mercoledì 3 luglio 2013

JP Morgan: dopo l'austerity la riforma delle Costituzioni in senso autoritario

In questo rapporto pubblicato nel maggio 2013, dal titolo The Euro area adjustment: about  halfway there, la banca d'affari J.P. Morgan ipotizza che l'austerity non sia più sufficiente per stabilizzare l'Unione Europea ma che occorrano altre riforme. Insomma non solo riforme economiche ma anche politiche. Nello specifico, in quello che definiscono trovarsi a metà strada nella regolazione dell'area Euro, J.P. Morgan rileva come ogni paese debba percorrere una propria strada personale per giungere all'obbiettivo dell'integrazione, e di come questo percorso individuale comporti tutta una serie di riforme e modifiche, tra le quali:

  • riduzione della leva finanziaria (leggi indebitamento) sovrana, delle famiglie e delle banche
  • aumento della competitività
  • riforme strutturali
  • riforme politiche a livello nazionale
Tra queste ultime riforme, una che moderi l'impronta socialista di molte Costituzioni post-fascismo. Questo, in termini chiari, significa una modifica delle Costituzioni, compresa la nostra, per ridurre quelle che ritengono alcune criticità del sistema:
  • esecutivi deboli
  • Costituzioni che tutelano i diritti dei lavoratori
  • facoltà di protestare 
Ecco il paragrafo in cui si parla esplicitamente delle riforme a livello politico nazionale facendo riferimento ai paesi periferici, cioè Portogallo, Spagna, Italia e Grecia e, sotto, una mia traduzione.
At the start of the crisis, it was generally assumed that the national legacy problems were economic in nature. But, as the crisis has evolved, it has become apparent that there are deep seated political problems in the periphery, which, in our view, need to change if EMU is going to function properly in the long run. The political systems in the periphery were established in the aftermath of dictatorship, and were defined by that experience. Constitutions tend to show a strong socialist influence, reflecting the political strength that left wing parties gained after the defeat of fascism. Political systems around the periphery typically display several of the following features: weak executives; weak central states relative to regions; constitutional protection of labor rights; consensus building systems which foster political clientalism; and the right to protest if unwelcome changes are made to the political status quo. The shortcomings of this political legacy have been revealed by the crisis. Countries around the periphery have only been partially successful in producing fiscal and economic reform agendas, with governments constrained byconstitutions (Portugal), powerful regions (Spain), and the rise of populist parties(Italy and Greece).

There is a growing recognition of the extent of this problem, both in the core and in  the periphery. Change is beginning to take place. Spain took steps to address some of the contradictions of the post-Franco settlement with last year’s legislation enabling closer fiscal oversight of the regions. But, outside Spain little has happened thus far. The key test in the coming year will be in Italy, where the new government clearly has an opportunity to engage in meaningful political reform. But, in terms of the idea of a journey, the process of political reform has barely begun.


All'inizio della crisi, si è generalmente assunto che i problemi nazionali ereditati fossero di natura economica. Ma, come la crisi si è evoluta, è diventato evidente che ci sono problemi politici profondamente radicati a livello periferico  che, a nostro avviso, hanno bisogno di essere modificati se si vuole che l'Unione Monetaria ed Economica funzioni nel lungo periodo. I sistemi politici   periferici sono nati in seguito all'abbattimento di dittature, e da quelle esperienze sono stati influenzati. Le Costituzioni di questi paesi tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la sconfitta del fascismo. Tutti questi  sistemi politici  periferici tendono a mostrare una o più delle seguenti caratteristiche: esecutivi deboli, stati centrali deboli nei confronti delle regioni,  tutela costituzionale dei diritti del lavoro, sistemi di costruzione del consenso che favoriscono il clientelismo politico, e il diritto di protestare se i cambiamenti  fatti per lo status quo politico risultano sgraditi. Le criticità di questa eredità politica sono state evidenziate dalla crisi. I paesi di tutto il perimetro hanno riscosso solo un successo parziale nei loro programmi di riforma economica, con i governi vincolati dalle Costituzioni (Portogallo), dalla forza delle regioni (Spagna), e dall'aumento di partiti populisti (Italia e Grecia).
Vi è una crescente riconoscimento della portata di questo problema, sia al centro che in periferia. Il cambiamento sta cominciando a prendere piede. La Spagna ha adottato misure per affrontare alcune delle  contraddizioni del  post-franchismo con la normativa dello scorso anno che consente una maggiore supervisione centrale della fiscalità regionale. Ma, al di fuori della Spagna poco è stato fatto finora. Il test chiave per il prossimo anno sarà in Italia, dove il nuovo governo ha l'opportunità di impegnarsi in riforme politiche significative. Ma, in termini di viaggio da fare, il processo di riforma politica è appena iniziato.
 Sembra rassicurante.




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