C'è un'analisi di Giovanna Cosenza sul Fatto che in massima parte è condivisibile. Aggiungo alcuni discorsi da bar per corroborare quelle tesi o cercare di allargare la visuale.
La gente vota con il cuore, quasi sempre. Uno dei motivi che potrebbero aver spinto molti a non votare il centrosinistra è che non ha entusiasmato, non ha saputo catturare l'attenzione, se non per ribattere l'onnipresente Berlusconi e mai per rilanciare qualcosa di proprio. Delle proposte di Bersani non si ricorda niente: cosa ha detto, quali sono i punti essenziali, le cose da fare subito? Almeno di Berlusconi ricordi che ha promesso di restituire l'Imu, che vuole abolire il rimborso elettorale, ma di Bersani che ti ricordi, oltre il giaguaro?
Ma il centrosinistra parla sempre alla testa. Dice le cose giuste, sacrosante, spiega perchè è così o perchè è cosà, insomma fa il maestrino ma non appassiona, non coinvolge, non trascina con un ideale, un progetto forte da realizzare subito, chiaro e immediato, sembra sempre che voglia fare un trattato di politologia, tanto è vero che si è persa una metà di campagna elettorale a parlare di alleanze: Monti sì Monti no. Ma chi se ne frega delle alleanze, la gente vuole un motivo per sperare nel futuro, e questo il Partito Democratico non l'ha dato. Ha dato molti piccoli motivi che sommati possono farne anche uno grande, ma che non hanno nemmeno lontanamente la portata emotiva di quelle motivazioni che scuotono gli animi.
Dice Cosenza, nel suo elenco degli errori: " Bersani e i suoi hanno continuato (sordi a ogni suggerimento contrario) a demonizzare la comunicazione, ostinandosi a pensare che sia roba “da imbonitori”. Ebbene è così, tanto è vero che il centrosinistra non ha nè riempito le piazze come ha saputo fare Grillo nè ha avuto la presenza scenica televisiva di Berlusconi. Ha parlato, come osserva giustamente, solo per i suoi elettori, un gruppo piuttosto ristretto che, a vedere gli esiti, si è ulteriormente ristretto dalla débàcle del 2008.
Aggiungo che un altro errore potrebbero essere state le primarie, chiaramente non come strumento di scelta del candidato leader ma come decisione di rivolgersi solo all'interno dei tuoi elettori, per giunta combinandole con una serie di restrizioni e goffaggini che hanno stancato e indispettito i simpatizzanti ai quali era stato negato il voto. Forse vi era troppa sicurezza di poter vincere, altrimenti perchè non scegliere di sondare i candidati tra tutti gli elettori piuttosto che solo sui propri? Dice Bersani in conferenza stampa "Che potevamo fare più delle primarie?", ma bisogna anche notare che queste primarie hanno permesso di scegliere il candidato gradito ai soli elettori certi di centrosinistra, un gruppo piuttosto ristretto, a vedere i risultati. Forse, allargando la platea dei votanti anche ai non elettori del PD, si sarebbe tastato meglio il polso di tutto l'elettorato, anche di quella frangia borderline che aspetta sempre piccoli segnali per accordare il voto o negarlo. Per dirla chiara, suffragato in questo anche da una personale raccolta di opinioni tra non simpatizzanti di centrosinistra, Renzi avrebbe raccolto molte più simpatie e voti, ma capisco che ora si parla a cose fatte e che l'effetto Renzi avrebbe anche potuto allontanare i voti dei più tradizionalisti.
Comunque, in un periodo in cui tutti parlano di rinnovamento, in cui i cittadini chiedono cambiamenti e speranze, Bersani e molti altri candidati rappresentano il vecchio che avanza, quell'usato sicuro solo per i fedelissimi ma non per gli altri, e i fedelissimi si sono anche assottigliati.
Infine, un altro aspetto forse da non sottovalutare, anche se aneddotico.Ricordo che nel periodo pre-elettorale, specialmente delle amministrative, nell'imminenza del voto c'erano sempre lavori di rifacimento del manto stradale e della segnaletica orizzontale. Era, ed è, un modo un po' ruffiano di rivolgersi al cittadino e farsi benvolere, mostrandogli una vicinanza interessata e molto limitata nel tempo. D'accordo, puoi non farlo, non succede niente ma non puoi mostrare la parte più inefficiente e spietata proprio sotto le elezioni, senza immaginare che questo si ritorcerà contro la parte politica che rappresenti. I cittadini giudicano il livello nazionale anche da quello che fanno le varie giunte locali e mantenere efficienza e contatto con i cittadini è un aspetto fondamentale per ritrovarselo a livello nazionale. Una maggiore presenza, una vicinanza dei partiti che reggono le giunte cittadine avrebbe, ed ha, sicuramente un effetto di convincimento sull'elettorato più indeciso che, per quanto piccolo possa essere, è comunque importante.
Bersani non ha perso perchè ha vinto Berlusconi ma perchè, oltre a non saper raccogliere i delusi del centrodestra, non ha saputo tenere i delusi del centrosinistra. Dico perso perchè non riuscire ad avere la maggioranza facile alla Camera e al Senato con il centrodestra di quest'ultimo anno vuol dire perdere.
Nel 2008 il centrosinistra alla Camera prese 13,7 milioni di voti, nel 2013 ne ha presi 10,0 milioni, con una perdita netta di 3,7 milioni di voti; idem al Senato dove nel 2008 prese 12,5 milioni di voti e nel 2013 9,7 milioni. Molti di questi voti sono andati probabilmente a Grillo. E' un grave errore cadere nel populismo ma è un errore ancora più grave non comprendere quello che vogliono i cittadini, compresi molti dei tuoi simpatizzanti.
Tanto per dire, anche Berlusconi ha perso moltissimo: il centrodestra nelle due elezioni citate è passato da 17,0 milioni a 9,9 milioni alla Camera e da 15,5 a 9,4 milioni al Senato.
Non aver compreso il grado di stanchezza di una parte dei cittadini nei confronti della vecchia politica, tra cui molti dei propri elettori, è stato il più grave errore del centrosinistra. Non riuscire a dare una speranza, il sogno di un cambiamento possibile ma fidare unicamente nella compattezza dei propri fedeli elettori, è stato il colpo di grazia, con ciò candidandosi a quello che, obiettivamente con grande sorpresa, è successo: non la rimonta di Berlusconi, che pure c'è stata, ma l'exploit di Grillo, che quasi dappertutto ha tolto voti al centrosinistra.
Ora, tardivamente, Bersani dice "Vediamo cosa vuole fare" rivolto a Grillo. Tutto sommato, prossimamente ci attendono giornate assai poco noiose.
image credit cinquegiorni.it
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