martedì 15 maggio 2012

Rapimenti di Stato:Khalid el-Masri, la Cia e la Corte di Strasburgo

Riportano oggi la notizia il Corriere The Telegraph: un cittadino tedesco di origine libanese Khalid El-Masri, con  la sventura di avere un nome molto simile a un presunto addestratore dei terroristi dell'11 settembre, afferma di essere stato arrestato dalla polizia della Repubblica di Macedonia, paese nel quale si trovava, nel 2003 e poi prelevato dalla Cia, portato  in Afghanistan e detenuto senza alcun mandato e infine, dopo alcuni mesi di prigionia, liberato in una desolata strada d'Albania. L'arresto  probabilmente si deve imputare all'estrema somiglianza dei nomi tra Khalid El-Masri il venditore di auto tedesco rapito e  Khalid al-Masri, presunto reclutatore di due dei terroristi dell'11 settembre. 
La Cia non ha inizialmente riconosciuto nè l'arresto nè la detenzione seppure nel 2005 il Washington Post riporta le parole più concilianti e di quasi  ammissione di Condoleezza Rice a proposito di un errore sull'arresto di un cittadino tedesco [WP,  Rice to Admit German's Abduction Was an Error].
Nonostante l'impossibilità di portare in giudizio la Cia perchè questo avrebbe portato alla luce informazioni classificate, Khalid el-Masri non ha desistito e ha portato la questione dinnanzi la Corte Europea dei Diritti Umani [vedi Relinquishment to Grand Chamber El-Masri v. the former Yugoslav Republic of Macedonia].

The case concerns the complaints of a German national of Lebanese origin that he hadbeen a victim of a secret “rendition” operation during which he was arrested, held inisolation, questioned, ill-treated in Skopje, and then transferred to CIA agents whoshipped him to a secret detention facility in Afghanistan, where he was further ill-treatedfor over four months. [ECHR cit.]
E' un esempio mirabile, insieme a tutti quelli che non conosciamo e che forse non conosceremo mai, dei possibili e gravissimi errori nei quali può incorrere una guerra al terrore troppo infervorata e poco controllata da organismi terzi. L'errore, insito in ogni attività umana, diventa molto più probabile se non c'è possibilità di  controllo e si trasforma in ingiustizia di Stato se non c'è possibilità di difesa.
A chi invoca o ipotizza leggi speciali per tempi speciali è sempre bene ricordare la garanzia del contraddittorio e i possibili rischi dal farla venir meno.
Questi probabili errori, che   non si fa fatica a ritenere inizialmente in buona fede, diventano palesi ingiustizie nel momento in cui ci si fa forza dell'autorità per mascherarli, impedendo che chi ha subito un torto riceva giustizia.

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