giovedì 14 luglio 2011

La manovra economica: ticket, imposte, tagli. Ovvero: le mani nelle tasche degli italiani

Nonostante tutte le rassicurazioni e i proclami l'hanno fatto: hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. La manovra economica da approvare entro venerdì per tranquillizzare i mercati ci regala una serie di stangate: dal ticket sulle ricette a quello sulla Croce rossa, dall'imposta sul deposito titoli al taglio delle pensioni.

Le pensioni.
Siccome si vive un po' di più, e verrebbe da dire non grazie ai politici, ci fanno lavorare di più: la pensione sarà un lungo e costante inseguimento, come quello di Achille e la tartaruga. Già dal 2013 ci sarà l'aggancio all'aspettativa di vita. L'adeguamento, a partire dal 2016,  sarà di 4 mesi ogni tre anni fino al 2030, e dal 2030 al 2050 sarà di 3 mesi ogni tre anni: in buona sostanza, al 2050, si saranno accumulati 3 anni e 10 mesi.
Le pensioni sopra i 90 mila euro anni verseranno, per la parte eccedente, un contributo del 5% e quelle superiori ai 150 mila annui un 10%.
A volte mi sfugge il razionale degli interventi dei nostri governanti. Vi è stato un periodo in cui si cercava di facilitare il pensionamento anticipato per far entrare forze fresche nel mondo del lavoro. Vi era poco lavoro e si pensava che fosse meglio darlo a chi era giovane. Vi è ancora poco lavoro ma adesso si pensa di lasciarlo a chi è già pronto per la pensione. E' una brutta china. Significa forse che perse le speranze di impiegare le forze di lavoro giovanili si è anche persa la speranza di riuscire a pagare le pensioni a chi ha versato i contributi per 40 anni, costringendolo  a lavorare ancora?
Per esempio, si stabilisce che chi ha 40 anni di versamento, ha un mese di posticipo se matura gli anni nel 2012, due mesi se li matura nel 2013 e tre mesi se nel 2014. D'accordo, non sarà un'eternità, ma è comunque un segnale. Il  rischio purtroppo, se questo è l'andazzo, è quello di passare dall'aver consentito di andare in pensione in età pediatrica al non voler più lasciarci andare.
Si dirà: ma è quello che più o meno succede in tutta Europa! In parte! E' vero che i nostri politicanti sono lestissimi a seguire l'esempio straniero quando si tratta di legnare il popolino, meno, ma molto meno, quando si tratta di adeguare i propri stipendi a quelli della media europea.

L'imposta sui depositi bancari.
L'imposta sul deposito titoli in banca ha subito una modifica che ne ha un po' attenuato la sostanza per i titolari di modeste somme, ma è solo un fuoco di paglia, dal 2013 arrivano le nuove stangate. Fino a tutto il 2012 l'imposta sarà di

  • 34 euro per depositi fino a 50 mila euro
  • 70 euro per depositi da 50 a 150 mila euro
  • 240 euro per depositi da 150 a 500 mila euro
  • 680 euro per depositi superiori a 500 mila euro
ma già  nel 2013 si adegua fortemente verso l'alto e diventa 

  • 34 euro per depositi fino a 50 mila euro: rimane invariata
  • 70 euro per depositi da 50 a 150 mila euro: diventa 230 euro
  • 240 euro per depositi da 150 a 500 mila euro: diventa 780 euro
  • 680 euro per depositi superiori a 500 mila euro: diventa 1.100 euro
Secondo dati di Bankitalia sono 22 milioni i conti correnti bancari sui quali si applica l'imposta, che porterà nelle casse dello Stato circa 900 milioni di euro nel 2012 e 2,5 miliardi dal 2013 in avanti.

Ticket sanitari.
Ritornano con veemenza i ticket sanitari: dopo un balletto di si-no si decide per il si. 25 euro per l'ambulanza con codice bianco e 10 euro per le prescrizioni diagnostiche.Non sembrano previste esenzioni, con buona pace dei malati cronici e degli anziani costretti a eseguirne un numero elevato. Il risparmio sarà di 480 milioni.

Con un calcolo grossolano possiamo stimare sopra 50 milioni gli elettori italiani, di cui la maggioranza può esprimere un voto doppio, cioè sia alla Camera che al Senato. Ai fini del rimborso fanno quasi 100 milioni. Ora, se  si conta che anche quando la legislatura viene interrotta e si va di nuovo al voto il rimborso non si interrompe e viene corrisposto per tutti gli anni previsti, succede che per un certo periodo i partiti ricevono rimborsi doppi. Per farla breve, risulta da questo articolo che la somma di tutti i rimborsi elettorali dovuti vale, nel periodo 2006-2011 ben 500 milioni di euro! Che, guarda caso, nonostante le -apparentemente-lodevoli intenzioni di Tremonti, finiscono per non essere toccate, se non in piccolissima parte.
Non c'è niente da fare, la politica risulta essere una delle attività economiche più redditizie in assoluto!

Fonti

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