La tv di Stato ha scelto il suicidio Nessun network licenzierebbe uno così
così titola Aldo Grasso sul Corriere, Santoro andava contrastato con trasmissioni migliori, continua il critico, preferisco dire con altre trasmissioni, ma l'idea è la stessa, si vede lontano un miglio l'intento punitivo, anche contro i propri interessi (Rai) e contro il cosiddetto pluralismo.
Dipollina, su Repubblica, titola
La Stampa invece evidenzia il futuro di Santoro, che dovrebbe essere a La7
L'addio di Santoro alla Rai Mentana: Lo aspetto a braccia aperte
Si apprende anche che la conferenza stampa prevista per oggi è stata annullata.
Su altri aspetti punta invece Libero
evidenziando la buonuscita record dell'anchorman.
Sulla stessa linea il Giornale
risolto un equivoco, precisano al Giornale, non si può piegare un talk show a scopi politici e personali. E un governo? Un governo lo si può piegare invece, aggiungo io? Infine definiscono La7 la nuova Telekabul.
Comunque, in definitiva, altra brutta figura delle istituzioni pubbliche. Non è un martire, Santoro, questo è chiaro. Ma è tutto l'insieme di cose a essere oscuro. Pensare di silenziare Santoro cacciandolo dalla Rai è pura utopia, intendere la Rai come al servizio del governo di turno è invece molto più pericoloso, è indice di un modo di intendere la politica molto simile alla conduzione di un'azienda: uno comanda, tutti gli altri obbediscono, vietate le critiche (pena licenziamento -q.e.d.).
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