mercoledì 1 febbraio 2012

Limite massimo retribuzioni dirigenti pubblici: provvedimento del Governo

Una cosa che molti sapevano e che moltissimi fanno a casa propria, sembra finalmente essere stata presa in considerazione dal Governo che, occorre ricordare, è formato da tecnici, studiosi e professori che dovrebbero sapere come funzionano le cose e quello che occorre per cercare di risolvere i problemi. Mi riferisco ovviamente alla grave crisi economica che l'Italia può superare tranquillamente e certamente lo farà, ma che  per il momento ci attanaglia e costringe chi governa ad iniziative sgradevoli, una delle quali però non ancora presa, anche se doveva essere la prima. Mi riferisco esattamente a questo: quando in famiglia calano le entrate si fanno sacrifici, a cominciare da mamma e papà. In politica è esattamente il contrario: chi ha responsabilità (mamma e papà) i sacrifici li fa per ultimo, forse. 
Un sintomo di un possibile cambiamento di registro è dato dal provvedimento trasmesso dal Presidente Monti a Camera e Senato, che inizia così: "Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell'Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all'Italia nei mesi a venire." Ma non solo i paesi dell'eurozona, anche dei cittadini italiani.
Ecco di seguito il comunicato stampa rilasciato sul sito del Governo, intitolato:


Contenimento dei costi degli apparati burocratici

30 Gennaio 2012
Il Governo Monti è pienamente consapevole dell’importanza del contenimento dei costi degli apparati burocratici. Dal buon esito dell’operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell’economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività. Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell’Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all’Italia nei mesi a venire.
Per questo motivo, in tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre, e fissati in novanta giorni, il Presidente Mario Monti ha trasmesso al Presidente del Senato, Renato Schifani, e al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo sche ma di provvedimento concernente il limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel “Salva Italia”.
Il provvedimento si fonda su due principi:
1) Il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l’ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite.
2) Per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l’incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale. Resta valido il tetto massimo indicato in precedenza.
Lo sche ma di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri verrà sottoposto al preventivo parere delle competenti commissioni di Senato e Camera. Contestualmente, la Ragioneria generale dello Stato indicherà le modalità di versamento al Fondo per l’ammortamento dei Titoli di Stato delle risorse rese disponibili dall’applicazione dei limiti retributivi stabiliti dalla norma. Le risorse così risparmiate non potranno andare a copertura di altre spese.
Il decreto presentato oggi è in linea con gli scopi che il Governo, sin dal suo insediamento, si è prefissato affinché il tema divenisse parte integrante, e centrale, dell’agenda istituzionale. I provvedimenti varati finora – in particolare quelli noti come “Salva Italia” e “Cresci Italia” – procedono in questa direzione. Intendono cioè eliminare – o quanto meno ridurre – gli sprechi connessi alla gestione degli apparati amministrativi.
Segnalo che il primo Presidente della Corte di Cassazione (magistrato con funzioni direttive apicali giudicanti di legittimità), ha una retribuzione lorda annua di 311 mila euro [fonte qui]. Questo provvedimento era già stato preso con un disegno di legge nel 2007 ma, evidentemente, non aveva avuto molto seguito se è stato necessario reiterarlo [ddl 21 dicembre 2007 fonte qui]

44. Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, universita`, societa` non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonche´ le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non puo` superare quello del primo presidente della Corte di cassazione. 
Si osservi, a titolo di esempio, la tabella qui sotto e questa classifica (si veda anche qui per ulteriori dettagli)


  • Francesco Guarguaglini, presidente e ad di Finmeccanica, 5 milioni e 560 mila euro
  • Fulvio Conti di Enel, 3 milioni 236 mila euro
  • Paolo Scaroni, ad e dg dell'Eni, con 3 milioni e 77 mila euro
  • Roberto Poli, presidente Eni, 1.131.000 euro
  • Pietro Gnudi, presidente Enel 923 mila euro
  • Massimo Sarmi, ad Poste Italiane, 900 mila euro


imagecredit e © oggi.it

Sono gli stipendi di alcuni dirigenti pubblici. Alcuni di questi dirigenti lavorano in società quotate, e bisognerà vedere se nel provvedimento Monti varrà ancora l'esclusione di quel tipo di società. Sta di fatto che questo provvedimento incide, o inciderebbe, in maniera decisa sulle retribuzioni di questi manager, obiettivamente esagerate.
Ora non resta che intervenire su quella piccola enclave di privilegiati che sono gli addetti di Camera e Senato. Si veda, a questo proposito, quanto guadagnano stenografi ed addetti parlamentari per  decidere se è il caso che anche loro facciano i sacrifici.

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