mercoledì 27 ottobre 2010

Cambiare carattere aiuta a ricordare?

In anticipo sulla seconda parte del post Fisica dell'apprendimento pubblico questa notizia letta sul Corriere che a sua volta la trae da un articolo sulle News della BBC.
Il tema riguarda la memorizzazione o l'apprendimento di un testo scritto: in sostanza, affermano questi ricercatori nel loro lavoro in pubblicazione su Cognition, diminuire la leggibilità del font con cui è scritto un testo aumenta la capacità di ricordare quanto letto, a una distanza di tempo variabile. L'aumento medio dell'efficacia è valutato dagli autori in un 14% circa sul gruppo di controllo. La prova consiste in questo: si preparano sette brevi descrizioni di tre tipi di alieno, completamente inventati per ridurre al minimo la possibilità di sfruttare ricordi di altre letture, e li si sottopone ai volontari, scritti con due diversi tipi di font, un classico Arial in colore nero e un meno leggibile Comic Sans con un nero al 75%.
Arial è la parte sopra in nero
Comic Sans quella sotto in grigio
(Fonte Princeton University)
Il risultato è quello detto: un 14% in più ricordano meglio le descrizioni realizzate con il font Comic Sans.
Un'ipotesi probabile, che fanno anche gli autori, riguarda la probabilità di soffermarsi di più nel leggere un testo meno fluente, quella che gli autori chiamano disfluenza del testo, e che sarebbe "un senso di difficoltà soggettivo  associato a un compito mentale" come dice un co-autore dello studio, Daniel Oppenheimer.
Questa difficoltà consentirebbe di sostare maggiormente sul compito e quindi di imprimerselo meglio. Se ci si pensa è piuttosto naturale, ed è un fenomeno osservabile anche in altri contesti: per esempio, chi non ricorda cosa stava facendo l'11 settembre al momento di ricevere la notizia dell'attentato, pure se non ha rilevanza alcuna con i fatti? Questo è dovuto al fatto che un evento dalla elevata intensità emotiva coinvolge nella propria attivazione ogni altro evento contemporaneo, permettendo anche a quest'ultimo di fissarsi nella memoria.
In più, mi viene da pensare anche alla tecnica della lettura veloce e al fatto se sia in grado di formare conoscenza, di consentire il ricordo, o non sia una mera tecnica esecutoria che però non influenza la memorizzazione.
Inoltre, così come nota giustamente Wiliam Dylan "non è necessario stampare male le cose ma rendere più ragionate le letture", cosa che mi sento di condividere in pieno.

4 commenti:

  1. come sarebbe non ti scappa? subito a farla ahaha ehi psss pssssss psssssssss ahahahahhahahha

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  2. Paopasc, lì per lì mi hai ingannata, col titolo azzeccato del post! Mi son detta infatti: Non ho speranza, non posso cambiare carattere.
    Tornando al carattere tipografico ostico o meno, credo che influisca anche lo sforzo che compie per entrare in gioco la Memoria Visiva (Icone eccetera). In pratica, non si apprende senza sforzo, forse. Ho scritto una cosa banale?

    B

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  3. Lo sai che l'ho fatto apposta? lo sai, no?
    Potrebbe esserci una relazione anche tra i movimenti saccadici dell'occhio che riesce a leggere un piccolo intorno del punto di fissazione e la previsione di ciò che si trova ai margini, nel senso che un carattere tipografico complicato richiede maggiore fissazione e minore previsione, e la fissazione è memorizzazione.

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  4. come sarebbe non ti scappa? subito a farla ahaha ehi psss pssssss psssssssss ahahahahhahahha

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