C’è un lavoro su Plos che dimostrerebbe come in un compito di memorizzazione di una sequenza di scene, la presentazione concomitante di un compito di riconoscimento di lettere, con focalizzazione dell’attenzione su questo riconoscimento (con la scena da ricordare in sottofondo) aumenta la capacità di ricordare le scene rispetto all’assenza di questo compito. Questo purchè il compito di riconoscimento di lettere sia rilevante dal punto di vista comportamentale. La presenza di questo compito, pur sottraendo attenzione alle scene oggetto poi di investigazione al termine del test, finiva con il favorirne la memorizzazione a breve termine. È quello che potremmo definire un rafforzamento simultaneo, laddove il direzionamento dell’attenzione verso un oggetto bersaglio pur distraendo l’attenzione dal vero compito di memorizzazione finisce per conferirgli ugualmente importanza per la contemporaneità dell’evento.
Il discrimine forse è la caratteristica dell’elemento target di fissazione. Un target concentrato attrae maggiore attenzione motoria rispetto a un target diffuso. E la concomitanza dei due eventi fornisce alle scene da ricordare quell’aumento di memorizzazione che la loro natura troppo dispersiva (scene complesse) non consentiva.
Vi è una relazione tra queste caratteristiche di distribuzione dell’attenzione e memorizzazione di eventi e l’interferenza e la complessità rappresentazionale del sé?
Mi chiedo se possa darsi una relazione inversa. Se cioè una situazione di riconoscimento distribuito possa lasciarsi distrarre più facilmente da un evento concentrato come un’interferenza.
E il punto di vista particolare di ogni umano, caratteristica, potremo dire, fisica della sua mente, possiamo considerarlo una specie di bersaglio di fissazione che permette un aumento di memorizzazione a breve termine, ovviamente quando la correlazione sia rilevante per il comportamento?
Possiamo immaginare il sé come un elemento di fissazione permanente? In fondo noi sappiamo di essere noi stessi quasi ogni minuto della nostra vita da svegli, e ci ricordiamo le scene che viviamo, magari anche quelle che non hanno grandi appigli mnemonici, in virtù del fatto che avvengono simultaneamente alla fissazione dell’attenzione su noi stessi.
E forse è per il motivo opposto che durante il sonno, quando non esiste un compito di fissazione su di sé, la vita percettiva che viviamo attraverso i sogni ha scarsa importanza e il più delle volte non viene ricordata?
Ma c’è dell’altro.
Se è vero che una rappresentazione di sé poco complessa favorisce la mutabilità emotiva, gli alti e i bassi dell’umore, grazie a un’influenza maggiore su di sè degli eventi che si vivono, mentre su soggetti a elevata complessità rappresentazionale ciò non avviene, dobbiamo dedurne che nel primo caso vi è rilevanza comportamentale tra i due compiti (diciamo così) e cioè codificazione mnemonica del sé in contemporanea all’evento bersaglio (un qualsiasi evento della vita) , mentre nel secondo caso questo non si verifica.
Queste caratteristiche potrebbero dirci qualcosa sugli individui, posta la relativa eguaglianza di un evento al quale possono essere assoggettati, e cioè sulla “conformazione anatomica della mente”, insomma il punto di vista mentale, quello che insieme al punto di vista corporeo, pretende di guidare tutto l’organismo.
(to be continued…)
Paopasc, qui nella ricerchina (che me la sono letta tutta per overdose di tuo Nulla di questi giorni) si dice che non è tanto importante il "cosa", ma il "quando". E poi però ci vogliono costringere a memorizzare dei paesaggi noiosi con delle strade asfaltate deserte e dei monti silenti (scene apparentemente "simili", e perciò uguali a livello sensoriale), o delle scene comunque prive di esseri umani, ad esempio. L'esperimento è stato provato anche con sequenze di immagini differenti: uomini, sesso, mare... associate, per dire, a dei numeri, anzichè a delle lettere?
RispondiEliminaForse non ricordiamo i sogni perchè da svegli il nostro sè non riconosce quello dei sogni, ma non possiamo dire che nei sogni non esista, questo altro sè onirico, e che non sia altrettanto attraente a livello di concentrazione mnemonica: la prova ne è che è possibile recuperare la memoria onirica sempre, con l'ausilio di tecniche.
"Se è vero che una rappresentazione di sé poco complessa favorisce la mutabilità emotiva, gli alti e i bassi dell’umore, grazie a un’influenza maggiore su di sè degli eventi che si vivono, mentre su soggetti a elevata complessità rappresentazionale ciò non avviene" ecco questo tuo postulato io non l'ho ancora capito e quindi dissento (si può dissentire su ciò che non si comprende, spero?)
"l’interferenza e la complessità rappresentazionale del sé", dipendono anche da ciò che più o meno facilmente questo sè/noi è portato a memorizzare, credo.
Insomma, il punto di vista mentale, è veramente difficile da individuare, se non in un laboratorio dove la mente sia unica. E, se non altro per non cadere in contraddizione con la ricerchina, nessuno ha un identico WHEN, anche se può avere uno stesso WHAT. In quale momento della nostra vita biologica/emotiva faremo da cavie? Come si fa a stabilire se avremo lo stesso WHEN? Non è possibile.
Mi definiresti "interferenza", per favore? I messaggi subliminali sono a tutti gli effetti delle interferenze, oppure no?
Il messaggio subliminale che vorrei lanciarti, o Paopasc, è che certuni hanno fretta di avere dettagli, che se certun'altri non glieli danno magari c'hanno un calo di memoria, i certuni, e perdono la cencentrazione, per l'appunto. Per certuni invece è il contrario.
Tu che certuno sei? E io?
B
Che se avessi controllato l'anteprima non ce lo avrei messo l'apostrofino errato: me lo ricorderò, lo memorizzerò per la prossima volta!
RispondiEliminaSbagliando si ricorda, se si impara non lo so... I successi sono effimeri invece, di loro ci resta solo il WHEN, vero?
B
weeeeeee buon giorno pascucciii noto che collabpori con klikka bene bene
RispondiEliminaallora pao criticando l'artista va da se che critico anche l'uomo, del resto io avendo un acerta dimestiche zza con la musica posso affermare :non c'è paragone!: ne dal punto di vista dei testi, gran comunicaptore il vasco, stringato e ad effetto, ne da quello della costruzione musicale vera e propria, pezzi com e asilo republic (punk rock) o siamo solo noi (ballad rock) surclassano "certe notti" sono ancora in coma "metal" non ha paragone di sorta con alcun roker italiano (skiantos esclusi) demential rock questo ultimi
RispondiEliminaSul periodo ostico, significa semplicemente che immettere una quantità emotiva considerevole in un tratto di sè porta a rimorchio emotivo tutto quello che intacca o modifica questo tratto. Insomma la distribuzione emotiva nei vari tratti di personalità.
RispondiEliminaSe comprendo bene ciò che dici affermi che esiste una specie di consapevolezza di sè subliminale del sonno, non sufficiente per emergere come consapevolezza piena ma sufficiente per essere ricordata il giorno seguente. Non contrasta con la mia idea di stati di coscienza, no no.
Ti accontento subito: lei, cara signora B, rappresenta un'interferenza bella e buona. Bella e buona sono notoriamente complimenti.
Anche io ho bisogno di dettagli, ma è con la sintesi che si riuscirà a dare la risposta la generale.
intendi, baffer, la sovrapposizione, che c'è nell'artista vero, di uomo e artista?
RispondiEliminaMusicalmente il Liga non mi sembra arretrato da Blasco, ma diverso. Non so se tu hai l'ardire di definire Liga più commerciale o popolare, io opterei per un soft rock, che vira nella ballata. Ma, detto questo, non ci trovo nulla di artisticamente inferiore, per quello che capisco. Se poi tu dici: dal punto di vista di un certo hard rock, sporco e cattivo, l'uno è meglio dell'altro, è come dire si ma i giocatori di basket sono più alti dei giocatori di calcio: è una tautologia.
naaaaa il rock del liga è più qualcosa da come dire? da osteria, certo più sanguigno, ma molto meno audace, vasco è più pazziode, e musicalmente "costruisce" le sue musiche prima che sul riff delle chitarre su sax e percussione, ripeto, non c'è paragone, vasco cantava a quel tizio(nantas salvalaggio)voglio proprio vedere se come quel tale poi si va davvero a finir male, liga ci va a farsi intrvistare dal tale in questione, leggi dalla kikka che in giro c'è un certo giornalista, beh io ci tengo a quel giornalista ecco, che sia o meno seguito poco mi importa
RispondiEliminasiii sempre stato matto come uncvallino per gounta ahahaha uhmm dal dialetto si direbbe che sei veneto
RispondiEliminawelcome back :-)
RispondiEliminaallora i miei consigli hanno funzionato??
Si: li ho usati tutti. Insieme!
RispondiEliminawelcome back :-)
RispondiEliminaallora i miei consigli hanno funzionato??
naaaaa il rock del liga è più qualcosa da come dire? da osteria, certo più sanguigno, ma molto meno audace, vasco è più pazziode, e musicalmente "costruisce" le sue musiche prima che sul riff delle chitarre su sax e percussione, ripeto, non c'è paragone, vasco cantava a quel tizio(nantas salvalaggio)voglio proprio vedere se come quel tale poi si va davvero a finir male, liga ci va a farsi intrvistare dal tale in questione, leggi dalla kikka che in giro c'è un certo giornalista, beh io ci tengo a quel giornalista ecco, che sia o meno seguito poco mi importa
RispondiEliminaintendi, baffer, la sovrapposizione, che c'è nell'artista vero, di uomo e artista?
RispondiEliminaMusicalmente il Liga non mi sembra arretrato da Blasco, ma diverso. Non so se tu hai l'ardire di definire Liga più commerciale o popolare, io opterei per un soft rock, che vira nella ballata. Ma, detto questo, non ci trovo nulla di artisticamente inferiore, per quello che capisco. Se poi tu dici: dal punto di vista di un certo hard rock, sporco e cattivo, l'uno è meglio dell'altro, è come dire si ma i giocatori di basket sono più alti dei giocatori di calcio: è una tautologia.
Si: li ho usati tutti. Insieme!
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