sabato 12 febbraio 2011

Energia dal Sahara: il solare termodinamico e la via tedesca

Che la Germania abbia iniziato una virtuosa ricerca nella direzione dell'energia ecologica, oltre i notevoli investimenti nel fotovoltaico, lo testimoniano le voci su un possibile interessamento riguardo l'utilizzo dell'altra forma di energia solare: l'energia solare termodinamica.
Un impianto solare termodinamico sfrutta la radiazione solare, catturata da grandi specchi metallici, per convogliare il calore così generato verso  delle normali turbine a vapore, tipo quelle presenti nelle centrali termoelettriche, e grazie a queste generare energia elettrica.
Ora, la Munich RE, la più grande compagnia di riassicurazione del mondo, ha avuto un'idea, che già circolava da molti anni, cioè quella di sfruttare l'enorme insolazione del deserto del Sahara per costruirci delle centrali termodinamiche, da collegare direttamente con l'Europa.
L'idea, come dicevo, parte dalla Germania, molto coinvolta nella trasformazione dei processi produttivi dell'energia elettrica in senso ecologista, non solo a parole. Se queste sono, per ora, solo idee, altri sono fatti, come il massiccio investimento nel fotovoltaico. In questa idea, Munich Re cerca di coinvolgere altre grandi imprese tedesche come Siemens, RWE, Deutsche Bank per raccogliere quelli che potrebbero essere circa 400 miliardi di euro di investimenti, nell'arco di 40 anni, il che porterebbe l' Europa  ad avere circa il 15% dell'energia totale, prodotta da fonti rinnovabili, a bassa emissione di CO2.

solare termodinamico fonte wikipedia
Insieme a quello della riduzione dell'impatto globale umano sull'ambiente, grazie a una riduzione delle emissioni di CO2, sarebbe comunque una eccezionale spinta alla ripresa economica, anche a quella locale (zone del Sahara coinvolte), e potrebbe influire pure sulla riduzione del costo energetico. Il medio oriente non ha solo il petrolio come fonte combustibile ma anche una invidiabile (in ottica di produzione termodinamica) insolazione, che potrebbe rivelarsi la loro fonte di materie prime post petrolio.

Quali sono le nostre strategie di produzione energetica? Qualunque siano mi forniscono un'altra idea: essere un passo indietro. Rischiamo di fare la fine di Achille e la tartaruga, essere cioè sempre un passo indietro rispetto alle tendenze tecnologiche, ed ecologiche, più avanzate. Non si può inseguire la tecnologia attuale partendo adesso, perchè quando la raggiungeremo sarà già obsoleta. 


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