Nel febbraio di quest'anno, Demos&Pi, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis realizzavano uno studio sulla sicurezza dal titolo Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa. Annidato in questo rapporto vi era anche un sondaggio, in Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna, sulla fiducia nelle istituzioni nazionali ed europee. Il risultato non è eclatante, almeno per quanto riguarda l'Europa e, per gli italiani, per le istituzioni in genere. La figura qui sotto, tratta dal Rapporto, chiarisce la situazione.
Solo il 27,1% degli italiani ha fiducia (moltissima o molta) nelle istituzioni europee, appena un po' di più degli euroscettici inglesi situati al 26,5%. Con questi numeri, non stupisce che per aversi un minimo di discussione sull'Unione Europea si debbano ringraziare proprio gli euroscettici, come afferma Ilvo Diamanti, perchè è proprio grazie a loro che comunque si parla di Europa, nonostante il disamore (o l'indifferenza) mostrato nei sondaggi.
Se si guarda alla fiducia che gli italiani hanno nei confronti dello Stato e delle regioni la situazione è ancora peggiore, dunque quel 27,1% sembrerebbe un risultato clamoroso. La realtà dei fatti deve probabilmente tener conto anche della conoscenza (e dell'interesse) delle due diverse istituzioni da parte degli italiani, nazionale ed europea e della diversa presenza sui media. Da una parte si può dire che la sfiducia nello Stato è presente per conoscenza diretta, dunque motivata, dall'altra per mancanza di conoscenza, quindi probabilmente immotivata. Lo Stato italiano, sotto forma di politici, parlamentari, governanti, è presente continuamente su televisioni, carta stampata e rete, e su queste basi gli italiani possono farsi le loro opinioni, molto spesso di rifiuto, a causa dei continui scandali. Sull'Europa gli italiani sanno di meno, conoscono solo alcuni aspetti, tra i quali il rigore di matrice tedesca e i presunti effetti dell'euro, e probabilmente ripongono poca fiducia nelle istituzioni europee per quel poco che credono di sapere, e non perchè sfavorevolmente colpiti dagli scandali o dalle scelte politiche.
Si può ribadire che gran parte della sfiducia nello Stato è generata dalla corruzione in ambito politico (unita alla crisi economica) mentre la sfiducia nell'Europa è dovuta, più che altro, a una conseguenza di questa corruzione (e crisi), cioè la richiesta di rigore che l'Unione fa in generale, proprio perchè al suo interno sono presenti paesi poco affidabili, più che a una vera e propria cattiva gestione politica delle istituzioni europee.
In definitiva, a vedere questi sondaggi, forse più che di euroscetticismo si potrebbe parlare di italoscetticismo ma, come per tutte le questioni dove prevale l'affetto, lo scetticismo italico cede il posto alla rivalità politica e così, al momento del voto, si premia il proprio senso di appartenenza al clan più che la volontà di cambiare. Forse la sfiducia nei confronti dello Stato è costruttiva, perchè si pensa sempre che i membri delle istituzioni possano migliorare, mentre la sfiducia nei confronti dell'Europa è distruttiva, perchè su quel versante si possono scaricare tutte le colpe. Altrimenti, visti i risultati del sondaggio, non si spiegherebbe come mai lo scetticismo si presenti solo alle elezioni europee e non (anche, e così massicciamente) a quelle politiche.
image credit www.osservatorio.it
é_é
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