Non so bene se i social network e la rete in generale abbiano contribuito a far crescere la consapevolezza dei propri diritti alle popolazioni o se invece contribuiscano solo a diffonderle più di quanto farebbero, da soli, i media tradizionali. Sta di fatto che, ai nostri tempi, dimostrazioni e proteste vanno sempre di pari passo con la rete, molto più di quanto facciano o abbiano fatto con la televisione. E così, dopo la madre di tutte le proteste, la primavera araba, e dopo la Turchia di Erdogan chiamato a fare i conti con la democrazia delle manifestazioni popolari, anche il Brasile protesta, non solo per l'aumento del costo dei trasporti ma per un motivo più grande, un po' come era avvenuto per Gezi Park. Sotto accusa è la politica economica del governo, chiamato a un impegno finanziario enorme per Mondiali del 2014 e Olimpiadi del 2016 che molti brasiliani avrebbero voluto dirottato verso esigenze più impellenti.
Al di là di alcuni aspetti più propagandistici, resta sempre il timore che queste grandi opere, così come per quelle ipotizzate in Italia, accontentino più l'ambizione personale dei governanti di turno di quanto portino beneficio alle popolazioni. Dai primi anni 2000 il Brasile ha avuto presidenti teoricamente vicini ai più poveri: dal 2003 al 2011 Luiz Inácio da Silva e, dal 2011 Dilma Rousseff. Perchè, nonostante quello di Brasilia non sia un governo autoritario, la protesta è divampata così intensamente? Se lo chiedono anche sul Post [Ma perchè si protesta in Brasile?] e, tra i principali motivi trovati, innescati probabilmente dall'aumento delle tariffe sul trasporto, ci sono proprio le spese per i due eventi, Mondiale e Olimpiade, oltre chiaramente l'onnipresente corruzione e qualche altro effetto reale che contraddice l'opinione comune (probabilmente non così vera) sul Brasile.
Molto probabilmente, alle ragioni principali che muovono la maggioranza dei dimostranti si uniscono insoddisfazioni e risentimenti personali che animano i singoli cittadini, il che comunque significa che l'improvviso emergere delle proteste ha avuto bisogno solo di un piccolo innesco e che qualcosa sotto la cenere covava.
Nel filmato di Carla Dauden emergono molte di queste criticità. Per chi volesse una trascrizione del video, in inglese, può utilizzare questo link.
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