Sono passati parecchi giorni da quel 20 maggio e qualcuno in meno da quando è la partita la gara di solidarietà. Gli italiani hanno risposto in maniera esemplare ma non altrettanto la burocrazia. E così, i sindaci dei comuni delle zone colpite dal terremoto, sono costretti a chiedere prestiti alle banche perchè non hanno liquidità e i soldi delle donazioni ancora non arrivano.
E' quello che scrive il Fatto oggi, riportando le parole dei sindaci:
“I lavoratori vanno pagati – mette in chiaro il sindaco di Novi di Modena, Luisa Turci -. E senza entrate sono obbligata a chiedere anticipazioni di cassa. Certo, non sono a costo zero. Ma è l’unico modo per ottenere liquidità immediata”.
Come spiega Rudi Accorsi, amministratore del piccolo comune modenese di San Possidonio: “Fino a oggi abbiamo ricevuto solo i 52 mila euro versati sul nostro conto. Ma ne servirebbero molti altri per rimettere in piedi la città”
“non bastano i 140 mila euro donati alla nostra città – aggiunge il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri – servono risposte dal governo. Le spese sono enormi, ci sono tutti gli interventi di messa in sicurezza, di puntellatura, di sgombero macerie. La lista è infinita”.
E ancora non sappiamo se ci verranno rimborsati completamente o solo in parte – sottolinea il sindaco Fernando Ferioli – Per pagare stiamo accumulando debiti”. [il Fatto cit.]
Come riportano le giornaliste del Fatto, la Protezione civile informa che fra una settimana verranno accreditati 10 milioni sul conto della Regione. Sperando che la cosa corrisponda a verità, non si capisce come mai occorrano così tanti giorni: per effettuare un trasferimento di danaro ci vogliono pochi minuti. E' sempre sorprendente la macchinosa lungaggine della burocrazia: perchè ci vuole così poco tempo per raccogliere i fondi (grazie alla generosità degli italiani) e così tanto tempo per distribuirli? Una possibile spiegazione coinvolge gli operatori di telefonia:
Prima di tradurre le migliaia di sms solidali in moneta sonante, per esempio, passeranno almeno 60 giorni. Il tempo necessario alle compagnie telefoniche per le verifiche sulla solvibilità degli abbonati. In altre parole, i gestori dovranno controllare le bollette dei clienti che hanno partecipato alla raccolta, assicurandosi, tra le altre cose, che i messaggi non siano stati inviati da telefoni aziendali [il Fatto cit.]
15 sono i milioni raccolti sinora con gli SMS solidali; ai comuni servono ora per pagare pasti, interventi sugli edifici, stipendi. Non si contribuisce a stimolare la generosità degli italiani rallentando la distribuzione dei fondi. La gestione delle donazioni deve essere quanto più possibile trasparente e sollecita, non occorrerebbe ripeterlo ogni volta.
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