In realtà, per lo stesso problema che coinvolge i due tipi di coscienza classici, la primaria e la secondaria, e cioè la perdita di informazione nel collasso nel mondo fisico, rimane per me difficile spiegare compiutamente quello che credo di aver compreso a livello di intuizione “organica”.
Già un’altra volta avevo accennato a una specie di serbatoio di conoscenza che esubera quella attualmente disponibile per ognuno di noi per comprendere il mondo in termini di movimenti da effettuarvi o parole per descriverlo.
Intendo dire che quello stesso insieme di neuroni che comprende un dato aspetto del mondo (qualsiasi cosa, dal funzionamento di un frullatore a un discorso politico a come fare le capriole) è più ampio e completo di quello che si seleziona e attiva per agire e descrivere il mondo. Bisogna che faccia un disegno, eccolo.
La Fig. 1 dovrebbe illustrare questo meccanismo, ovviamente in maniera semplificata.
Da sinistra arrivano gli stimoli sensoriali (frecce grigie) che colpiscono i recettori (pallini verdi). Il potenziale d’azione che si crea forma una corrente elettrochimica che dà vita a una serie di circuiti, dei quali solo quelli con maggiori legami sinaptici esitano, a destra, in un’uscita motoria (pallini rossi).
I collegamenti in nero sono quelli che raggiungono l’uscita motoria, i collegamenti in rosso sono quelli sacrificati, come dire, e che non raggiungono l’uscita motoria. La parte tratteggiata del collegamento in rosso sta proprio a significare che il circuito non è in grado di chiudersi.
Diciamo subito che questo modo di procedere non è dannoso per l’organismo, in quanto gli è necessario per decidere. In un articolo recente avevo citato un lavoro che dimostrava come la scelta sia più facile quando gli elementi in gioco sono in numero limitato, rispetto per esempio a un numero più elevato di elementi. Questo perché subentra quello che potremo definire un elemento dispersivo, un po’ quello che succede ai singoli membri di uno stormo di uccelli, o a quelli di un banco di pesci: il fatto di muoversi tutti insieme disorienta il predatore che si trova a dover scegliere fra troppe opzioni (aumento del disordine, diminuzione dell’informazione).
Ora, questi circuiti che non raggiungono l’uscita rappresentano, per me, un surplus di conoscenze, che a causa di un impedimento fisico vengono sacrificate sull’altare della decidibilità. Magari, dal punto di vista motorio, questo fatto non rappresenta un handicap, però da quello simbolico io credo che rappresenti una perdita di informazioni importante, al quale forse si deve il gap tra quello che possiamo conoscere e quello che sappiamo descrivere.
A questo fatto però potrebbero opporsi le considerazioni di Boltzamm sulla termodinamica statistica. Egli ipotizzò che la freccia termodinamica, e cioè la tendenza naturale delle cose a evolvere verso il disordine, si derivi da queste osservazioni: Boltzmann immaginò di avere una scatola divisa in due compartimenti uguali e di avere a disposizione otto particelle. Ora, si chiese, qual è il modo più semplice di disporre le particelle e quale quello più complesso? Se metto tutte e otto le particelle in uno scomparto, ci sarà un solo modo di disporle ma se io comincio a metterne sette da una parte e una dall’altra, ci saranno otto possibili modi, uno per ogni particella che può essere messa nello scomparto da sola.
In generale il numero di diverse combinazioni è dato dalla formula generale
P= N!/ N1! N2!
dove P è il numero delle diverse combinazioni, N! è il fattoriale di tutte le particelle (1 x 2 x 3 … x N) e N1! e N2! sono i fattoriali, rispettivamente, delle particelle di ogni scomparto (Fig. 2)
Infatti, l’equazione di Boltzmann della termodinamica statistica è
S = k log P (1)
con S=entropia, k=costante, P=numero di microstati, e quella di Shannon della teoria dell’informazione è
I = - k log P (2)
con I=informazione, si può derivare la seguente equazione
I = - S (3)
la quale dice appunto che l’informazione di uno stato è uguale alla sua entropia, ma di segno negativo, fatto questo che ha contribuito a creare il nome, da parte di Norbert Wiener, di negentropia (negentropy) che significa appunto entropia negativa (ricordo che l’entropia è la misura del disordine, dunque la negentropia è la misura dell’ordine).
L’idea che vorrei sviluppare riguarda dunque una situazione in cui la scienza ha già fatto luce, la Teoria dell’Informazione, aspetto essenziale della quale è la relazione inversa che occorre tra informazione e disordine. Ho però come la sensazione che questo possa adattarsi a quelle situazioni nelle quali si voglia trasmettere un’informazione da isolare dal resto del rumore del segnale ma non esattamente al modello di funzionamento del cervello.
Qui non è tanto e solo l’estrazione di un’informazione dal segnale, isolandola dal rumore, quanto l’estrazione della massima quantità di informazioni, ivi compreso il rumore di fondo. Il più delle volte l’ambiente non invia segnali omeodiretti verso un particolare organismo, salvo i casi di comunicazione intraspecifica, ma invia segnali eterodiretti che i sistemi di filtraggio degli organismi trasformano in informazioni.
Un limite, come visto, è dato più dall’esigenza di non sovraccaricare il sistema nervoso del ricevente affinché sia possibile una decisione che dal pericolo di interpretare in maniera fallace l’informazione. Una mezza informazione è quindi meglio di cento informazioni?
(continua)
Ciao Paolo ,perdonami se non commento a tema ,ma sono cose troppo complicate per me.
RispondiEliminaHai ragione sai ,dove dici che se gli altri ci accettano cosi come siamo allora è fatta !!!
A me piace dire che bisogna affezionarsi prima ai difetti delle persone cosi poi il resto è piu' facile e ci troveremo sempre a stupirci delle qualita' ...ammesso che ve ne siano :)
E' la finzione in se che mi disturba ,credo che sia un limite grande....bisognerebbe comprendere che l'unicita' della persona sta proprio nella semplicita'dell'essere se stessi e non nell'artificio che io considero solo un becero trucco che come tale quando si svela delude il doppio .
bacetto
e scusami se ti sto trascurando.
kicca
^__^ so come la pensi ,ricordo che ne abbiamo parlato ...
RispondiEliminaio dico di si ....sara' che mi sono convinta che tu meriti di piu' ...mannaggia a me !!!! :))))))
weeeeee pascucciii buon giorno non mi ci provo nemmeno a commentare sto post le equazioni non fanno pr me tuttio bene tu?
RispondiEliminaLa tua domanda finale è da inserirsi in un contesto che dovrebbe rispondere alla domanda:" La Teoria dell'informazione funziona perfettamente per i sistemi neurali?"
RispondiEliminaBella elaborazione, Pa! Davvero!
Esatto, Anna.
RispondiEliminaGrazie, e non è ancora finita!
Sono sempre più contento di aver deciso di seguire il tuo blog!
RispondiEliminaBellissimo articolo e resto in attesa del seguito,
G.
Ho visto che non è ancora finita. Infatti sto aspettando il resto per fare il paio con l'altro su Scientificando!
RispondiEliminaA questo punto mi chiedo
RispondiEliminacome sono le mie particelle.
^__^
Troppo complicato per me ma
molto importante questo tuo post.
Buona domenica da Giuseppe.
grazie Gianluigi, mi fanno proprio piacere queste tue affermazioni.
RispondiEliminaAnna, finirai con il viziarmi.
Ti avviso prima ????
RispondiEliminapenso di aver lasciato dei commenti abbastanza rilevanti ...poi ...boh ...
Ciao ,salutami gli altri nani .
Dunque ,la prima frase era per capire ......la seconda era per farti notare che dai miei commenti si evince che stavi andando bene...ahahahahahahahha vabbe' lassamo perde!!!!
RispondiEliminaOggi piove ....sara' per quello che non ci capiamo ...ci sono le interferenze sul segnale ...ahahahhaahahha
i nani erano 7 ....lasciamo fare alla provvidenza ;)