domenica 22 gennaio 2012

Schettino, "Inchini decisi dalla Costa. Ritardato allarme per essere sicuro"

Francesco Schettino
imagecredit liberoquotidiano.it
Su Corriere e Repubblica emergono indiscrezioni inquietanti sulle dichiarazioni rese da Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia, ai magistrati. Sono affermazioni che contrastano con la versione fornita dall'ad della Costa Crociere Foschi. Infatti, secondo quanto dichiarato da Schettino
 "Gli inchini li facciamo in tutto il mondo. Anche quando facciamo la penisola Sorrentina, Capri". Tanto, che "gli annunci vengono stampati la mattina a bordo delle navi". Il gip vuole essere certo di ciò che ha capito: "Quindi, lei non è la prima volta che accostava al Giglio?". "Noo. L'ho fatto in passato anche con la "Costa Europa" e altre navi" [fonte Repubblica]


Emergerebbe anche una specie di sfida tra comandanti, per esempio quella con Massimo Garbarino comandante della Costa Luminosa
Dice il comandante della Concordia: "Garbarino faceva gli inchini lì e io gli promisi - gli ho mandato anche una email - che, alla successiva estate, l'avrei fatto". [fonte Repubblica]
Da chiarire anche il ritardo nel lanciare l'allarme. Schettino fornisce spiegazioni non perfettamente convincenti
 I magistrati lo incalzano per avere una ricostruzione degli orari, per sapere come mai ordinò l'abbandono della nave più di un'ora dopo l'urto. E così Schettino tenta di difendersi: «Le operazioni sono avvenute dopo che io ho avuto le informazioni che la nave non avesse più ossequiato la caratteristica nautica che è la galleggiabilità. Perché non è che io posso avere un blackout e dico andiamocene tutti. Dove li mando questi qua? Un comandante deve stabilire i tempi. Perché se c'è un comandante che mette tutti i passeggeri in mare e la nave poi rimane a galla che facciamo?». [fonte Corriere]

Foschi ad Costa Crociere 
imagecredit il riformista.it
Insomma, gli inchini avrebbero fatto parte di una forma di pubblicità, una consuetudine decisa dalla compagnia, secondo quanto dice Schettino, conosciuta con il nome di navigazione turistica. Su questa parte di marketing si sarebbe poi inserita la sfida tra comandanti, magari a chi passa più vicino. Resta la parte del ritardato allarme, e anche qui, Schettino dice di aver informato la compagnia e averne ottenuto il beneplacito
Durante l'interrogatorio Schettino spiega di aver informato Costa di quanto stava avvenendo e di aver avuto sempre via libera rispetto alle proprie scelte. E rivela che, mentre era sullo scoglio, fu proprio il responsabile dell'Unità di crisi Roberto Ferrarini a contattare il capitano Gregorio De Falco che gli aveva intimato di risalire a bordo. «Quando gli dissi che avevo fatto un guaio e che lo avrei informato di tutto, Ferrarini mi rispose: "Sì, fai così". Poi dopo gli ho detto "mandami gli elicotteri" e lui ha risposto. "Sì, ok, mo' ti mando gli elicotteri"». [fonte Corriere]
Il "sì, fai così" di Ferrarini, secondo Repubblica, si riferisce alla volontà di Schettino di portare la nave alla deriva, verso la scogliera. E sul ritardo nell'ordinare l'evacuazione, oltre il sad and sorry, espressione per indicare un falso allarme, secondo quanto riporta Repubblica c'è la penalità che avrebbe dovuto pagare la compagnia per ogni evacuato, 10.000 euro, 40 milioni per tutti i passeggeri che, a cose fatte, sembrano ben poca cosa rispetto al danno sopravvenuto poi

 Ci sarebbero in verità anche i 10 mila euro a passeggero che la compagnia paga se costretta a evacuare (40 milioni di euro, quella notte). È un fatto che Ferrarini, mentre la Concordia affonda, si mette a discutere con Schettino sull'opportunità a o meno di "contattare una compagnia di rimorchiatori" e, a quanto dice il comandante, non è affatto vero che lui dissimuli la gravità della situazione. Il comandante ricorda bene quella discussione: "Dissi a Ferrarini: chiamate la capitaneria di Livorno per i rimorchiatori! E loro mi hanno dato un numero di telefono. Nel frattempo si sovrapponevano gli eventi. Ho capito che il problema non era più un contratto di trasporto con una compagnia che viene a trainare in secca. Ma era una situazione che si stava esponenzialmente indirizzando verso il disastro. E ho detto a Ferrarini: "Chiamate gli elicotteri"". [fonte Repubblica]
 Infine  c'è anche la dichiarazione di Schettino che il Voice data recorder, la scatola nera, non funzionava da 15 giorni e che, quando Ferrarini gli chiese di attivare il Vdr per avere la registrazione dei dati in plancia il sistema fosse tutto spento. Quindi dati persi? Probabilmente no, perchè c'è anche il Voyage data recorder, e quello funzionava, ma quello che è stato detto in plancia potrebbe non essere stato registrato.


2 commenti:

  1. bruna vestri laperfidanera22 gennaio 2012 alle ore 12:33

    Insomma, di cretini non ce n'è stato uno solo!

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  2. sai com'è, l'istinto imitativo (cose tipo neuroni specchio...)

    RispondiElimina

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