venerdì 27 luglio 2012

Conferenza delle Regioni: parere negativo sulla spending review

Mappa degli Stati Federali (in verde)
Avevo cominciato a cercare in rete qualche lavoro su  centralismo e federalismo, per verificare se poi in effetti il federalismo sia portatore di questa superiore efficienza e di questo maggiore controllo da parte dell'elettorato. Ma mi sono fermato. Intanto noto, osservando a volo d'uccello i giornali, che i maggiori scandali riguardano proprio le amministrazioni locali: tre presidenti di regione indagati, insieme a numerosi consiglieri di una regione del nord, alcuni comuni commissariati, una regione che lo sta per essere, e così via. Certo, senza scordarsi che vi sono ancora dei parlamentari sotto inchiesta, che un sottosegretario si è dovuto dimettere e altre amenità a livello centrale. Però, così a occhio e croce, le amministrazioni locali sembrano più attive, in quel senso.


Perchè dico questo? Ma perchè questa spending review finisce che non piace a nessun'altra amministrazione che non sia quella centrale: non piace ai Comuni, che dicono che verranno messi a rischio stipendi (per il momento non più con la trasfusione di 800 milioni) e poi i servizi; non piace alle Province che dicono che verrà messo a rischio l'apertura delle scuole e non piace, infine, nemmeno alle Regioni, che hanno da ridire un po' su tutto.  Da qui la domanda: ma allora, se il federalismo è la via migliore, che Comuni, Province e Regioni abbiano la loro facoltà impositiva, in piena autonomia, distinta da quella dello Stato centrale, e che ognuno si occupi di fornire un servizio esclusivo. E' un modo migliore di gestire l'amministrazione pubblica? Intanto, non sapendo rispondere alla domanda, vi lascio con il comunicato della conferenza delle regioni:

la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome valuta negativamente i contenuti del decreto-legge evidenziando quattro aspetti del provvedimento ritenuti fortemente critici che presentano anche profili di incostituzionalità. La Conferenza, in ragione della difficile congiuntura che il Paese sta attraversando, nel condividere gli obiettivi di razionalizzazione e efficientamento della spesa pubblica, ritiene indispensabile che sia garantita la coerenza tra il titolo del Decreto-legge e i contenuti dello stesso. Il provvedimento così come emanato comporta un taglio reale ai servizi essenziali a favore dei cittadini che la Conferenza vuole scongiurare. Per questa ragione si rende disponibile in ogni sede al confronto istituzionale per ricercare congiuntamente le migliori soluzioni.
SANITA’: Per quanto riguarda la Sanità le disposizioni del Decreto-legge apportano tagli insostenibili. Si chiede al Governo di attivare un Tavolo di lavoro congiunto con il supporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.) per la verifica puntuale sui prezzi di riferimento, sui dati relativi al settore dei beni e servizi e delle tariffe. Le Regioni sono infatti intenzionate a dimostrare con dati reali che l’impianto del Decreto-legge, combinato agli effetti delle precedenti manovre finanziarie – Legge n. 111/2011, non consente di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute 2013–2015, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema Sanitario Nazionale. In ogni caso, comunque, le Regioni chiedono il supporto all’Age.Na.S. per ottimizzare la spesa senza tagliare i servizi.
Si evidenzia, inoltre, il pesante depauperamento del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che per l’anno 2012 risulta pressoché azzerato.
PROVINCE: La riforma degli assetti istituzionali locali prevista dall’articolo 17 e seguenti del Decreto-legge non può trovare l’accordo delle Regioni laddove venissero confermate le disposizioni attuali che realizzano la riforma non con un intervento dal basso, più rispettoso dell’articolo 133 della Costituzione, ma attraverso la definizione di criteri e parametri predeterminati a livello centrale determinando una compressione nell’autonomia dei territori alla definizione delle scelte nonché una inevitabile confusione per quanto attiene, in particolar modo, le funzioni da esercitare da parte delle nuove Province. E’ quindi necessario riportare alla competenza delle Regioni il ruolo di soggetto regolatore della governance locale, prevedendo l’intesa del Consiglio delle Autonomie locali, così da consentire scelte più efficaci in termini di razionalizzazione dei livelli e riduzione della spesa pubblica, chiarendo così nelle norme che non ci sono Province soppresse e Province che rimangono, ma si tratta di un riordino complessivo.
SOCIETA’: Gli articoli 4 e 9 del Decreto-legge intervengono con disposizioni precettive escludendo per le pubbliche amministrazione il ricorso delle società in house da un alto e dall’altro a limitare fortemente l’utilizzo, ed in alcuni casi alla totale soppressione, degli enti strumentali, aziende ed agenzie delle Regioni e degli enti locali. E’ evidente come tali norme, che presentano anche profili di incostituzionalità, ledono fortemente l’autonomia organizzativa degli enti territoriali ed in particolare delle Regioni.  Inoltre, dal collegamento delle citate disposizioni con quelle previste agli articoli 17, comma 10, 18 comma 7 e 19 comma 1 che individuano le funzioni fondamentali di Province Comuni e Città metropolitane, il nuovo assetto delle funzioni, specie per settori nevralgici come l’ambiente o la protezione civile, risulterà oltremodo frammentato sia a livello gestionale che di attribuzione di responsabilità, con rilevanti conseguenze per i livelli occupazionali e un possibile aumento complessivo della spesa venendo meno le economie di scala.
Tra l’altro, per quanto attiene le disposizioni dell’articolo 4 del Decreto si impone una riflessione in ragione dei contenuti della sentenza n. 199 del 20 luglio 2012 della Corte Costituzionale.
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: Con riferimento al tema del Trasporto pubblico locale la Conferenza evidenzia la situazione in cui versa il settore sul quale oggettivamente ricade il taglio dei 700 milioni di euro per il 2012 e di 1000 milioni per gli anni successivi disposti dall’articolo 16 del Decreto-legge. La riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni, operata con le ultime manovre, pone a rischio la tenuta dell’intero sistema con conseguenze per i cittadini in termini di riduzione dei servizi e di forte riduzione dei livelli occupazionali. Questo perché ad oggi gli unici trasferimenti continuativi e di parte corrente alle Regioni da parte dello Stato sono quelli del Trasporto pubblico locale. La Conferenza ribadisce pertanto le richieste più volte avanzate nelle sedi istituzionali e già sancite in norme e accordi di mettere a disposizione del Trasporto pubblico locale in maniera strutturale congrue risorse che consentano tra l’altro di riorganizzare il settore.[comunicato conferenza regioni]
Qui il testo completo con gli emendamenti regionali alla spending review.


imagecredit  en.wikipedia.org/wiki/Federalism

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