In attesa di conoscere il o i colpevoli e il movente dell'attentato alla scuola di Brindisi, c'è una giovane vita spezzata e tante altre segnate indelebilmente. La nostra coscienza è scossa, come sempre quando i più innocenti, i fanciulli o i giovani, vengono colpiti.
Senza conoscere autori e cause e senza nemmeno ipotesi più credibili di altre resta solo un generico rifiuto della violenza. Questi sentimenti così nobili hanno però necessità di imprimersi nelle nostre coscienze e agire, altrimenti sono inutili. L'unico modo che abbiamo di farli agire è rispettare quanto più possibile la vita, umana innanzitutto.
Legalità e rispetto sono due di questi modi, da utilizzare costantemente. A questi, che possono pure germogliare nelle coscienze, occorre però la presenza di un giardiniere esperto per non rischiare di farli appassire.
Questo giardiniere è lo Stato. Non è ancora tempo di lasciarsi andare alla polemica sulla qualità dello Stato e dei suoi rappresentanti ma, tra le altre, sulle Istituzioni ricade quest'altra grande responsabilità, rappresentare il punto di riferimento di chi vuole vivere da uomo libero in uno Stato democratico.
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