La legge 22 febbraio 2000 n 28, modificata poi dalla legge 6 novembre 2003 n. 313, all'articolo 8 disciplina i sondaggi politici ed elettorali:
1. Nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto.
2. L'Autorità determina i criteri obbligatori in conformità dei quali devono essere realizzati i sondaggi di cui al comma 1.
3. I risultati dei sondaggi realizzati al di fuori del periodo di cui al comma 1 possono essere diffusi soltanto se accompagnati dalle seguenti indicazioni, delle quali è responsabile il soggetto che ha realizzato il sondaggio, e se contestualmente resi disponibili, nella loro integralità e con le medesime indicazioni, su apposito sito informatico, istituito e tenuto a cura del Dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri:
a) soggetto che ha realizzato il sondaggio;
b) committente e acquirente;
c) criteri seguiti per la formazione del campione;
d) metodo di raccolta delle informazioni e di elaborazione dei dati;
e) numero delle persone interpellate e universo di riferimento;
f) domande rivolte;
g) percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda;
h) data in cui è stato realizzato il sondaggio.
La legge, detta anche della par condicio, contiene le "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica". La legge nasce con l'intento di regolare l'apparizione sui media, specialmente quelli televisivi, anche in considerazione della presenza tra le forze politiche di qualcuno che possieda delle reti televisive.
Oggi è l'ultimo giorno per la diffusione dei sondaggi politico elettorali. L'Agcom, oltre ad aver esteso anche agli smartphone il divieto di diffusione dei sondaggi, ha pubblicato un monitoraggio della presenza televisiva e radiofonica delle forze politiche nel periodo 28 gennaio 3 febbraio disponibile qui. Tra PD e PdL, per esempio, il tempo di parola nei 3 Tg Rai è più o meno uguale, PD 21,81%, PdL 19,47%, ma se si considerano anche RaiNews e RaiNews (Rai3) il PdL sale a 25,27% e il PD scenda a 13,73%. Se si considerano invece tutti i telegiornali Mediaset, il tempo di parola di PD 25,52% e PdL 26,02% è molto più simile. Ecco di seguito un riassunto del tempo di parola dei soggetti politici sui vari canali televisivi
- Rai: PdL 25,27% - PD 13,73%
- Mediaset: PdL 26,02% - PD 25,52%
- Telecom: PD 19,49% - PdL 13,74%
- Sky: PdL 22,80% - PD 19,73%
Oltre il tempo di parola, cioè il tempo in cui un politico parla direttamente, c'è il tempo di notizia, cioè il tempo dedicato dai giornalisti a un politico o a una forza politica: insieme formano il tempo di antenna. Quest'ultimo dato è riassumibile così (tra tutti i soggetti politici, esclusi quelli istituzionali)
- Rai: PdL 28,26% - PD 25,23%
- Mediaset: PdL 29,68% - PD 26,45%
- Telecom: PdL 39,48% - PD 21,24%
E così, siccome è l'ultimo giorno, ecco gli ultimi sondaggi disponibili: (fonte sondaitalia.com)
SWG ad Agorà (8 febbraio - 1 febbraio)
- Centrosinistra: 33,8% - 32,8%
- Centrodestra: 27,8% - 27,8%
- M5S: 18,8% - 18,0%
- Centro: 13,4% - 14,2%
Euromedia Research a Porta a Porta
- Centrosinistra: 34,4%
- Centrodestra: 32,7%
- M5S: 14,5%
- Centro Monti: 12,3%
Ispo a Porta a Porta
- Centrosinistra: 37,2%
- Centrodestra: 29,7 %
- M5S: 14,3%
- Centro Monti. 12,9%
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