domenica 8 gennaio 2012

Lavoro: tra disoccupazione e posti vacanti

G. Courbet Gli spaccapietre
In tempo di crisi si sa che aumenta la disoccupazione. Lo vediamo quotidianamente: grandi aziende chiudono lasciando senza lavoro migliaia di lavoratori che, spesso, giungono a forme di protesta dagli accenti drammatici. Vi è anche chi, in questi momenti, allo scopo di far riprendere l'occupazione, fermata, a loro dire, non solo dal difficile momento economico ma anche da un mercato del lavoro piuttosto ingessato, propone una riforma del mercato del lavoro in linea con quelle presenti nel nord Europa.
Innanzitutto, sperando di fare cosa utile per chiunque lo stia cercando, segnalo il sito del Ministero del Lavoro Clic lavoro, il portale pubblico del lavoro che, tra le altre cose, ha anche un aggiornato database e un motore di ricerca nazionale su tutte le offerte di lavoro disponibili.
Pubblica, inoltre, alcune statistiche riguardanti l'occupazione e il mondo del lavoro in generale. Una in particolare mi sembra interessante mostrarvi, perchè acquista ancora più valore se si osservano le statistiche su occupazione e disoccupazione. Si tratta delle statistiche dei posti vacanti nell'industria e nei servizi, cioè dei posti di lavoro che industria e servizi offrono e che non sono ancora stati coperti. La definizione che ne dà il ministero è questa
Posti vacanti: sono quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. I dati qui presentati si riferiscono ai posti vacanti per lavoratori dipendenti, a esclusione di quelli per dirigenti, in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento. Misurano, dunque, le ricerche di personale che a questa data sono già iniziate e non ancora concluse (perché un candidato idoneo non è già stato assunto e perché l’impresa non ha deciso di interrompere la ricerca)

Il dato, visti i tempi, me lo aspettavo in calo, invece è in leggero aumento rispetto al 2010. Ecco il grafico.

imagecredit cliclavoro.gov.it

Come è agevole osservare vi è un generale aumento dello 0,2% di posti vacanti rispetto al secondo trimestre del 2010, equamente distribuito nei due macro-settori. Osservando nel dettaglio però, si nota un più deciso aumento di posti vacanti in due specifici settori dell'industria, quello relativo a fornitura d'acqua, reti fognarie e rifiuti +0,4% e nelle costruzioni +0,2%, mentre nel settore servizi spiccano un +0,4% di micro-settori come attività immobiliari, noleggio, agenzie viaggi.

Il dato contrasta quindi con la situazione occupazionale italiana. L'ultima disponibile sul sito del Ministero riguarda novembre 2011: diminuiscono gli occupati e aumentano i disoccupati ma, nello stesso tempo, aumentano i posti vacanti. Ecco il grafico relativo a occupazione e disoccupazione.

imagecredit cliclavoro.gov.it
Occupati a novembre 2011, valore assoluto: 22.906.000, in calo rispetto a ottobre 2011 dello 0,1% (28.000 unità). Il numero dei disoccupati invece sale. In valore assoluto si attesta su 2.142.000 in aumento dello 0,7% (15.000 unità) su ottobre.Il tasso di disoccupazione generale è al 8,6%, in aumento dello 0,1% rispetto a ottobre e  di 0,4% su base annua.
Una possibile spiegazione di questo fenomeno è legata all'aumento del tasso di inattività di giovani tra 15-24 anni che, su base annua, sale dal 72,8% del 2010  al 73,4% del 2011. Studio e formazione professionale rappresentano i 4/5 delle ragioni di questa inattività. Questi dati potrebbero significare che i nostri giovani sono meno disposti, dopo studio e formazione professionale, a trovare un impiego nel settore industriale e dei servizi per il fatto che ritengono questi posti  non adeguati alla loro preparazione.

Ovvio che l'intera dinamica occupazionale non può essere risolta in questo veloce sunto della situazione lavorativa in Italia. Probabilmente altri fattori intervengono nella regolazione tra offerta e domanda di lavoro. Forse le aree a più intensa offerta di lavoro manuale sono anche quelle dove la domanda è invece situata a un livello di preparazione intellettuale più alto. Forse l'offerta riguarda in maggior misura gli uomini, in considerazione delle tipologie di lavoro, rispetto alle donne, e infatti la disoccupazione colpisce soprattutto queste ultime. Come detto, le dinamiche non sono certamente semplici. Vi è però, innegabile, questa tendenza dei giovani a pretendere occupazioni più di concetto che manuali. La cosa è chiaramente una conseguenza dell'aumento della preparazione scolastica ma rischia di essere anche una scusa per rimanere in un limbo. Il lavoro manuale, magari come destinazione temporanea in attesa di nuovi sbocchi,  non significa degradare la propria professionalità o svilire i propri studi. Questo concetto dovrebbe essere illustrato bene ai nostri giovani. Aspirare a posti a più alto tasso di preparazione e più remunerativi è lecito e auspicabile, ma non se questo significa rimanere disoccupati a oltranza.

Siti utili:
Clic lavoro, portale con offerte di lavoro

Nessun commento:

Posta un commento

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...