Si avvia al completamento il riordino delle province voluto dal Governo Monti sulla spinta della loro eliminazione totale. Però non vengono eliminate completamente bensì ridimensionate nel numero, sotto forma della rispondenza ai due noti parametri fissati, della superficie territoriale e del numero di abitanti. Dal CdM di oggi esce la nuova mappa delle province italiane: passano da 86 a 51, comprese le dieci città metropolitane, per quanto riguarda le regioni a statuto ordinario. Modificate anche le funzioni e le competenze. Nel comunicato odierno è possibile trovare un riassunto dei provvedimenti, la mappa delle nuove province e il video della conferenza stampa (qui sotto). Si consideri che nella mappa i confini in arancione identificano le nuove province, mentre quelli in nero le vecchie.
La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente “provinciali” come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte.
Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane)Il riordino delle province è stata l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogoIl riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.
ciao sono felice ke si uniscano xke cosi aiutera a diminuire la crisi economica italiana
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