martedì 18 ottobre 2011

E' morto il poeta Andrea Zanzotto

Il primo libro di poesie di Andrea Zanzotto che lessi fu Il galateo in bosco, prima parte di una trilogia che comprende Fosfeni e Idioma.
E' un poeta che ho sempre amato e il modo migliore di ricordarlo è con i suoi versi.

Esistere psichicamente [ da Vocativo]
Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch'io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d'inferno
degli atomi e il conato
torbido d'alghe e vermi,
chiarore uovo
che nel morente muco fai parole
e amori. 




"L'attimo fuggente" [da IX Egloghe]
 "Le front comme un drapeau perdu"

Ancora qui. Lo riconosco. In orbite 
di coazione. Gli altri nell'incorposa 
increante libertà. Dal monte
che con troppo alte selve m'affronta
tento vedere e vedermi,
mentre allegria irrita di lumi
san Silvestro, sparge laggiù la notte
di ghiotti muschi, di ghiotte correntie.
E. E, puro vento, sola neve, ch'io toccherò tra poco.
Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi.
In voi fui, sono, mi avete atteso,
non mai dubbio v'ha offesi.
Sarai, anima e neve,
tu: colei che non sa
oltre l'immacolato tacere.
Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E.
E' questo il sospiro che discrimina
che culmina, "l'attimo fuggente".
E' questo il crisma nel cui odore io dico:
sì, mi hai raccolto
su da me stesso e con te entro
nella fonte dell'anno.


[fonte Club degli Autori]




IV [da La Beltà]
L’archi-, trans, iper, iper, (amore)(statuto del trauma)
individuato ammonticchiato speso
con amore spinta per spinta
- a luci basse e filo di terra,
a sole a sole perfino -
spallate gomitate
come in un pleonastico straboccante
canzoniere epistolario d’amore
di cui tutto fosse fonemi monemi e corteo,
in ogni senso direzione e varianza,
babele e antibabele
volume e antivolume
grande libro verissimo verosimile e simile,
grembo di tutte le similitudini: gremito di una sola similitudine:
talvolta un’identità ne effiora
una specie più specie e suggelli,
e c’era in vista tutta una preparazione
un chiamarsi e chiamare in causa: o, O:
assodare bene il vocativo
disporlo bene e in esso voi balzaste
ding ding ding, cose, cose-squillo, tutoyables à merci,
non le chantage mais le chant des choses,
con crismi eluardiani fortemente amorosi
tutte come a corona intorno a noi, note animelle,
e tintinna nell’eterno la collana.
Ammiravo il collo la collana la vocale e la voce.
Allora: ma, vezzo, persisto e sento il linguaggio
come un una uni salire dentificare leggermente caramente.
Vacuoli d’oro, se si permette: un momento-movimento.
Vacuolare libertà nel grosso, nel grasso.
 [fonte via delle belle donne]





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