domenica 29 aprile 2012

Come utilizza la chiesa l'8 per mille? Solo un quinto in opere caritatevoli

Periodicamente torna a circolare su internet l'ammontare dei soldi che la chiesa riceve, direttamente o indirettamente, dallo Stato e dagli altri enti pubblici. E' una cifra considerevole, calcolata abbastanza precisamente dall'UAAR: si tratta di poco più di 6 miliardi di euro. Il calcolo con tutti gli introiti è pubblicato dettagliatamente sul sito i costi della chiesa. Non vi è certezza che sia preciso al 100% però è attualmente uno dei pochi che fornisce un'analisi dettagliata di ogni singola voce, con tanto di fonti e dati.
Di questi 6 miliardi i  proventi derivanti dall'8 per mille ammontano a poco più di 1 miliardo.
Di questo miliardo, la Conferenza episcopale fornisce il prospetto di come viene impiegato. Dico subito che la parte destinata per interventi caritativi è circa 235 milioni, il 21%  del totale [fonte CEI). Siccome però l'8 per mille non è l'unica fonte di finanziamento pubblico, non so se è ragionevole estendere anche alle altri fonti la ripartizione utilizzata per l'8 per mille.
Ecco la ripartizione dell'8 per mille per l'anno 2011



Come è agevole notare, il 74% degli introiti dell'8 per mille finanzia gli stipendi dei preti e attività ed edilizia della chiesa, mentre solo il 21% è destinato ad opere caritatevoli. Per fare un esempio, un'associazione onlus come Save The Children, utilizza in questo modo i fondi che riceve attraverso il 5 per mille e le donazioni private: su quasi 36 milioni di fondi, il 75% viene destinato all'attuazione dei programmi mentre il restante 25% per costo del personale e costi di gestione vari. In realtà non tutto questo 75% (quasi 27 milioni di euro) viene impiegato nei programmi, perchè bisogna calcolare altri costi come personale e collaborazioni occasionali, viaggi, spese postali e così via. Alla fine, di questi 27 milioni, 21,9 sono quelli destinati all'attività caritatevole vera e propria. In definitiva, il 60,8% di tutti i fondi sono quelli destinati alla mission di questa onlus, mentre il restante 39,2% copre i costi. E' facile osservare come, rispetto alla chiesa, è quasi il triplo l'ammontare dei fondi che  vengono utilizzati per finanziare gli aiuti [vedi Bilancio al 31 dicembre 2010].
Non è dato sapere se tutte le onlus hanno questi standard anzi, secondo un articolo di Repubblica del 2010, esiste un'area grigia che sfrutta il mondo non profit in maniera illecita. Per esempio, considerando che le associazioni no profit sono circa 200 mila e che, secondo stime basate su una serie di controlli (su 200 società controllate 35 risultavano evadere il fisco per una somma tra 50 e 100 mila euro) il 17,5% era irregolare per una cifra tra 50 e 100 mila euro, si può ipotizzare all'incirca 2 miliardi di euro di truffe ai danni dello Stato [si veda Pub, agriturismo, palestre ecco i furbetti del non profit]. Per pura curiosità, tutto il bilancio delle onlus per l'anno 2008 vale 23 miliardi, dati Cnel-Istat, secondo quanto riportato nello stesso articolo. Dove ci sono tanti soldi si annida l'inganno, è una massima purtroppo sempre vera e in epoca di crisi occorre raddoppiare gli sforzi per snidare i falsi no profit.

In definitiva, la chiesa cattolica come organismo caritatevole rende meno di altre onlus. Infatti, il costo maggiore è quello riguardante il culto. Sarebbe senz'altro gradita, specie in momenti come questo, un'iniziativa da parte delle autorità ecclesiastiche o nel senso di ridurre il peso del loro finanziamento sulle casse pubbliche o nel senso di aumentare le somme da destinare alle opere caritatevoli, almeno al livello medio di quello destinato dalle altre onlus.



imagecredit
chiesacattolica.it
it.wikipedia.org

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