mercoledì 27 marzo 2013

I 40 miliardi per pagare i debiti della PA: alle imprese o alle banche?

Appare quanto meno ottimistica l'ipotesi del Ministro Grilli che le banche, una volta ricevuti un certo numero di miliardi apparentemente destinati al pagamento del debito della Pubblica Amministrazione nei confronti delle aziende, riversino poi questi soldi in un abbassamento dei tassi creditizi e in un allentamento dei crediti ad aziende e privati. Ma forse non è solo incauto ottimismo. Ne parla il capogruppo alla Camera del M5S Roberta Lombardi in questo video. Altro aspetto importante, oltre a questo storno di parte dei pagamenti alle imprese in direzione delle banche, è l'estrema velocità di decisione di un provvedimento che rappresenta quasi l'intero ammontare degli investimenti per il biennio 2013-2014 (è previsto solo un ulteriore 0,5%, circa 8 miliardi),  da effettuarsi così, in fretta e furia, senza passare per l'aula, cosa alla quale si oppone il M5S.
Il documento  Relazione al Parlamento 2013 dice, in sintesi (grassetti miei):
L’attuale fase congiunturale, ancora contrassegnata da una notevole debolezza, 
richiede che il conseguito risanamento di bilancio e il rispetto della stabilità finanziaria 
siano accompagnati da azioni di sostegno e rilancio della crescita e dell’occupazione. 
A tale fine, il Governo intende procedere con un provvedimento d’urgenza in 
grado di immettere liquidità nel sistema economico mediante lo sblocco dei pagamenti dei 
debiti della PA verso i propri fornitori. Gli importi previsti corrispondono a circa 20 
miliardi nella seconda parte del 2013 e ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014.
Grilli riconosce che vi è stato un calo dei consumi e conseguente calo del Pil rispetto alle previsioni, dovuto, molto probabilmente, all'aumento delle imposizioni:



Si prevede una ulteriore  contrazione del PIL nel primo trimestre dell’anno. Inoltre, la domanda interna risulta ancora molto debole e, in assenza di azioni di sostegno, il suo miglioramento tarderebbe a manifestarsi.
Un’immediata immissione di liquidità nel sistema, conseguita grazie  all’accelerazione del pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione, sarebbe in grado di far ripartire più rapidamente la domanda, già a partire dalla seconda metà dell’anno in corso. 

Questa accelerazione, però,  rischia di diventare un colpo di freni se i soldi invece che alle imprese finiscono, in parte, alle banche, che poi se li tengono in saccoccia. Infatti:

Nel valutare gli effetti sull’economia reale di un simile provvedimento si è tenuto 
conto che una parte dei pagamenti alle imprese confluirà immediatamente al settore 
creditizio, in quanto una quota del portafoglio di debiti risulta già ceduto (pro solvendo o pro 
soluto) alle banche. Se da un lato questo aspetto diminuisce l’impatto diretto sul sistema 
economico, dall’altro contribuisce a ridurre le tensioni all’interno del sistema creditizio e 
quindi indirettamente favorisce l’economia; si attende infatti una riduzione dei tassi 
d’interesse alla clientela e un’attenuazione delle tensioni sull’offerta di credito. 
Le banche vanno ripagate, senza dubbio, ma in questo momento non c'è nessuna certezza che gli istituti di credito immettano nuovamente quel denaro nell'economia, perciò meglio darli direttamente alle imprese. 
Ecco, infine, la parte in cui si parla della previsione degli investimenti, nell'ordine dello 0,5% del Pil, allo scopo di non superare il vincolo di indebitamento del 2,9%:

Gli interventi prevedono, tra l’altro, il pagamento di una quota dei debiti relativi alle 
spese di investimento dell’ordine di 0,5 punti percentuali di PIL (evidenziato nell’ultima 
riga della Tav. 2)., per cui il livello dell’indebitamento netto per l’anno 2013 si dovrebbe 
attestare al 2,9 per cento del PIL, rispettando in tal modo i vincoli di bilancio imposti a 
livello europeo.
Quando si consideri che il Ministro prevede, sia per il 2013 che per il 2014, un indebitamento prudenziale di circa 25 miliardi, se 20 sono destinati al famoso pagamento dei debiti della PA poco rimane come spesa per investimenti pura. Da qui l'esigenza di decidere alla svelta, ma anche bene.




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