mercoledì 13 marzo 2013

Chiesa e pedofilia: le affermazioni di un cardinale sui ragazzini che "cercano l'affettività carnale"

A parte la bestialità di un'affermazione del genere, cioè del ragazzino che cerca l'affettività carnale di un adulto, resta l'enorme perplessità che a farla sia un cardinale -così almeno qualificano a Piazza Pulita l'anonimo prelato intervistato e sempre che questa intervista sia vera-  che, non contento di queste dichiarazioni, le integra con altre che ingenerano almeno pari preoccupazione.




Cosa ci vuoi fare? Quando, per esempio, l'eminenza fa notare che con 34.000 sacerdoti sparpagliati su 250 diocesi, capiterà pure un episodio di violenza per diocesi, che magari dal punto di vista statistico potrebbe starci, dice una cosa realistica ma invece di pronunciare, subito dopo, precise parole di condanna si limita fatalisticamente ad osservare "che cosa ci vuoi fare?", con annesso consiglio assurdo "allora chiudili [i ragazzini] in una campana di vetro".  Sinceramente, queste sono parole che fanno cadere le braccia.

Cosa accadrebbe se le stesse frasi  le pronunciasse  un insegnante  in una scuola? Salteremmo su inferociti gridando allo scandalo. Cosa diremmo se un questore, un magistrato, un politico cominciassero a dire (a volte questi ultimi l'hanno detto) che con la criminalità, in fondo in fondo, bisogna pure conviverci? E cosa penseremmo di un medico che, di fronte alla scomparsa di un nostro caro, se ne uscisse: ma prima o poi bisogna morire? La chiesa può e deve fare qualcosa contro gli episodi di abuso sessuale sui minori, anche se questi statisticamente si verificheranno sempre: può vigilare in maniera puntuale e non deve assolutamente coprire gli episodi, cose alla portata di chiunque, anche dei preti.

La difesa della casta. Se pure la pedofilia è forse -ripeto- dal punto di vista statistico, inevitabile -come lo è la violenza in genere-,  altrettanto inevitabile deve essere  la sua ferma condanna e il tentativo di impedirla quanto più possibile. Questa difesa acritica dei propri colleghi, della casta sacerdotale, sembra dettata più da spirito corporativistico che da spirito cristiano. Le parole, che avrebbero potuto preludere a un discorso più accettabile e compiuto, quello cioè di non dipingere tutta la chiesa come composta di pedofili, e sempre tenendo come punto fermo quello di cercare di combattere quanto più possibile gli abusi, scade però immediatamente in una difesa inaccettabile di tutta la casta che, chiaramente, per questo cardinale, sembra venire prima dell'integrità psico-fisica dei ragazzini violentati. Questo atteggiamento, specie in un individuo che dovrà eleggere il prossimo pontefice e che quindi ha potere e responsabilità all'interno della chiesa, oltre che inaccettabile sembra indicare quanto possa essere difficile, a volte, trovare un terreno d'intesa comune tra credenti e laici su alcuni temi definiti come universali, quali la tutela e la difesa dell'infanzia. La chiesa, consentendo a cardinali come questo di scalare le gerarchie ecclesiastiche e diffondendo un pensiero così torbido, può contribuire per via autoritaria a rafforzare  negli indecisi una certa qual tolleranza nei confronti dei peccati di alcuni sacerdoti, mentre dall'altra parte dà continuo vigore a quell'anticlericalismo del quale ci si lamenta e che va sempre più diffondendosi nella società,  grazie al fatto che trova continua nuova linfa per alimentarsi.

Ruolo della chiesa. Ben altre parole avrei voluto sentire da quel cardinale, incapace probabilmente di comprendere l'enorme impatto che una violenza o un tentativo di  violenza hanno nella vita di un ragazzino. Un più che probabile deficit empatico di questa portata quale garanzia dà che lo slancio altruistico professato dalla confessione cattolica non sia nient'altro che una messinscena? E' chiaro che non si può generalizzare, ma trovo inconcepibili dichiarazioni di questo genere: dopo le donne che provocano e che "se la vanno a cercare", adesso anche i ragazzini cominciano a provocare.
E' necessario un profondo ripensamento del ruolo di questa chiesa -che non si libera di questi soggetti- e dei soldi che riceve dallo Stato italiano. Se la chiesa, e chi ne fa parte, non è in grado di rappresentare un ideale universale sul quale ognuno, cristiani e non, possa trovarsi d'accordo -rispetto, carità, comprensione, difesa dei più deboli-, allora non deve avere altro ruolo nelle nostre società -nè deve essere finanziata pubblicamente- oltre quello che potrebbe avere qualunque associazione di privati cittadini. Ma ve lo immaginate se quelle stesse parole le avesse dette un alto funzionario dell'ONU?


La sessualità infantile. Due parole e un documento (in inglese, che vi invito comunque a consultare), infine, sulla sessualità infantile. Come ogni altro aspetto dello sviluppo del nostro corpo e della formazione del nostro carattere, non è che fino a una certa età siamo completamente asessuati e poi improvvisamente esplodiamo. La sessualità, come l'altezza, il peso, la maturazione del corpo, procede a piccoli passi fin dalla nascita. Ma se già viene considerato segnale di problematicità se un dodicenne vuol giocare al dottore con un bambino di quattro anni, cosa dovremmo pensare di un adulto che volesse fare altrettanto con un ragazzino?
Sexual behavior problems include any act that:
■ Is clearly beyond the child’s developmental stage (for example, a three-year-old attempting to kiss an adult’s genitals)
■ Involves threats, force, or aggression
■ Involves children of widely different ages or abilities (such as a 12-year-old “playing doctor” with a four-year-old)
■ Provokes strong emotional reactions in the child—such as anger or anxiety
Resta il fatto che lo sviluppo sessuale del bambino può o deve -a seconda dei casi- essere accompagnato verbalmente dai genitori ed, eventualmente, dagli educatori, ma non può certamente prevedere uno scambio di esperienze adulto-bambino. La legge, la 15 febbraio 1996 n. 66, prevede, nello specifico

Art. 3. 1. Dopo l'articolo 609 del codice penale e' inserito il seguente: "Art. 609-bis (Violenza sessuale). - Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorita', costringe taluno a compiere o subire atti sessuali e' punito con la reclusione da cinque a dieci anni.


Art. 4. 1. Dopo l'articolo 609-bis del codice penale, introdotto dall'articolo 3 della presente legge, e' inserito il seguente: "Art. 609-ter (Circostanze aggravanti). - La pena e' della reclusione da sei a dodici anni se i fatti di cui all'articolo 609- bis sono commessi: 1) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici;

Art. 6. 1. Dopo l'articolo 609-quater del codice penale, introdotto dall'articolo 5 della presente legge, e' inserito il seguente: (("Art. 609-quinquies (Corruzione di minorenne). )) - Chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di anni quattordici, al fine di farla assistere, e' punito con la reclusione da sei mesi a tre anni".

Art. 8. 1. Dopo l'articolo 609-sexies del codice penale, introdotto dall'articolo 7 della presente legge, e' inserito il seguente: "Art. 609-septies (Querela di parte). - I delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-ter e 609-quater sono punibili a querela della persona offesa. Salvo quanto previsto dall'articolo 597, terzo comma, il termine per la proposizione della querela e' di sei mesi. La querela proposta e' irrevocabile. Si procede tuttavia d'ufficio: 1) se il fatto di cui all'articolo 609-bis e' commesso nei confronti di persona che al momento del fatto non ha compiuto gli anni quattordici; 2) se il fatto e' commesso dal genitore, anche adottivo, o dal di lui convivente, dal tutore, ovvero da altra persona cui il minore e' affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia; 3) se il fatto e' commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio nell'esercizio delle proprie funzioni;

Si consulti, a questo riguardo, anche La normativa italiana in materia di abusi sessuali a danno dei minori sul sito del Ministero delle Pari Opportunità.



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