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Il caso nasce da un articolo su Libero con un titolo francamente esagerato: Porno Rai in fascia protetta: droga, sesso, ammucchiate
Di solito i titoli così sparati servono a nascondere articoli fiacchi o argomenti che avrebbero scarsa eco. Definire porno un programma in onda sulla Rai, in qualsiasi fascia oraria, oltre che operazione chiaramente poco aderente al vero è già accalappiare lettori. Se poi ci metti che l'autore dell'articolo Francesco Borgonovo telefona all'oggetto delle sue critiche Carlo Freccero, definito "uno che non si degna di comparire in una frase se ad accompagnarlo non c’è la parola «genio»" [fonte Libero Quotidiano], registrando la telefonata all'insaputa del suo interlocutore [telefonata qui] si capisce come la polemica sia bella e che servita.
Di solito i titoli così sparati servono a nascondere articoli fiacchi o argomenti che avrebbero scarsa eco. Definire porno un programma in onda sulla Rai, in qualsiasi fascia oraria, oltre che operazione chiaramente poco aderente al vero è già accalappiare lettori. Se poi ci metti che l'autore dell'articolo Francesco Borgonovo telefona all'oggetto delle sue critiche Carlo Freccero, definito "uno che non si degna di comparire in una frase se ad accompagnarlo non c’è la parola «genio»" [fonte Libero Quotidiano], registrando la telefonata all'insaputa del suo interlocutore [telefonata qui] si capisce come la polemica sia bella e che servita.
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L'articolo è occupato per la maggior parte da due paragrafi che illustrano una serie di situazioni che si presentano nella serie TV, e qui torno all'inizio. A leggere quello che scrive Borgonovo sembrerebbe di essere veramente in un soft porno come minimo, ma se poi si guardano i filmati la realtà si mitiga. Almeno quelli che ho visto io. Non so dire se fossero autocensurati ma non sembravano affatto spinti: non ci sono nudità complete, non vengono mostrati organi genitali, e anche le situazioni scabrose lo sono molto di più a parole che viste nel telefilm. Insomma, una serie perfettina, realizzata in Spagna, ma poteva esserlo dovunque. Sono tutti modelle e modelli, non ce n'è uno brutto, le situazioni rappresentate sono al limite del didascalico e, francamente, non ce l'ho fatta a guardarlo per più di pochi minuti. Tutto troppo stucchevole, tutto troppo finto, tutto troppo perfetto. Però, bisogna considerare che il pubblico che guarda questi telefilm è quello degli adolescenti. Non so se rappresenta davvero la realtà giovanile, realtà che non mi piace ridurre alla notazione uniformante mondo giovanile. Il mondo giovanile non è così uniforme come ci immaginiamo con questa locuzione, così come non è uniforme il mondo degli adulti o quello degli anziani. A me sembra finto, poco rappresentativo dei giovani, ma potrebbe essere un difetto di conoscenza. Tra i contatti e gli amici sulla rete ho parecchi insegnanti, a loro rivolgo indirettamente una domanda, chiedendogli gentilmente di sorbirsi qualche minuto esemplificativo della serie se già non la conoscono, e fornire qualche loro esperienza riguardo la presunta rappresentazione della realtà giovanile della serie.
Al di là di questo, cioè al di là della qualità, educativa o meno, della serie, che ovviamente ho giudicato solo in maniera approssimativa avendo visto una piccola parte dei filmati, e sulla quale dunque non mi dilungherò, valgono altri due temi, più generali: il primo verte sul fatto se la serie è adatta a un pubblico giovanile (Borgonovo dice che ha il bollino rosso) e la seconda riguarda la questione se questo genere di argomenti sono indicati per il pubblico di riferimento o siano devianti.
In realtà in questa domanda sono presenti alcune possibili discriminazioni. Pur essendo l'omosessualità assai meno diffusa dell'eterosessualità, nella rappresentazione popolare i gay sono molti di più di quanto siano in realtà. Un'indagine Gallup conferma che le stime degli americani sono notevolmente superiori alla realtà: gli americani ritengono che in media gli omosessuali rappresentino il 21-22% della popolazione mentre dati statistici più puntuali indicano un range intorno al 3% [fonte Gallup]. A parte dunque l'assurdo timore di un'invasione di gay resta il tema della libertà individuale: è possibile avere una propria preferenza sessuale senza essere considerati anormali?
In secondo luogo: abbiamo visto che l'omosessualità non è così diffusa. E' giusto dipingerla come normale, considerandone appunto la diffusione? Mentre è sicuramente giusto non dipingere come anormale chi ha una preferenza non eterosessuale è altrettanto giusto dare l'impressione, come nel telefilm, che l'omosessualità sia una pratica così diffusa e abituale? E se questo inducesse qualcuno a manifestare una sua omosessualità latente o a stimolarla ex novo, si potrebbe gridare al plagio?
Il tema si presta a cavillosità. Partiamo dal presupposto che non esiste una legge che ci indica come dobbiamo comportarci nelle nostre relazioni sessuali, se non come mera definizione di libertà negative: non si può violentare, non si può avere un rapporto con minorenni e così via.
Detto questo però la legge non si preoccupa di definire come ogni cittadino debba manifestare la propria sessualità consentita. Il tema è prettamente di costume. Se tutti gli individui del pianeta diventassero omosessuali questo solleverebbe un problema di riproduzione della specie e non di comportamento sessuale in sè. Ma trovo che, anche in presenza del rischio estinzione legato al comportamento omosessuale, questo non possa essere proibito, anche per l'ovvia considerazione che sono possibili diverse forme di inseminazione e, fra un po', di gestazione.
Dunque, il comportamento sessuale non è sicuramente una discriminante dal punto di vista del comportamento puro e semplice nè un pericolo per l'estinzione della specie. Resta ora da affrontare il problema se rappresentazioni cinematografiche e artistiche possano indurre qualcuno a cambiare i propri orientamenti sessuali e se questo possa inquadrarsi come violenza. Si noti che la cosa, di segno opposto, può dirsi anche per la stragrande maggioranza di film e telefilm eterosessuali, in cui si pone il tema se queste rappresentazioni possano indurre qualche omosessuale a cambiare i propri orientamenti.
E' dunque a doppio senso la presunta influenza delle rappresentazioni cinematografiche e proprio questa constatazione mi fa appunto dire che probabilmente l'influenza non esiste. Dico probabilmente perchè alcuni studi recenti sembrerebbero dimostrare che sono più spesso gli omosessuali e i bisessuali a tornare all'eterosessualità che il contrario, pur non sapendo se questo avviene per influenza di cinema e TV.
Una conclusione possibile è questa: rappresentare una realtà in cui anche l'omosessualità è un comportamento normale non implica che per sentirsi normali bisogna adottare per forza quel comportamento. E' una distinzione fine, ma è tutta la differenza. Molti sentono che non è più possibile discriminare omosessuali e bisessuali quasi come moderni appestati ma, allo stesso tempo, presentare le scelte omo e bisessuali come perfettamente lecite non significa affatto, se non in qualche mente confusa, che bisogna essere per forza degli omosessuali o bisessuali o che l'esserlo è la cosa giusta da fare.
Ora, tanto per dirla tutta, ma del resto non sapendo nemmeno bene quanto il tema omosessuale è presente nella seria Fisica o Chimica, sarebbe un errore altrettanto grave presentare una diffusione dell'omosessualità non realistica. Quantunque questo, secondo me, non indurrebbe a diventare gay, pure sarebbe una forzatura della realtà.
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Tanto per essere chiari, l'argomento della serie, a quanto riporta l'articolista su Libero, è il sesso, con l'aggiunta di tutte le varianti immaginabili: etero, omo, bi. E infatti, in fondo all'articolo ci si chiede:
L’associazione cattolica Aiart ha chiesto, nelle settimane scorse, la soppressione della serie. Freccero si è indignato, ha detto che la considera «pedagogica». Noi certo non chiediamo chiusure o censure, per carità. Ci domandiamo solo se la minuscola strisciolina rossa del «vietato ai minori» basti a sconsigliare la visione ai ragazzini. E ci permettiamo di chiedere, anche a Lorenza Lei, se questo è il servizio pubblico che la Rai deve fornire ogni giorno in fascia protetta. A noi sembra pornografia intellettuale, e pazienza per i culi. [fonte cit.]C'è un rischio di induzione all'omosessualità nel mostrare una estesa promiscuità sessuale e nel dipingere l'omosessualità come prassi perfettamente normale?
In realtà in questa domanda sono presenti alcune possibili discriminazioni. Pur essendo l'omosessualità assai meno diffusa dell'eterosessualità, nella rappresentazione popolare i gay sono molti di più di quanto siano in realtà. Un'indagine Gallup conferma che le stime degli americani sono notevolmente superiori alla realtà: gli americani ritengono che in media gli omosessuali rappresentino il 21-22% della popolazione mentre dati statistici più puntuali indicano un range intorno al 3% [fonte Gallup]. A parte dunque l'assurdo timore di un'invasione di gay resta il tema della libertà individuale: è possibile avere una propria preferenza sessuale senza essere considerati anormali?
In secondo luogo: abbiamo visto che l'omosessualità non è così diffusa. E' giusto dipingerla come normale, considerandone appunto la diffusione? Mentre è sicuramente giusto non dipingere come anormale chi ha una preferenza non eterosessuale è altrettanto giusto dare l'impressione, come nel telefilm, che l'omosessualità sia una pratica così diffusa e abituale? E se questo inducesse qualcuno a manifestare una sua omosessualità latente o a stimolarla ex novo, si potrebbe gridare al plagio?
Il tema si presta a cavillosità. Partiamo dal presupposto che non esiste una legge che ci indica come dobbiamo comportarci nelle nostre relazioni sessuali, se non come mera definizione di libertà negative: non si può violentare, non si può avere un rapporto con minorenni e così via.
Detto questo però la legge non si preoccupa di definire come ogni cittadino debba manifestare la propria sessualità consentita. Il tema è prettamente di costume. Se tutti gli individui del pianeta diventassero omosessuali questo solleverebbe un problema di riproduzione della specie e non di comportamento sessuale in sè. Ma trovo che, anche in presenza del rischio estinzione legato al comportamento omosessuale, questo non possa essere proibito, anche per l'ovvia considerazione che sono possibili diverse forme di inseminazione e, fra un po', di gestazione.
Dunque, il comportamento sessuale non è sicuramente una discriminante dal punto di vista del comportamento puro e semplice nè un pericolo per l'estinzione della specie. Resta ora da affrontare il problema se rappresentazioni cinematografiche e artistiche possano indurre qualcuno a cambiare i propri orientamenti sessuali e se questo possa inquadrarsi come violenza. Si noti che la cosa, di segno opposto, può dirsi anche per la stragrande maggioranza di film e telefilm eterosessuali, in cui si pone il tema se queste rappresentazioni possano indurre qualche omosessuale a cambiare i propri orientamenti.
E' dunque a doppio senso la presunta influenza delle rappresentazioni cinematografiche e proprio questa constatazione mi fa appunto dire che probabilmente l'influenza non esiste. Dico probabilmente perchè alcuni studi recenti sembrerebbero dimostrare che sono più spesso gli omosessuali e i bisessuali a tornare all'eterosessualità che il contrario, pur non sapendo se questo avviene per influenza di cinema e TV.
Una conclusione possibile è questa: rappresentare una realtà in cui anche l'omosessualità è un comportamento normale non implica che per sentirsi normali bisogna adottare per forza quel comportamento. E' una distinzione fine, ma è tutta la differenza. Molti sentono che non è più possibile discriminare omosessuali e bisessuali quasi come moderni appestati ma, allo stesso tempo, presentare le scelte omo e bisessuali come perfettamente lecite non significa affatto, se non in qualche mente confusa, che bisogna essere per forza degli omosessuali o bisessuali o che l'esserlo è la cosa giusta da fare.
Ora, tanto per dirla tutta, ma del resto non sapendo nemmeno bene quanto il tema omosessuale è presente nella seria Fisica o Chimica, sarebbe un errore altrettanto grave presentare una diffusione dell'omosessualità non realistica. Quantunque questo, secondo me, non indurrebbe a diventare gay, pure sarebbe una forzatura della realtà.
D'altra parte, non di soli rapporti omosessuali si parla ma di un'estesa promiscuità generale e di una generale assenza regole:
Ma il post è abbastanza lungo così, di questi altri atteggiamenti comportamentali parlerò un'altra volta.
Non sono tanto i nudi o i gemiti o gli atti sessuali che scandalizzano. Piuttosto il messaggio. La serie nasce nella Spagna di Zapatero e ne incarna gli ideali: libertà uguale assenza di regole. Assumere droghe è normale e concesso. Bisogna obbedire ai diktat del politicamente corretto gay: il personaggio migliore, quello più onesto, buono e sensibile è l’omosessuale Fer. Mentre gli altri rimestano nel torbido, i gay sono puri e vanno trattati come orsi bianchi. [...] Tutti vanno con tutti, senza posa e senza problemi, le famiglie non esistono, e se sembrano «tradizionali» rivelano presto vergognosi lati oscuri. [fonte cit.]Però, non tutti i comportamenti sono sullo stesso piano. In generale possiamo distinguere tra comportamenti che non hanno ripercussioni negative sugli altri e comportamenti che ne hanno. La sessualità, quando non sia violenza, non ha nessuna ripercussione negativa sugli altri, assumere alcol e droga invece si.
Ma il post è abbastanza lungo così, di questi altri atteggiamenti comportamentali parlerò un'altra volta.
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