G. Castiglione pres. UPI |
Ve lo dico subito dove le province vorrebbero che si tagliasse, pure a costo di rovinarvi la suspence: nel funzionamento dei consigli di amministrazione o organi collegiali delle società pubbliche e partecipate, che costano allo Stato 2,5 miliardi di euro.
E' quello che viene scritto in questo dossier a cura dell'UPI, l'unione delle province, che analizza funzioni, bilanci e costi delle province italiane, ma abbozza pure un confronto, caustico, con i costi delle altre amministrazioni. Ed è anzi proprio sulla voce dello scandalo, i 2,5 miliardi dei consigli di amministrazione delle 7.000 società pubbliche, che nei soli consigli impiegano 24 mila persone, che si concentra l'ultima parte del dossier, con un bel confronto tra i costi di questi enti pubblici suddivisi in regioni, province e comuni.
Ebbene, in termini sintetici, nelle società pubbliche le regioni spendono 5,2 miliardi, i comuni 1,1 miliardi e, buone ultime, le province solo 208 milioni. Ecco i parziali
le regioni
i comuni
e infine le province
Come si vede, gli enti delle province costano meno di tutti e svolgono, a dire dell'UPI, un ruolo fondamentale, se pure c'è la minaccia ventilata di non poter riaprire le scuole causa tagli. Quindi, dicono, perchè non intervenire su quei 2,5 miliardi spesi per 24 mila consiglieri di amministrazione? Per la verità il decreto sulla spending review tocca anche i CdA delle società pubbliche o partecipate, portando i membri del consiglio a non più di tre: considerando che attualmente sono, in media, 3,42 per ogni società, il risparmio, in linea teorica, si tradurrebbe in poco più di 300 milioni di euro. Se così fosse sarebbe troppo poco e le province avrebbero ragione a lamentarsi.
C'è anche un'analisi puntuale dei costi delle province, basati su dati Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici):
- le province gestiscono un bilancio di 11 miliardi annui
- hanno 1.774 tra presidenti , giunta e consiglieri
- per un costo di 111 milioni di euro, che corrisponde a uno stipendio medio annuo di 62.570
e i costi complessivi delle varie amministrazioni sono
Siccome già province e comuni protestano per i tagli che hanno subito, a loro dire ingiustamente, che metterebbero a repentaglio gli stessi servizi da erogare, viene da pensare che da qualunque parte si spostassero i tagli ci sarebbe qualcuno che protesta. Pure, un'analisi seppure superficiale sulla diversità dei costi per i comuni degli stessi capitoli di spesa porta a qualche perplessità e domanda, che si estende alle altre amministrazioni.
Documenti: dossier UPI, LE PROVINCE ALLO SPECCHIO LE FUNZIONI, I BILANCI, I COSTI.
imagecredit upinet.it
In effetti le Province in materia di Scuole e Promozione turistica qualche merito e responsabilità ce l'hanno.... direi che in questo caso è meglio sopprimere le comunità Montane. Per quanto riguarda lo Stato centrale e il Parlamento ho perso ogni speranza che riducano stipendi, eletti, spese Ministeri.... lì bisognerebbe incidere parecchio ma non si farà mai.....
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