Un emendamento proposto dalla Lega e votato a scrutinio segreto riporta il carcere nel disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa. L'emendamento approvato è il 1.307
1.307MURA, MAZZATORTA, BRUNO (*)ApprovatoAl comma 1, lettera e), capoverso "Art. 13", dopo le parole: "si applica la pena" inserire le seguenti: " della reclusione fino ad un anno o".
Che la Lega ce l'avesse particolarmente con la stampa è dimostrato anche da una serie di altri emendamenti presentati e respinti. Ecco qualche stralcio della discussione in aula (Mazzatorta, della Lega, e Bruno, del Terzo Polo: ApI-Fli sono favorevoli al carcere, Li Gotti dell'IdV e Zanda del Pd contrari):
MAZZATORTA (LNP). Non accoglie l'invito a ritirare l'emendamento 1.307, che prevede la possibilità della condanna al carcere nel caso di diffamazione a mezzo stampa per attribuzione di un fatto determinato. Si tratta di una fattispecie particolarmente grave, per la quale anche la Corte di giustizia europea ha ritenuto giusta la detenzione, come risposta ad una pressante richiesta in tal senso da parte della società.BRUNO (Per il Terzo Polo:ApI-FLI). A nome del Gruppo dichiara voto favorevole sull'emendamento: la semplice sanzione pecuniaria assegnerebbe una connotazione meno grave al reato ed è importante invece che il Senato dichiari esplicitamente la volontà di tutelare in modo forte le vittime della diffamazione. In questi casi la rettifica non è infatti un risarcimento soddisfacente. La votazione segreta consentirà a ciascun senatore di votare secondo coscienza.LI GOTTI (IdV). La parte offesa potrà pretendere un giusto ristoro mediante il risarcimento e la rettifica. Stabilire la detenzione quale unica sanzione non corrisponde all'impostazione culturale del codice penale italiano, che applica la misura cautelare in carcere in modo residuale.CASTELLI (LNP). Il senatore Li Gotti ha interpretato in modo distorto il testo dell'emendamento in esame.Con votazione a scrutinio segreto, il Senato approva l'emendamento 1.307.L'emendamento 1.4 risulta respinto.ZANDA (PD). Dopo l'approvazione dell'emendamento 1.307 è necessaria una pausa di riflessione, perché il provvedimento ha assunto un significato diverso da quello concordato in Commissione.
Molto critica la Federazione Nazionale della Stampa (chiaramente):
I malpancisti forcaioli, dietro il muretto a secco del voto segreto chiesto da Lega e Api, hanno scritto una pagina vergognosa votando per la reintroduzione del carcere per i giornalisti, che veniva cancellato da una proposta di riforma dell’attuale normativa.
[...] E’ inoltre incoerente con quanto votato nella stessa seduta dal Senato, quando era stato accolto un emendamento del Senatore Vita che precisava valore e portata della rettifica. Questo progetto di legge, è del tutto evidente, così non può più andare avanti. Il Presidente del Senato Schifani ha fatto bene a sospenderne l’esame per una riflessione, ma l’unica soluzione possibile è affossarlo definitivamente.
Uno dei diretti interessati, Alessandro Sallusti, così commenta su Twitter:
Senato di incapaci. Ma meglio in piedi a San Vittore che in ginocchio a Palazzo Madama.
Mi sento meno solo. Con la legge approvata dal Senato a San Vittore finiremo in tanti.
In fine seduta al Senato, il Presidente si è espresso per una pausa di riflessione e riunione dei Capigruppo, che si terrà oggi alle 12:30:
Toglierei quindi la seduta ed assegnerei la trattazione di questo argomento alla Conferenza dei Capigruppo, che convoco sin da adesso per la giornata di domani, alle ore 12,30.
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