Il Presidente della Repubblica Napolitano è diventato, in questi anni, il centro di ogni importante decisione politica. A lui, come a un arbitro/tutore sopra le parti, si rivolgono ora gli uni ora gli altri attori politici, nella speranza che risolva con saggezza i vari problemi che si presentano. C'è, sulla scorta di queste considerazioni, chi ipotizza che l'Italia sia di fatto diventata una Repubblica presidenziale, se non ufficialmente almeno negli atti, ma la tesi è avventata. Seppure arbitro e fautore delle più importanti decisioni da post dimissioni del governo Berlusconi a fine 2011 in avanti, compresa l'irrituale richiesta, accettata, di un secondo mandato, Napolitano non può comunque uscire dai limiti che la Costituzione gli impone. E' all'opera, chiaramente, quella che si potrebbe definire una efficace moral suasion, ma questo è un altro paio di maniche.
Anche su quest'ultima vicenda che, guarda caso, riguarda sempre Berlusconi, si attende dal Capo dello Stato una parola dirimente, che faccia chiarezza e indichi come ci si deve muovere. Come è noto, la questione è legata alla condanna passata in giudicato del Cavaliere, che impone qualche virtuosismo ai membri di questa grosse koalition all'italiana. Ebbene, Napolitano, come al solito, ribadisce l'importanza di continuare sulla via delle riforme, il che implica che il governo e il Parlamento devono continuare a lavorare, "fatale sarebbe invece una crisi del governo faticosamente formatosi" dice infatti all'inizio. Ma sulla questione Berlusconi è più cauto: non mi è giunta nessuna richiesta di grazia dice e, seppure il Presidente della Repubblica possa anche agire autonomamente in questo senso, non sarebbe rispondente alle consuetudini, che vogliono ci sia una richiesta. Ma sull'altra questione, che tutto sommato esorcizza con quel fatale sarebbe, cioè l'incandidabilità di Berlusconi in vista di eventuali prossime elezioni, non si esprime apertamente, come a metterci una bella pietra sopra, ma rimanda la palla al PdL con una precisa puntualizzazione, seppure mascherata: "toccherà a Silvio Berlusconi e al suo partito decidere circa l'ulteriore svolgimento -nei modi che risulteranno legittimamente possibili- della funzione di guida finora a lui attribuita". E' in quel nei modi che risulteranno legittimamente possibili che sta l'ipse dixit di Napolitano, e chi vuol capire capisca.
Ecco la nota del Quirinale.
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