domenica 15 aprile 2012

La morte improvvisa nell'atleta

Purtroppo in questi ultimi tempi, a causa di una eccessiva presenza nelle cronache sportive, si torna a parlare di morte improvvisa nell'atleta. La maggior parte di queste morti improvvise negli atleti dipendono da patologie cardiovascolari. Vi è la convinzione, tra gli addetti ai lavori, che un più approfondito screening di idoneità potrebbe identificare casi silenti attraverso una diagnosi precoce ed evitare i rischi di morte improvvisa [Corrado et al. 2012; Thiene et al. 2012]

Screening. Un recente studio [Thiene et al. 2012] mostra come una metodica quale l'ECG e/o l'ecocardiogramma possono rilevare quei disturbi cardiaci strutturali che sono alla base della morte improvvisa. Questi disturbi, in linea generale, sono
  • malattie dei canali ionici cardiaci, rilevabili con ECG normale o sotto sforzo
  • sindrome di Marfan, patologie a carico dell'aorta
  • anomalie congenite delle arterie coronariche, aterosclerosi prematura coronarica
  • cardiomiopatia ipertrofica e aritmogena
  • patologie a carico delle valvole cardiache: valvola bicuspide aortica, prolasso valvola mitralica
  • patologie del sistema di conduzione: sindromi da pre-eccitazione


La morte improvvisa è quasi tre volte più frequente negli atleti che nella popolazione di non-atleti. Lo mostra uno studio [Corrado et al 2003] che ha eseguito un'indagine nel Veneto:
  • morte improvvisa atleti: 2,3/100.000/anno, si legge 2,3 casi ogni 100 mila atleti per anno
  • di cui: 2,1/100.000/anno da causa cardiovascolare, con  predominanza maschile 10:1
  • morte improvvisa non-atleti: 0,9/100.000/anno
Probabilmente non dipende da una maggior presenza di patologie cardiache silenti nello sportivo ma da una maggiore sollecitazione miocardica negli atleti di alto livello. Questo avviene soprattutto nelle fasce di età giovanili, appunto perchè spesso si tratta di una patologia ereditaria e il maggior impegno cardiaco dello sportivo espone precocemente al rischio.

Prevenzione secondaria. Per quanto riguarda il ruolo dello screening un altro studio però giunge a conclusioni opposte [Estes and Link 2012]. Secondo questi autori i programmi di screening con ECG per l'identificazione dei soggetti a rischio non hanno prodotto i risultati sperati. Basandosi sulla evidence-based medicine (medicina basata sull'evidenza) affermano che per gli atleti rappresenta una maggiore protezione il miglioramento della prevenzione secondaria, quella relativa all'intervento di urgenza e alle metodiche messe in atto per fronteggiare l'emergenza dopo che si è verificato l'evento, più che il miglioramento della prevenzione primaria.

Cause. Una delle cause più comuni di morte improvvisa negli atleti americani, tra quelle cardiache, è la cardiomiopatia ipertrofica (HCM) mentre in quelli italiani (Veneto) è la displasia ventricolare destra (RVD) [Mont 2010].



Un classico lavoro uscito sul Journal of American Medical Association (JAMA) [Maron et al. 1996] ha portato questi risultati su tutte le cause di morte improvvisa nell'atleta:

  • su 158 morti improvvise, 24 (15%) da cause non-cardiovascolari e 134 (85%) da cause cardiovascolari
  • età mediana nelle morti da causa cardiovascolare: 17 anni; range da 12 a 40 anni; 
  • sesso: 120 (90%) maschi, di cui 70 (52%) bianchi, 59 (44%) neri
  • sport più coinvolti: basket 47 casi, football americano 45
  • cause cardiovascolari più diffuse: cardiomiopatia ipertrofica 36%, più presente nella popolazione nera che in quella bianca (48% contro 26%, P=.01); malformazioni delle arterie coronariche 13%
  • di tutti gli atleti che si sono sottoposti a screening preventivo (n. 115) solo nel 3% dei casi (n. 4) sono stati sospettati di avere una patologia cardiovascolare e solo in 1 atleta è stata scoperta una patologia potenzialmente responsabile di morte improvvisa.
Anche un altro studio riporta la cardiomiopatia ipertrofica come principale causa di morte improvvisa  [Maron 2003].





Come già ricordato, le cronache recenti e l'enfasi posta dai mezzi di informazione portano, sporadicamente, alla ribalta il problema della morte improvvisa nell'atleta. Si confrontano due diverse metodologie per affrontare questa grave, anche se per fortuna non diffusissima, emergenza medico sportiva. Una richiama l'importanza di adeguati sistemi di screening preventivo con l'utilizzo di metodiche quali l'ECG o l'ecocardiogramma, mentre altri posano maggiormente l'enfasi sulla prevenzione secondaria, nell'ottimizzazione dell'intervento d'emergenza medica dopo l'attacco.
Qualunque sia il mezzo più idoneo è probabilmente dall'integrazione delle due metodiche che nasce la strategia migliore, posto che la perfezione è uno standard difficile da raggiungere.
L'impatto emotivo di queste giovani vite spezzate deve essere uno sprone continuo per la ricerca di soluzioni a questa inaccettabile conseguenza. Dico inaccettabile perchè inaccettabile la morte lo è sempre, ma soprattutto in quei casi nei quali, come avviene nello sport, dovrebbe essere associata a comportamenti salutistici.


.......................
Fonti:

L. Franceschini, Atleti ed aritmie


Thiene  Gaetano, Corrado Domenico, Rigato  Ilaria, Basso Cristina, Why and how to support screening strategies to prevent sudden death in athletes, Cell and Tissue Research, 2012,  http://www.springerlink.com/content/314wp12703172258/   Doi: 10.1007/s00441-012-1398-4



N.A. Mark Estes, Mark S. Link, Preparticipation Athletic Screening Including an Electrocardiogram: An Unproven Strategy for Prevention of Sudden Cardiac Death in the Athlete, Progress in cardiovascular diseases 1 March 2012 (volume 54 issue 5 Pages 451-454 DOI: 10.1016/j.pcad.2012.01.008)

Lluis Mont, Arrhythmias and sport practiceHeart 96:398-405 doi:10.1136/hrt.2008.160903

Corrado Domenico; Basso Cristina; Thiene Gaetano, Sudden cardiac death in athletes: what is the role of screening? Current Opinion in Cardiology:January 2012 - Volume 27 - Issue 1 - p 41–48
  • Barry J. Maron
  • Jamshid Shirani
  • Liviu C. Poliac
  • Robert Mathenge
  • William C. Roberts
  • Frederick O. Mueller, 
  • Sudden Death in Young Competitive AthletesClinical, Demographic, and Pathological Profiles, JAMA. 1996;276(3):199-204doi:10.1001/jama.1996.03540030033028
Barry Maron, Sudden Death in Young Athletes, N Engl J Med 2003;349:1064-75  
imagecredit 
cardiology.wustl.edu
heart.bmj.com
new england journal of medicine

3 commenti:

  1. Mi sono permesso di "sfruttarti", spero non ti dispiaccia: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2012/04/morire-sul-campo.html

    Saluti,

    Mauro.

    RispondiElimina
  2. ehhh grazie Mauro, con quel po' po ' di presentazione poi...Dai, vabbè, per questa volta non mi dispiace

    RispondiElimina

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