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Non so se chiamarla ipocrisia di Stato o in qualche altro modo ma mi sembra assai deludente e pericolosa la strategia dello Stato riguardo tre aspetti dell'edonismo di massa o addiction (dipendenza) quali consumo di alcol, tabacco e gioco d'azzardo legale.
La cronaca recente riguarda proprio il gioco d'azzardo legale, slot machine, videopoker e via dicendo, sul quale è stata impressa una forte accelerazione.
Circa 80 miliardi il fatturato del 2011 e 800 mila le persone affette da ludopatia ovvero da gioco d'azzardo patologico.
C'è forte attenzione del Governo, ha detto il Ministro della Salute Balduzzi secondo quanto riporta l'Avvenire e, a chi chiedeva se fosse in previsione un intervento legislativo, ha detto di non voler scavalcare la collegialità delle decisioni del Governo, modo diplomatico per rimandare ogni intervento sine die.
Eppure, non mi convince in pieno questo modo di far cassa che potrebbe essere scambiato per libertà di scelta. Dal gioco d'azzardo legale lo Stato trae dei buoni introiti (anche se secondo alcune fonti si stampa molto meno di quello che gli spetterebbe, causa carenza di controlli), così come dalla vendita di alcol e tabacchi.
E' però per lo meno singolare che prima dia la possibilità di bere, fumare e giocare e poi si impegni in campagne pubblicitarie contro alcol e fumo e, probabilmente a breve, gioco d'azzardo legale, oltre lo stringato gioca il giusto.
Il proibizionismo forse non è una soluzione e gli eventi storici del passato sembrerebbero dimostrarlo. Forse si può ipotizzare che laddove intervenga lo Stato a prendere il controllo di queste attività edonistiche si abbassa il livello di rischio legato all'attività illegale. Chiaro poi che non saranno tutti giocatori patologici quelli che giocano con slot e videopoker. Sono tutte ipotesi. Quello che è certo è che se fossi al Governo vivrei in maniera stridente e contraddittoria questo doppio ruolo, di custode della salute pubblica e di incentivo a rovinarsela.
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