Comincio con i nomi dei 20 ricercatori, sperando di sfatare un mito che gira quando alcune di queste terapie poco convenzionali vengono osteggiate dalla scienza. L'intento è quello di dimostrare che sono talmente tanti gli studiosi della materia e gli istituti coinvolti che gridare al complotto sarebbe ridicolo. Ma non è detto che questa mossa possa sortire il suo effetto. E' pur vero che quando sei alla disperazione fai anche gesti disperati, ma la medicina non può permettersi di farlo passando sopra le regole che si è data nell'arco della sua centenaria esistenza: primum non nocere dice un'antica massima, tuttora valida e fatta propria dalla scienza medica. Non è dunque concepibile che la condizione di malattia inguaribile giustifichi pratiche mediche senza fondamento, senza precedente sperimentazione o senza seguire le regole, soprattutto se esiste la possibilità di arrecare danni ulteriori. Alimentare le polemiche e creare aspettative da pratiche mediche non provate è dunque eticamente, deontologicamente e umanamente sbagliato. Ecco dunque i 20, tratti dalla riproduzione della lettera indirizzata al Ministro della Salute pubblicata su Oggi Scienza, con la quale i ricercatori chiedono che sia reso pubblico il protocollo del cosiddetto metodo Stamina presentato all'ISS in questi giorni da Vannoni. Sono tutti ricercatori e studiosi impegnati nel loro lavoro da anni, in maniera seria e approfondita, che difendono l'interesse dei pazienti. Le loro richieste sembrano così ragionevoli che non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di farle apertamente, avrebbero dovuto essere il primo pensiero di chi propone o controlla l'esperimento:
Andrea Ballabio, Direttore Istituto Telethon di genetica e Medicina (TIGEM) Napoli
Paolo Bianco, Ordinario di Anatomia Patologica, Direttore Laboratorio Cellule Staminali Dir Medicina Molecolare, Sapienza Università Roma
Andrea Biondi, Ordinario di Pediatria, Università Milano Bicocca
Elena Cattaneo, Ordinario di Farmacologia, Direttore Centro Di Ricerca Unistem, Univ. Milano
Daniele Condorelli, Ordinario di Biochimica, Univ. Di Catania
Giulio Cossu, Ordinario di Istologia e Embriologia, Univ. Di Milano e Professore di Biologia delle cellule staminali umane, University College London
Michele De Luca, Direttore Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Univ. di Modena e Reggio Emilia
Pier Paolo Di Fiore, Ordinario di Patologia Generale, Univ. Di Milano e IFOM, Milano
Fabio Facchetti, Ordinario di Anatomia Patologica, Univ. di Brescia
Luigi Frati, Rettore Sapienza Universita’ di Roma
Silvio Garattini, Direttore Ist. di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs
Martino Introna, Direttore Laboratorio di Terapia Cellulare “G. Lanzani” Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Luigi Notarangelo, Ordinario di Pediatria e Patologia, Harvard Medical School, Boston
Piergiuseppe Pelicci, Ordinario di Patologia Generale, Univ. di Milano e co-direttore scientifico IEO, Milano
Graziella Pellegrini, Dir. Unità di Terapia Cellulare Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, Univ. di Modena e Reggio
Vincenzo Perciavalle, Ordinario di Fisiologia, Università di Catania
Alessandro Rambaldi, Direttore Ematologia e Trapianto Midollo Osseo, Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Carlo Alberto Redi, Ordinario di Zoologia, Univ di Pavia
Ferdinando Rossi, Ordinario di Neuroscienze, Direttore Dip. di Neuroscienze Rita Levi Montalcini, Univ.di Torino
Fulvia Sinatra, Ricercatore in Biologia Applicata, Universita’ di Catania
Ed ecco la lettera:
Signor Ministro,
è stato detto per mesi a tutto il Paese che un esclusivo e originale metodo di produzione di cellule nervose da cellule staminali ossee permetteva guarigioni e miglioramenti spettacolari in malattie incurabili. Il Parlamento ha imposto di scoprire le carte. Vorremmo ora poter vedere quel metodo originale e le cellule nervose da sperimentare nei pazienti. Vorremmo sapere se il protocollo consegnato all’Iss coincide con quel metodo Stamina già nel dominio pubblico (domande di brevetto, dichiarazioni). Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti.
Chiediamo che il protocollo di isolamento, coltura, differenziamento, e inoculo di cellule consegnato ieri da Vannoni Davide all’Iss sia reso pubblico integralmente.
Non esiste infatti ragione di segretezza. Non si tratta infatti di un trial clinico sponsorizzato da un’industria; non si tratta di un protocollo protetto da brevetto; non si tratta di un protocollo di cui esista traccia nella letteratura scientifica se non due articoli ucraini sconosciuti come valore scientifico. La sperimentazione del metodo Stamina è promossa per legge e finanziata dallo Stato come conseguenza di circostanze eccezionali di disinformazione di massa e compromissione dell’ordine pubblico; è condotta allo scopo di rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un metodo tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza.
Non esiste ragione di segretezza. Non esiste documento che comprovi al Ministero che il protocollo consegnato da Vannoni Davide sia proprietà intellettuale o commerciale di Vannoni Davide. Non esiste documento disponibile al Ministero che il protocollo consegnato non sia magari proprietà intellettuale o commerciale di altri. Non esiste documento che il protocollo consegnato rifletta quanto praticato ai pazienti in precedenza. Non esiste documento di alcuna innovazione biologica di interesse clinico da sperimentare nei pazienti. Potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa.
Né la legge 57 né il DM attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Vannoni Davide e organi tecnici del Ministero; né prevedono la partecipazione stabile di Vannoni Davide e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; né prevedono che Vannoni Davide imponga le sue regole. Né prevedono la secretazione del protocollo.
Altri hanno fornito al pubblico l’evidenza che il metodo Stamina, tenuto segreto al pubblico, ma praticato in ospedali pubblici, sia gravato da frodi e plagi. Il Governo deve al pubblico chiarezza. Deve alla comunità scientifica chiarezza e rispetto. Deve ai pazienti chiarezza, rispetto e tutela della salute.
fonte: oggiscienza.wordpress.com
Concordo in toto, soprattutto quando scrivi che non ci sarebbe neanche dovuto essere il bisogno di chiedere che venisse reso pubblico il protocollo. Speriamo che la richiesta venga accolta e poi... poi vedremo come andrà a finire questa storia che secondo me è stata gestita in modo pessimo (e dannoso) prima da Stamina, poi dai media e per concludere da magistratura e politica.
RispondiEliminaSi è fatto di tutto tranne che seguire l'iter corretto, ma purtroppo non è la prima ne sarà l'ultima volta. Viviamo in uno strano paese!
Molto probabilmente è così, un'eccezione del genere senza nessun dato scientifico, o quasi, a supporto, è proprio strana
Elimina