giovedì 2 maggio 2013

L'Italia (la UE) e la democrazia diretta tipo Svizzera

Per una volta tanto non è solo Grillo ad invocare strumenti in uso in altri paesi, tipo la Svizzera, come potenzialmente salvifici per l'Italia. Anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung, un quotidiano tedesco conservatore, più di destra che di sinistra,  invoca la soluzione svizzera, non espressamente per la nostra asfittica democrazia bensì per l'intera UE, vista in uno stato di storico deficit democratico.
Lo strumento democratico in questione è nient'altro che il referendum, esteso nella sua funzione fino a diventare vero e proprio sistema decisionale ovvero una forma pratica di democrazia diretta, come detto, tante volte invocata da Beppe Grillo. In questo modo la scelta ritorna ai cittadini, in nome e per conto dei quali dovrebbero agire i parlamentari. Che così non sia, oltre essere evidente fin troppe volte nelle situazioni interne, sembra si sia palesato anche per quanto riguarda l'intera Unione Europea, organismo ancora più distante dai singoli cittadini dei già distanti Stati nazionali.
Qual è il risultato dell'utilizzo massiccio di questa cosiddetta democrazia diretta? Se quanto riporta l'articolo è corretto i risultati sono molto confortanti, almeno in termini di minori spese
I risultati sono abbastanza eloquenti: le collettività territoriali spendono meno quando i cittadini possono decidere da soli dell'utilizzo del loro denaro. La loro parsimonia ha l'effetto di alleggerire la pressione fiscale. Inoltre anche il debito si riduce grazie a referendum finanziari che permettono ai cittadini di controllare direttamente la gestione dei fondi pubblici al posto dei governi.
senza compromettere la redistribuzione
Questo però non significa che la solidarietà viene trascurata. Anche se i cantoni che praticano la democrazia diretta redistribuiscono globalmente meno, questo non vuol dire che il livello di redistribuzione sia insufficiente per i più poveri. L'ineguaglianza sociale non è più forte nei cantoni che praticano la democrazia diretta. Al contrario tutto fa credere che in questi cantoni i trasferimenti sociali siano più mirati.
In questo modo, qualsiasi governo e qualsiasi maggioranza ci si trovi, anche quella strana che ci ritroviamo attualmente, sarebbe controllata dai cittadini ai quali spetterebbe sempre l'ultima parola. Perchè non andare decisamente lungo questa direzione? Forse perchè questo toglierebbe molto potere ai partiti (restituendolo, in parte,  al popolo)?
Da notare che una delle ultime consultazioni referendarie in Svizzera è la cosiddetta iniziativa Minder [neretto mio], molto emblematica
Anche a sinistra risuona l’appello che chiede "più Svizzera". Si tratta di una novità. All'origine di questa nuova attrazione di Berlino e di Bruxelles per la Confederazione elvetica è il referendum svizzero sull'"iniziativa Minder" – un'iniziativa popolare contro le retribuzioni eccessive il cui promotore, Thomas Minder, è responsabile di un'impresa familiare e consigliere agli stati senza un'etichetta precisa.
Consiglio la lettura della traduzione dell'articolo disponibile su Press Europ [trad. Andrea De Ritis]



image credit rsi.ch 

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