venerdì 12 luglio 2013

Quando la percezione della realtà inganna: la statistica e l'opinione pubblica

Certamente, a sentire alcuni politici vecchi e nuovi, la stampa è un formidabile diffusore di bufale. Può sembrare l'estrema difesa di chi viene smascherato ma in mezzo a tanta autodifesa potrebbe anche esserci della verità. Ma quando i cittadini sono vittima di opinioni fallaci, chi è il responsabile, i media o i politici? E' quello che cerca di scoprire un lavoro della Royal Statistical Society che smaschera alcune percezioni errate della realtà da parte dei cittadini britannici. Ma di chi è la colpa, della stampa e delle televisioni, dell'uso strumentale e distorto che alcuni fanno delle notizie della cronaca o di chi queste notizie le legge e le ascolta?
In realtà, molte di queste percezioni della realtà che esitano in opinioni non vere, anche se si basano su fatti descritti con cura dalla stampa, sono il risultato di una sovra-rappresentazione di alcune notizie, che portano a ritenere i fatti descritti come prevalenti. Alcuni esempi della realtà britannica tratti dalla traduzione in italiano di PressEurop di un articolo dell'Independent:
 In media i britannici pensano che il tasso di gravidanze adolescenziali sia 25 volte più alto di quanto non sia in realtà. Una netta maggioranza della popolazione crede che la criminalità sia in costante aumento, quando in realtà i dati ufficiali parlano di una riduzione del 53 per cento degli episodi nel 2012 rispetto al 1995. La popolazione sopravvaluta (di 34 volte!) l’incidenza delle frodi ai danni dell’assistenza sociale, pensando che rappresenti il 24 per cento del totale quando in realtà non supera lo 0,7 per cento. 
Alla fine le responsabilità sono equamente divise tra media e classe dirigente  anche se, aggiungo, un briciolo di maggior consapevolezza nella lettura della realtà potrebbe metterla il cittadino.
Qui, sul sito della RSS, la classifica delle 10 false percezioni dei britannici.

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