giovedì 16 giugno 2011

Il ministro Brunetta e l'affermazione sui precari: una video spiegazione?

Forse lo fanno solo per farsi notare, perchè altrimenti rischiano di essere invisibili a chi può decidere della loro sorte tragicamente, certa e incerta allo stesso tempo. Certa, perchè l'unica certezza che hanno è quella di non avere futuro, incerta per lo stesso motivo, perchè quell'incertezza impedisce di costruirlo, il futuro.
Questo come tentativo di risposta alla domanda che si pone Brunetta: perchè lo fanno?
Il ministro Brunetta replica alla sollevazione che c'è stata sulla rete, riguardo i fatti accaduti ieri, con un video su Youtube in cui spiega come sono andate le cose. Però la sua ricostruzione non è proprio rispondente al vero, come si vede osservando il video dell'intervento al Convegno nazionale sull'Innovazione. DiBaRocks, su Youtube, effettua un montaggio della ricostruzione del ministro con il video originale, e ne esce fuori una realtà leggermente diversa. Appena Brunetta sente siamo della rete dei precari...prende e scappa senza dire affatto l'argomento è troppo complicato e lungo.



Già il fatto che si ricostruisca la vicenda in maniera imprecisa e a sè favorevole, non depone a favore della buona fede. Mettiamoci una certa qual mancanza di sopportazione del centrodestra per le interruzioni a convegni e assemblee (non del tutto ingiustificata) e avremo tutti gli ingredienti che hanno composto la reazione del ministro: ormai, tutti quelli che fanno domande scomode o turbano l'armonia sono squadristi.
Come fa il ministro a dire che quelle persone non erano precari, e se lo erano che significa approfittano di un disagio vero per fare incursioni squadristiche? Non è forse anche il loro, il disagio
Non per cercare di risolvere i problemi, continua Brunetta. Ma come dovrebbero fare, per far conoscere la loro situazione? Il discorso del ministro è tutto su questo tono: costoro sono dei professionisti dell'interruzione, a suo dire, che cercano lo scontro e non la soluzione. In questo modo giustifica, a posteriori, la sua bruciante affermazione -siete l'Italia peggiore- che ovviamente non può essere riferita ai lavori, tanto meno precari.
La sensazione generale di questi fatti è che vi sia un distacco tra la politica e la vita reale a volte difficilmente colmabile. E' la stessa situazione che ho notato in certi medici. Non  guardano il paziente ma la cartella clinica: è tutto un prescrivere, un aggiustare i farmaci, il paziente, dal loro punto di vista, è un accessorio.
Questo accade a volte con la politica. Si guardano i dati, si stilano tabelle, e intanto la realtà, che è sempre molto più cruda di tutto quello che si può scrivere, rimane ai margini. Così quando irrompe, sembra violenta. Ma è solo disperata. Una disperata realtà.
Anche la sua definizione della rete come manganello squadristico è fuori logo. Senza il sorriso (finto) di chi promette cose che non manterrà la rete, pur tra gli alti e i bassi, tra le cose buone e quelle pessime, è un luogo, finalmente, in cui i  finti sorrisi e le false promesse non bastano più. La comunicazione non è più unidirezionale, non è più un'informazione comizio. La rete permette anche a chi sta dall'altra parte di poter intervenire, di non essere una semplice spugna che si imbeve di tutto quello che gli viene detto. Chi ne ha paura, denuncia apertamente il suo terrore per la libertà, nonostante la gran pompa del nome.
Ecco l'intervento completo di Brunetta.




Aggiornamento del 16 giugno: ne fornisce una quasi versione stenografica anche Metilparaben  in questo Tutto Brunetta minuto per minuto .

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