Il tentativo di abolizione o riordino delle province dura ormai da un bel pezzo. Si era partiti con il governo Monti e il suo accorpamento che portava a una riduzione del numero delle province, poi si è cominciato a parlare di abolizione e infine il riordino. Punto nodale di questo riordino, a parte le città metropolitane, è il fatto che le province rimangono le stesse, con gli stessi organi istituzionali -presidente, consigliere, assemblea dei sindaci- solo che questi incarichi vengono svolti a titolo gratuito. Ora, all'articolo 16 del ddl Delrio, si scrive esattamente
Art. 16.(Disposizioni sugli incarichi)1. Gli incarichi di presidente della provincia, di consigliere provinciale e di componente dell'assemblea dei sindaci sono esercitati a titolo gratuito.
ma nulla si dice, per esempio, su rimborso spese o diarie, nè è sicuro che qualche emendamento malandrino non modifichi le cose. Sta di fatto che, probabilmente per superare lo scoglio della Consulta, che chiedeva una modifica costituzionale, si è pensato di far lavorare le persone gratuitamente rischiando di incappare in altri problemi costituzionali, se va bene, o in qualche inghippo che di nascosto compensi gli incarichi, se va male. Di seguito il ddl in votazione al Senato quest'oggi e, in questa pagina, l'iter parlamentare completo con tutti i passaggi. Ci aggiungo anche un video del M5S in cui Crimi spiega perchè il movimento è contrario a questo riordino (qui il post nel quale è inserito).
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