lunedì 25 ottobre 2010

La memoria e l'emozione


(fonte ScienceBlogs)
Ora, a me non piace insistere sul versante più filosofico della ricerca sul funzionamento della mente senza cercare validi appigli sul versante neurobiologico, senza cioè testare e verificare gli assunti nel loro proprio accadere nel mondo fisico.
A questo scopo occorre precisare un aspetto essenziale: la memoria è un facsimile di un’emozione. Allegato alla memoria non c’è solo il ricordo, piacevole o spiacevole che sia, c’è anche la ricostruzione di un mondo. Nel ricordare quel mondo noi, in definitiva, non sembriamo proprio ricreare un mondo immaginario, quello stesso mondo immaginario di cui avevamo parlato prima, nel quale l’Io immaginario vive le sue avventure di sogno? La memoria ha anche un’altra caratteristica, e cioè che sembra maggiormente conformata dal punto di vista emotivo che da quello visuo-spaziale. Cioè, non che non lo sia dal punto di vista visuo-spaziale, ma facilmente si può cadere nelle stereotipo. Infatti, per ricordarsi di un pericolo legato a un predatore, non è necessario riconoscere personalmente quel predatore che ha creato il ricordo ma basta riconoscere ogni esemplare che appartiene a quel gruppo. In fondo anche l’emozione così fa, separa in maniera grossolana tutti gli aspetti di un’esperienza specifica e complessa.
Torniamo alla memoria. Nel ricordo noi prendiamo decisioni? Non credo. Anzi, è proprio vero il contrario: il ricordo lenisce o brucia  a seconda che siano state possibili le decisioni o no. Il ricordo è il mondo immaginario più vicino alla realtà, in cui noi siamo una terza persona. Si noti che, in definitiva, l’aspetto discriminante che propongo tra mondo reale e mondo immaginario è banalmente questo: nel mondo reale noi dobbiamo e possiamo prendere decisioni, in quello immaginario non possiamo.
Il ricordo dunque è un’eccezione. Nel ricordo noi siamo una terza persona. Per quanto riguarda la ricostruzione visuo-spaziale, ci vediamo agire. Però, per quanto riguarda la ricostruzione emotiva? Come detto, la ricostruzione emotiva è piuttosto grossolana. Non riesce a distinguere le componenti fini di un evento. Tende a raggruppare per insiemi piuttosto eterogenei e quasi, in definitiva, finisce con il risolvere le questioni con un bianco o nero o giù di lì.
Ecco che allora nel ricordo ancora intenso la ricostruzione emotiva fallisce la distinzione tra mondo immaginario (ricordo) e mondo reale (luogo nel quale avviene il ricordare). Le sembra di vivere il ricordo in prima persona. Le sembra?
Ma, può l’emozione vivere qualcosa come in terza persona? Pensiamo per un momento a cosa serve l’emozione. Perché gli organismi animali sono dotati di un meccanismo del genere?
Le decisioni cosiddette razionali su cosa si basano? Per esempio, se dovessimo decidere sempre in base alla razionalità, chi di noi, per esempio, farebbe una follia d’amore? O tenterebbe un’impresa disperata, o proverebbe a realizzare un sogno?
La decisione razionale soppesa sempre i pro e i contro, calcola la probabilità di un evento, discrimina tra stimoli veri e falsi. Ma siamo sicuri che, in definitiva, la sola ragione sarebbe sempre in grado di arrivare a una decisione?
Spesso noi decidiamo in modo scorretto dal punto di vista razionale ma corretto da quello emotivo. Per esempio, quando decidiamo di occuparci di invalidi, usiamo più la razionalità o l’emozione? In fondo, una grave invalidità con poca speranza di vita sarebbe un punto a favore di un minimo livello di accudimento, di una modesta immissione di risorse, per la bassa aspettativa di vita.
Perché la gente crede negli oroscopi? Sono una cosa irrazionale! Infatti se uno si prendesse la briga di approfondire la conoscenza dei fondamenti dell’astrologia forse verificherebbe l’inconsistenza di quell’influenza ipotizzata. Ma allora perché non lo fanno?
Per rispondere dobbiamo prima chiederci cosa cerca la gente negli oroscopi. Decisioni.
La gente cerca decisioni, decisioni di qualcun altro. Cerca qualcuno che decida per lei, come facciamo noi nei sogni a occhi aperti. Nei sogni a occhi aperti noi decidiamo per il nostro Io immaginario il migliore dei mondi possibili, ed egli, l’Io immaginario, un po’ ne è felice. Allo stesso modo, se il lettore di oroscopi trova qualcuno che decide per lui, che gli costruisce il mondo che lui desidera (o almeno un facsimile, è per questo che di solito gli oroscopi tendono sempre a premiare o elogiare e a finire in bene, anche se cominciano in male) se trova chi gli propina un ambiente nel quale non c’è bisogno di decidere perché l’ambiente stesso è fatto in modo da non richiedere decisione, da essere già bello e predisposto, bè molti, se trovano queste condizioni “fatalistiche”, sono contenti: decidere è impegnativo e stressante e se si può evitare si eliminano anche molte recriminazioni.
(continua...)

7 commenti:

  1. Se l'uomo fosse un "misto" di razionalità ed emotività, se essi fossero cioè aspetti diversi, allora non potrebbe mai esistere una decisione solamente "razionale", così come nemmeno una totalmente "emotiva". Fammi un esempio, Paopasc, di ciò che intendi come "razionale" e come "emotivo". C'è razionalità senza emotività?
    Il "sogno ad occhi aperti" è il mondo dell'emotività governato dalla razionalità: si prendono le decisioni che ci rendono "felici": si individua un percorso di decisioni, lo si traccia "razionalmente", ed esso ha l'unico scopo di appagare la nostra emotività. Nella vita reale, nel quotidiano invece, le "decisioni" ci precedono, non facciamo in tempo a "scegliere" di essere felici, non ne abbiamo la capacità. E' come se le decisioni istantanee, quelle prese da un Organismo per sopravvivere, "inibissero"l'emotività, la nascondessero, e soltanto per fare in modo che essa venga poi cercata e perseguita dopo, un attimo dopo. La Decisione è il modo che ha l'uomo per "pentirsi" e rimpiangere una felicità che non ha avuto, ma che sogna ancora, e "sogna ad occhi aperti" di poter avere. La Questione della Decisione per me è questo alternarsi tra la ricerca e la necessità dell'agire. Era per dire che mi è piaciuto molto il post, e anche la premessa (nonostante la tua dichiarazione anti-filosofica che io ho prontamente disatteso con questa elucubrazione sul Nulla).
    Gli oroscopi sono mezzi per "avere paura", oppure per "assolverci". "Figli delle stelle" era una canzone che mi piaceva tanto, lo sai Paopasc. E a te? Gli oroscopi no, quelli non li leggo mai. Però se qualcuno mi chiede Di che segno sei, lo saprei, al limite. e anche l'ascendente, al limite. E' una di quelle cose alle quali non credo, ma che alla fine utilizzo per definirmi. Chissà perchè.
    Avevo paura che ti fossi perso, Paopasc, nel senso che mi sembravi "altrove", come se fossi stanco. E' un bellissimo post.

    B

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  2. Caro paolo,
    non ho letto il tuo post, perchè sono molto stanca, anzi stanchissima...però io non so resistere alla curiosità...dimmi come hai fatto a vedere il mio post sul maiale,è una puntata quasi alla fine dei Viaggi di Gilles,le puntate che sono nelle bozze a volte le riprendo quindi non valgono e poi potrei decidere di chiudere il blog e chiudere col Gilles prima della fine... insomma come hai fatto a sapere del maiale!?

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  3. L'idea originale parte da questa considerazione: per organismi che hanno bisogno di muoversi l'attivazione nervosa spontanea è il primo gradino. Sopra questo c'è l'attivazione guidata da riferimenti e sensori: in pratica si cerca la regolarità nel disordine. Al di sopra di questo c'è la guida basata sulle relazioni intrinseche alle cose, senza mediazione dll'organismo. Quest'ultima sarebbe la razionalità, la logica.
    E' pur vero che uno può fare discorsi logici con grande enfasi, quindi emotivamente coinvolto, senza perdere nulla del rigore.
    Dici che devo definire razionalità ed emotività?
    Bisogna trovare definizioni che siano il più ultime possibili. Un sistema basato sull'emozione è quello diffuso in tutto il regno animale.La distinzione fondamentale è che l'emozione agisce sempre in prima persona mentre la razionalità agisce in terza persona (sempre?).
    Ti basta?

    Ehhh Paola, il maiale è il maiale, ma dirottelo.

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  4. ...antipatico, non leggerò mai più i tuoi post.

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  5. Oh bella, lo perchè? comunque te l'avevo già detto nel commento sul tuo blog.Mai mai più?

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  6. Oh bella, lo perchè? comunque te l'avevo già detto nel commento sul tuo blog.Mai mai più?

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  7. ...antipatico, non leggerò mai più i tuoi post.

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