L'idea di democrazia di italiani e tedeschi: l'editoriale di Travaglio ad Anno Zero

fonte wakeupnews

L'idea di fondo è la solita: tutte le forme di governo riconoscono alcuni tratti in comune. Altri, invece, sono completamente diversi. Tra le cose diverse vi sono: l'alternanza al potere tramite elezioni e il rispetto della legge anche da parte di chi le fa, le leggi. Non è cosa di poco conto. Un corollario del secondo aspetto -rispetto della legge- implica che le leggi hanno valore universale, soprattutto le cosiddette meta-leggi, tipo la Costituzione da noi, che stabilisce i principi ai quali ogni legge deve adeguarsi se vuole vedere la luce. Per questo motivo c'è la Corte Costituzionale, per valutare la costituzionalità di una legge.

Il fatto di ammettere che esiste una Consulta, che una legge non può venire promulgata se viola la Costituzione, sono conseguenze necessarie alla definizione di democrazia. Va da sè che un governo autoritario o regime che dir si voglia, nè indice libere elezioni nè rispetta le leggi approvate da altri prima di lui.

Dunque, nella democrazia, più che il governante di turno conta l'insieme delle norme che regolano lo Stato, che non sono facilmente modificabili. Le norme devono rimanere stabili e salde, a patto che siano state votate da tutti.

Altri aspetti distinguono democrazie compiute da democrazie che lo sono meno. Li illustra Travaglio in questo suo editoriale. Per esempio, la differenza di comportamento tra ministri tedeschi e ministri italiani o meglio, tra politici tedeschi e politici italiani. 

In questi giorni si vede come il culto della personalità non appartenga alla democrazia. Il singolo rappresentante dello stato è meno importante delle leggi. Questa constatazione non significa affatto che la vita di un uomo ha meno importanza di una legge. Questo significa solo che la legge, per essere accettata e ritenuta giusta da tutti, deve obbligare allo stesso modo tutti quanti. E' una piccola differenza, ma fa la differenza tra un regime e una democrazia.