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Quella dei perfezionatori è, secondo Malcom Gladwell, una categoria essenziale per il progresso tecnologico di una società. Divide in due tipologie coloro che imprimono una svolta alla storia: i visionari e i perfezionatori:
Il visionario parte dal foglio di carta bianco, e di lì reinventa il mondo. Il perfezionatore eredita cose che già esistono, e procedendo per tentativi le avvicina alla perfezione: un compito non meno importante.
Il perfezionatore di cui parla è Steve Jobs: "La sensibilità di Jobs era editoriale, non creativa. Il suo dono era quello di saper prendere ciò che aveva davanti e migliorarlo inesorabilmente."
Questo articolo è una traduzione di Internazionale della recensione che Gladwell ha scritto sul New Yorker sul libro di Walter Isaacson, Steve Jobs. Chi era Steve Jobs? Era quello descritto da una sua amica? “Aveva questa eccezionale capacità di capire esattamente qual era il tuo punto debole, di intuire che cosa ti avrebbe fatto sentire un verme e morire d’imbarazzo” Oppure è quello descritto da quest'altro episodio?
Campione di plagio?
Perfino all’interno della Apple, Jobs era noto come uno che si prendeva i meriti di idee altrui. Jonathan Ive, il designer che ha progettato l’iMac, l’iPod e l’iPhone, racconta a Isaacson: “Steve è capace di passare in rassegna le mie idee e sentenziare: ‘Questa non va, questa non è un granché, questa mi piace’. Poi, quando sei in riunione, lo senti parlare di quell’idea come se fosse sua”.
La sensibilità di Jobs era editoriale, non creativa. Il suo dono era quello di saper prendere ciò che aveva davanti a sé – il tablet con lo stilo – e migliorarlo radicalmente. Dopo aver visto i primi spot televisivi dell’iPad, rintracciò il copywriter, James Vincent, e gli disse: “Le tue pubblicità fanno schifo”. “Be’, tu cosa vuoi?”, ribatté Vincent. “Non sei ancora riuscito a dirmi cosa vuoi”. “Non lo so”, gli rispose Jobs. “Devi portarmi qualcosa di nuovo. Niente di quel che mi hai fatto vedere ci si avvicina neppure vagamente”. Vincent replicò di nuovo e Jobs perse le staffe. “Ha cominciato a urlare”, ricorda Vincent. Anche Vincent poteva lasciarsi prendere dalla furia e lo scambio tra i due esplose. Quando Vincent urlò: “Devi dirmi che cosa vuoi”, Jobs a sua volta gli urlò: “Devi farmi vedere della roba buona e lo saprò quando la vedrò”.
Personalità certamente complessa ma sicuramente di successo: quella di un uomo perfezionista ed esigente fino all'inverosimile, che spesso si accompagna ad arroganza e presunzione, chiave del successo ma prigione caratteriale.
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