 2011

Indignati di Roma 2011 e proteste studentesche di Roma 2010: una coincidenza sospetta a base di black bloc


La coincidenza sospetta tra gli eventi di ieri al corteo degli indignati a Roma e le proteste studentesche contro la Riforma Gelmini di un anno fa, sempre nella medesima città, è la fiducia della Camera raccolta in entrambe le occasioni da Berlusconi. Il 30 novembre 2010 la Camera approvava il ddl Gelmini sull'Università. Gli studenti organizzavano una grande manifestazione di protesta. Però, nello stesso momento, in seguito all'uscita dal Governo di esponenti del Fli e con il ritiro dell'appoggio del partito di Fini al Governo, in Parlamento si formava un'altra maggioranza, per cui si manifestava la necessità di confermare il suo pieno appoggio al Governo  con un voto di fiducia. L'elemento scatenante della violenza dei black bloc è stato, allora, la notizia che la Camera aveva accordato la fiducia al Governo. I resoconti dei giornali parlano di feriti (57), fermi (41), scontri violenti, auto incendiate, negozi distrutti, lancio di oggetti e sanpietrini e via dicendo [Corriere].
imagecredit adnkronos.com
Ieri, la data del 15 ottobre non poteva essere spostata quindi gli stessi facinorosi del dicembre 2010 hanno pazientato un giorno. Infatti il 14 ottobre il Governo Berlusconi incassava nuovamente la fiducia, ricorderete in seguito alla bocciatura del rendiconto generale dello Stato, e il giorno dopo, cioè ieri 15 ottobre, in occasione di una manifestazione degli indignati, che sarebbe filata via liscia come in tutte le altre parti del mondo, i soliti violenti black bloc trasformano in guerriglia quella che doveva essere una manifestazione pacifica, con l'identico risultato di allora:
si parla di feriti (70), scontri violenti, auto incendiate, negozi distrutti, lancio di oggetti e sanpietrini. [Corriere]
imagecredit corriere.it
Insomma tutto il classico repertorio. Ora come allora non si è stati in grado di prevenire, e dire che anche se erano pochi in confronto ai manifestanti pure non erano quattro gatti e si sarebbe potuto e dovuto intercettarli prima. Vi è un chiaro legame con la sopravvivenza del Governo Berlusconi. Per due volte di seguito si è sfruttata un'occasione di protesta che non aveva propriamente a che fare, se non indirettamente, con l'esistenza stessa del  Governo per generare quel caos e quel disordine che sembrano essere gli unici obiettivi di questi gruppi genericamente definibili anarchici. Traggo alcune righe da uno di questi siti [anarkids]

L'unica cosa utile e' quella che ci da' il piacere immediato o che serve per estendere la rivolta e per farla finita con questo sistema. Non vogliamo autogestirci la miseria, non vogliamo risolvere i problemi del capitalismo, non vogliamo decorare questo mondo di merda con proposte in positivo. Vogliamo attaccarlo per distruggerlo. 
[...] L'intellettualismo di sinistra pretende pianificare dal suo tavolo di chiacchiericci le proteste, le trasformazioni sociali e la nostra vita. Pretende di convertirci a sua immagine e somiglianza in vegetali "coscienti". 
[...] Con l'attacco demistifichiamo il nemico rompendo la falsa apparenza di pace sociale e di controllo totale. Con il vandalismo, inoltre, la si fa finita con il mito sinistroide che vede il potere sempre lontano ed irraggiungibile. Il cuore dei potere, invece, e' ogni giorno intorno a noi e alla nostra portata, anche solo nelle relazioni che stabiliamo con il "padrone", il capo, gli agenti repressori, le imprese, le istituzioni... 
[...] La questione non e' scegliere tra manifestare in strada o portare avanti azioni di attacco. Dobbiamo essere flessibili e capire che tutti gli atti che fanno avanzare la rivolta sono validi; che la separazione tra questi e altri tipi di attivita' l'ha disegnata il sistema per mezzo di leggi e norme morali per annichilirci. Dobbiamo essere flessibili per agire alla luce dei giorno c'osi' come nel buio della notte. Il vandalismo e' uno strumento utile e divertente.
Un'ultima cosa, la sua cattiva fama si deve soprattutto alla sua capacita' di destabilizzare la vita quotidiana e per la sua facilita' di estensione. Per questo ci interessa, per questo lo difendiamo e lo pratichiamo. E' molto facile.
Si comprende allora come  occasioni in cui quel sistema e quel potere rappresentato egregiamente da Berlusconi e dal suo Governo resistono, siano perfette per mettere in pratica quella flessibilità vandalica di cui parla. Destabilizzare per distruggere. Non si sa bene per creare cosa. Forse vi è già una finalità in sè nel distruggere, nel vandalizzare, ci si sente vivi e padroni del proprio destino mentre gli altri, poveri stupidi, cercano di mantenere in piedi la società per tutti quei momenti in cui non si è vandali.
Per ora, comunque, più di evidenziare questa coincidenza non faccio. Vi rimando a proteste studentesche per qualche riga sull'uso della violenza.

3 commenti:

  1. "Il vandalismo e' uno strumento utile e divertente".E' una affermazione raccapricciante. In ogni caso, questi "vandali gioiosi di essere vandali" non sono altro che il prodotto marcio di una società in decadimento.Quel che mi colpisce e mi fa inorridire è la constatazione che abbiamo perso la capacità di meravigliarci e di reagire veramente di fronte a questi fatti. Siamo tutti d'accordo a parole sul condannarli, ma poi ci rinchiudiamo all'interno delle nostre confortevoli casette e lasciamo fuori l'orrore.Mi dispiace essere così catastrofista, ma assistere alla caduta a picco dei valori fondanti, non mi rende propriamente allegra.

    RispondiElimina
  2. Condivido ciò che dici @a19aa842bb3f0597e7f9c7a64eb75b03 . Il problema non è di facile soluzione. Io ricordo che solo fino a trent'anni fa l'educazione, o almeno una parte, veniva impartita anche da altri adulti per strada. Questo però non ha impedito il terrorismo e la lotta armata tipica degli anni 70. Ora, seppure in diversa forma, la lotta armata rispunta fuori, ma non c'è più o quasi questo impartire l'educazione per strada. Dunque, c'è correlazione tra le due cose? I ragazzi oggi hanno meno soggezione degli adulti e più consapevolezza dei propri diritti. D'altra parte anche la società si è evoluta. Io credo che l'assenza del terrorismo su base ideologica (le stragi, i sequestri e via dicendo) provenga da una società, seppure di poco, più giusta. Per questo i giovani (o anche gli adulti) che protestano lo fanno quasi sempre in maniera non violenta. 
    E infatti, da quanto si legge, parrebbe che questi nuovi violenti siano del tutto de-ideologizzati. Se ipotizziamo che ognuno di noi ha una dose variabile di aggressività, se un tempo veniva indirizzata su temi politici e sociali oggi, mancando questi, si manifesta e basta, con l'unico obiettivo di distruggere qualcosa che c'è.
    Cosa c'entra in tutto questo l'educazione impartita per strada? Allora mi chiedo: com'è che un tempo non c'era o c'era in misura più attenuata, la violenza fine a se stessa? Forse perchè in ciò che accadeva per strada c'era racchiuso quello che si poteva o non si poteva violentare? Mentre la violenza per ribaltare delle ingiustizie era "moralmente giustificabile" quella senza motivazione alcuna non lo era. E secondo me, il vivere in un ambiente che esprimeva educazione per strada aiutava a costruire il proprio elenco di cose moralmente giustificabili. Oggi, che questo aspetto manca totalmente, dico il ruolo degli adulti nell'impartire quell'etica minima delle relazioni prossimali, ora che i ragazzi non hanno timore reverenziale degli adulti, forse non c'è più quella leva morale, quel freno, che impediva di essere violenti così, senza motivo, senza ideali. Ora lo si può fare, e infatti lo si fa.
    Chiaro che non è solo questo. E' solo un'idea. Quel che è certo è che passiamo da un genere di violenza all'altra, dal terrorismo al vandalismo, senza la speranza di convogliare tante energie in qualcosa di più costruttivo, tanto per ripagare chi ha contribuito a creare le condizioni perchè tutti si muovessero più o meno liberamente nelle nostre società.

    RispondiElimina
  3. L'educazione impartita dagli adulti per strada non c'è più perché non c'è più la strada intesa come luogo di esperienze educative. Basta pensare a quel che accade oggi per strada. E gli adulti di oggi sono i ragazzi degli anni settanta...che concedono tutto ai propri figli e si sentono loro "amici". E' comprensibile il caos che abbiamo costruito con questa confusione di ruoli. I giovani, prima bambini, sono stati privati delle figure di riferimento, dei cardini stessi della loro formazione. Non conoscono il significato del termine "costruire" e la fatica e l'impegno che ciò comporta.

    Ovvio che non tutti i giovani sono così, ma ci sono le frange più fragili che ne risentono.

    E' un problemaccio grosso. Non lo so in tutta sincerità dove si potrebbe trovare il bandolo della matassa né se esista.

    Oggi sono proprio pessimista. Non riesco a vedere un barlume di luce. E' vero, rimane l'impegno personale,...ma è sufficiente?. Comincio a pensare di no.

    RispondiElimina

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...