Leggo la notizia da un contatto su G+ attraverso un sito: il Ministro Fornero fa chiudere un sito internet.
Il sito chiuso, dplmodena.it (direzione provinciale del lavoro) era gestito, secondo quanto riporta Guido Scorza sul Fatto, da Eufranio Massi, dirigente di quel Ministero del Lavoro che l'ha costretto alla chiusura.
Il comunicato che intima la chiusura del sito è piuttosto generico.
CHIUSURA DEL SITO DPL MODENA.ITIl Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una nota del 5 aprile 2012, indirizzata anche alla DTL di Modena, ha stabilito che:
"al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it".
Conseguentemente, a partire da oggi (6 aprile 2012), il sito www.dplmodena.it cessa la propria attività informativa.Nato il 19 febbraio 2001, come strumento di supporto all'Ufficio relazioni con il pubblico, è stato visitato, in questi anni, da circa 18 milioni di utenti.
Che significa esattamente "ai fini di una rappresentazione uniforme"? Una rappresentazione uniforme dal punto di vista dell'impaginazione tipografica o di quella interpretativa? E quand'anche fosse lecito per il ministero pretendere una sorta di uniformità in ossequio, che so, allo spoil system, come nota Scorza
il Segretario Generale del Ministero avrebbe potuto chiedere – con una lettera da Amministrazione a privato e non già con una comunicazione diretta ad un proprio dirigente – la cessazione dell’utilizzo del nome a dominio dplmodena.it e/o la pubblicazione, in evidenza, sul sito del carattere non ufficiale del sito stesso. [il Fatto cit.]
E, se il proprietario del sito non avesse voluto assecondare tale richiesta, solo il giudice avrebbe potuto far chiudere, eventualmente, il sito. Non può essere che il potere esecutivo racchiuda in sè anche quello giuridico.
Sembrerebbe di assistere a un vulnus piuttosto grave. Chiunque non si adegua all'interpretazione vigente rischia la censura. Il sito del dplmodena era gestito da un privato cittadino, anche se dipendente ministeriale. Come detto, si sarebbe potuto chiedere la sospensione dell'utilizzo del dominio dpl (direzione provinciale del lavoro) ma non già dei contenuti. Per questo motivo la chiusura appare come un atto censorio di notevole gravità, un'arroganza del potere, anche per il fatto di non aver fornito nessuna comunicazione o giustificazione più ampia.
In attesa di conoscere meglio le motivazioni, appare evidente come un simile procedimento, in uno Stato democratico, dovrebbe essere appannaggio esclusivo dell'autorità giudiziaria.
Sarebbe bello che quel dirigente trasferisse i contenuti del sito soppresso in un nuovo sito "privato" da lui gestito privatamente. Ma temo che in un paese di oligarchie come l'Italia qualcuno lo accuserebbe di esercizio abusivo della consulenza legale o di rivelazione di segreti d'ufficio, facendo finta di non riconoscere la libertà di pensiero (che non è quella di pensare in silenzio ma quella di "comunicare" in ogni forma il proprio pensiero)
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