martedì 26 luglio 2011

I privilegi della casta svelati da un deputato

Non si tratta del precario arrabbiato Spider Truman  ma di un protagonista della casta, un parlamentare. Si chiama Carlo Monai, è deputato dell'Idv, ed è l'unico che ha deciso 
di raccontare a "l'Espresso" com'è cambiata la sua vita da quando è entrato nella casta. 
Sulla scorta di quello che sta succedendo nel nostro paese, esasperato dai sacrifici continui cui lo sottopone il governo, per rientrare dal mastodontico debito pubblico accumulato, monta la cosiddetta antipolitica, che se uno legge bene significa: contro questa politica.
E contro questa politica, adesso si scaglia anche uno dei suoi protagonisti. Non solo giornalisti, commentatori, analisti, opinione pubblica, bloggers ed ex dipendenti dunque, ma anche gli stessi politici.
Siamo arrivati a un punto che, ormai, l'enumerazione di tutti i privilegi della casta dei parlamentari mi dà  l'idea di qualcosa di morboso, come se non fosse più la sorpresa della scoperta originaria di un peccato inconfessabile ma il godimento malato di chi sprofonda ancora di più in una pratica masochistica.
Eppure ne parlo di nuovo anch'io e ne ho sempre parlato. Faccio un paragone con  quello che succede in quasi tutte le famiglie, quando c'è un periodo di carestia le rinunce più gravose spettano ai genitori, non ai figli. Esattamente il  contrario di quello che succedeva  e succede nel rapporto politici-cittadini: con i politici che non rinunciano a niente e i cittadini che devono rinunciare a tutto.
Ha ancora senso la lunga sequenza di privilegi, dispiegata quasi oscenamente ai nostri sensi increduli ma desiderosi di vedere e ascoltare, quasi che la conoscenza di tanta nuova ingiustizia fornisse nuova giustificazione al nostro disprezzo? 
Non è così che ho mai immaginato, o forse è meglio dire desiderato, la classe politica. Con certezza matematica, la vicinanza dei mondi economico e politico genera mostri, con corruzione e concussione a far da capofila.
photo aphaza
Una conseguenza di questo stato di cose è la formazione di una zona franca nella quale convivono inefficienza e spreco. Ancora maggiori dei privilegi della casta, i costi esuberanti e i ritardi nella consegna delle opere pubbliche, che hanno come conseguenza la caduta di fiducia nelle istituzioni, sono i veri e reali cancri della nostra vita politica e sociale. La corruzione che alligna in ogni settore pubblico, la distrazione di fondi, ben oltre il livello fisiologico, generano un sentimento di cinismo e disgusto del cittadino nei confronti di tutto ciò che è pubblico, finendo per autorizzare ogni deviazione nell'illegalità con inclusa autoassoluzione  dovuta alla constatazione che in alto non sono migliori di noi.
E dunque sia così, eccovi ancora un bagno nei privilegi (altrui), accompagnati da un testimone d'eccezione.
«Noi siamo a Roma da martedì al giovedì sera»
inizia Monai, chiarendo in questo modo la durata della settimana lavorativa del parlamentare. 

«Ma in questa legislatura pare che stiamo facendo peggio che mai: spesso lavoriamo due giorni a settimana, e il mercoledì già torniamo a casa. Nel 2010 e nel 2011 l'aula non è mai stata convocata di venerdì. Le sembra possibile?»

Cominciamo subito dalla busta paga, che è identica
a quella dei suoi colleghi: l'indennità netta è di 5.486,58 euro, a cui bisogna aggiungere una diaria di 3.503,11 euro. Per ogni giorno di assenza la voce viene decurtata di 206 euro, ma solo per le sedute in cui si svolgono le votazioni. E se quel giorno hai proprio altro da fare, poco male: basta essere presenti anche a una votazione su tre, e il gettone di presenza è assicurato ugualmente. Lo stipendio è arricchito con il rimborso spese forfettario per garantire il rapporto tra l'eletto e il suo collegio (3.690 euro al mese), e gli emolumenti che coprono le uscite per trasporti, spese di viaggio e telefoni (altri 1.500 all'incirca). In tutto, oltre 14 mila euro al mese netti. Ai quali molti suoi colleghi con galloni possono aggiungere altre indennità di carica. 
A cui si devono aggiungere
altri 3.690 euro destinati ai portaborse [...] altri 3.098 euro l'anno per pagare le telefonate [...] Per i computer? Abbiamo un plafond di altri 1.500 euro [...] rimborso mensile per taxi da 1.007 a 1.331 euro al mese. 
E per quanto riguarda gli sconti dalla case automobilistiche
 «Il precario che su Internet ha svelato gli sconti che ci fa la Peugeot s'è dimenticato che anche altre case offrono benefit simili: ho ricevuto offerte dalla Fiat, dalla Mercedes, dalla Renault. Dal 10 al 25 per cento in meno. Credo che lo facciano per una questione di marketing»
Idem per i viaggi
Ogni parlamentare ha una tessera che gli consente di non pagare l'autostrada, i treni e gli aerei (sempre prima classe) e le navi, in modo da potersi spostare liberamente sul territorio nazionale. «Tutto gratis, anche se devo andare al compleanno della nonna», chiosa l'onorevole. «Dovrebbero essere pagati solo i viaggi legati al nostro incarico pubblico».

Mi sa che questo Monai aveva voglia di rovinare il precario arrabbiato, che ora avrebbe tutto il diritto di essere doppiamente arrabbiato, vista la rottura di uova nel paniere da parte del nuovo rivelatore. Ma non è solo questione di scoprire altri privilegi, nuovi benefits, il problema è: a quando qualcuno che spazzerà via tutto questo per ricominciare dall'inizio? 
  

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