C'è polemica su un recente documento della CGIA di Mestre sulla stima dei possibili effetti della norma dei cosiddetti licenziamenti facili sul recente passato: spiega il segretario Bortolussi che se ci fossero stati i licenziamenti facili i 738mila lavoratori andati in cassa integrazione (Cig) sarebbero stati probabilmente licenziati, portando il tasso di disoccupazione dall'attuale 8,2% a uno stimato 11.1%. La risposta del Ministro del Lavoro Sacconi è che questo rapporto è "destituito di ogni fondamento" perchè tutti i segnali a livello internazionale vanno in direzione opposta, cioè l'aumento di flessibilità e la facilità di licenziamento facilitano l'occupazione [fonte Repubblica].
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Questa tabella indica il tasso di disoccupazione al 2010.
Interessante questa mappa interattiva in cui sono indicati, per ogni paese europeo, debito, Pil, tasso di crescita e disoccupazione. Cliccare sull'immagine per accedere alla mappa interattiva.
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Grafico sulla variazione dell'occupazione in riferimento alle politiche di protezione del lavoro: mostra che dove le protezioni sono più alte l'occupazione è più stabile, chiaramente, essendo meno facile licenziare.
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Protezione del lavoro e disoccupazione: anche qui, maggiori protezioni minore disoccupazione.
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La conclusione di questo studio della Federal Reserve bank of Cleveland però è
Countries with very flexible institutions and labor market polices, like the U.S., experienced substantial increases in unemployment over the course of the Great Recession, while countries with relatively rigid institutions and strict labor market policies, such as France, fared better. However, this better short-term performance comes with a tradeoff: evidence suggests that flexible labor markets keep unemployment lower in the long run.
In sostanza, se nel breve periodo le maggiori protezioni del lavoro garantiscono meno disoccupati, nel lungo periodo è la maggiore flessibilità che permette un minor tasso di disoccupazione, a significare che protezioni sul lavoro più rigide frenano le assunzioni. Il grafico qui sotto rappresenta il tasso di disoccupazione nel periodo 1970-2010: come si vede, a cavallo degli anni '80, con l'aumento della flessibilità del lavoro, gli Stati Uniti invertono il rapporto con l'UE-15, anche se questo non li ha protetti nella recente crisi, in cui hanno riguadagnato il tasso di disoccupazione medio della UE-15.
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E' però vero che laddove vi è una maggior flessibilità sul lavoro vi è anche una maggiore protezione dei disoccupati, ad esempio con un salario minimo garantito.
Per concludere: come si vede, il tema è piuttosto aperto e gli esperti hanno opinioni discordanti. Una cosa è certa però: dove c'è più flessibilità nel lavoro, quindi più facilità di licenziamento, ci sono anche sussidi di disoccupazione, un'assicurazione che copre il periodo in cui non si lavoro garantendo un reddito minimo.
Fonti.
Proteggere l'occupazione in tempo di crisi è un bene o un male per l'economia?
Labor Market Rigidity, Unemployment, and the Great Recession
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