Riesce difficile, in genere, credere che gli altri possano fare qualcosa per te gratuitamente.
In genere questa diffidenza varia al variare del proprio altruismo. Più si è altruisti più si tenderà a pensare gli altri come tali e più si è egoisti più si penseranno gli altri come egoisti e si rafforzeranno i convincimenti degli altri che il mondo è composto per la maggior parte di egoisti.
Ho sempre immaginato che se assumevo qualcuno per svolgere un compito potevo anche decidere di rescindere il contratto, se insoddisfatto dell’operato.
Prendiamo l’esempio dell’amministratore di condominio. Le esigenze dei vari condomini sono diverse. L’operato dell’amministratore è giudicato a maggioranza. L’ambito di intervento dell’amministratore, pur in un sistema sociale così piccolo come un condominio, è regolato da ordinamenti che stanno “al di fuori” del condominio stesso. L’amministratore potrà cioè redigere un regolamento approvato dalla maggioranza, ma questo regolamento non potrà essere in contrasto con le Leggi dello Stato, sulle quali Leggi gli abitanti hanno poca influenza.
All’interno dell’ambito delle cose lecite, dunque, l’amministratore può, con il supporto della maggioranza, redigere i regolamenti che crede. In questo, egli, non vivendo nel condominio e non avendo altri interessi se non quello di amministrarlo, aderisce alle richieste che provengono dai condomini. Certo non potrà inserire le richieste di un solo condomino ma dovrà tener conto delle richieste della maggioranza. Alla fine, quello che uscirà fuori, sarà l’insieme dei regolamenti e della gestione dell’intero condomino, che dovrà essere ispirato a criteri di funzionalità, economicità, decoro e così via.
Si immagini ora che a questo amministratore venga data facoltà di stendere un regolamento che può derogare alle Leggi dello Stato, purchè abbia il voto della maggioranza dei condomini. Si consideri cioè la creazione di una piccola enclave all’interno del condominio, in cui si possono attuare i regolamenti che si vogliono, purchè siano approvati a maggioranza.
Consideriamo le cose dai due diversi punti di vista.
Dal punto di vista dell’amministratore (considerata equivalente nei due casi –regolamenti intra-legem e regolamenti extra-legem- la volontà di rimanere al suo posto dell’amministratore) produrre regolamenti che possono derogare dalle vigenti Leggi dello Stato pone diverse problematiche. Innanzitutto, ammettendo che il contratto che regola il suo rapporto con il condominio preveda un certo numero di anni e una qualche penalità per la risoluzione anticipata, norme regolate dagli ordinamenti dello Stato, visto che si trova a operare in un luogo in cui si possono non applicare le Leggi dello Stato, egli potrebbe non riuscire a opporre niente a una eventuale risoluzione anzitempo del contratto, da parte della maggioranza dei condomini. Il suo potere non gli proviene né dal suo ruolo, né da una forza in suo possesso (di qualunque genere, forza armata, ricatto, moral suasion o qualsiasi altra cosa) né da altro: solo dalla maggioranza dei condomini. Si può dire che egli sia “ostaggio” di questa maggioranza. Se egli desidera mantenere il suo posto, quale sarà la strategia migliore?
Prima strategia.
Coinvolgimento nel potere.
Un modo di fidelizzare i propri condomini potrebbe essere quello di cominciare a privilegiare la maggioranza che lo sostiene, magari coinvolgendoli (dietro compenso a carico di tutto il condominio) nella gestione. Se ogni nucleo dei sostenitori ha un proprio membro all’interno dell’amministrazione del condominio, sarà più facile mantenere l’unità del gruppo perché ognuno avrà un suo personale interesse a mantenere le cose come stanno.
Questa strategia presenta però dei costi aggiuntivi, dati dagli emolumenti riconosciuti alla frangia dei sostenitori. Questi costi sono sostenibili finchè non diventa più economico cambiare condominio. Se per esempio tutti i condomini minoritari abbandonano il condominio e non si trovano altri inquilini, il gruppo è destinato a frantumarsi. Per questo motivo non è possibile spingere troppo in là i privilegi: occorre mantenere un equilibrio.
Se una cosa ci costa (la maggioranza paga per mantenere il potere) ma ci garantisce un’utilità, vi saremo legati e cercheremo di non perderla per non sprecare l’investimento. Inoltre, portare qualcuno a godere dei propri privilegi, anche se in definitiva comporta un piccolo aumento dei costi cui anche il privilegiato è sottoposto, lo impegna a difendere lo stato delle cose a causa dell’appagamento del potere, oggetto del desiderio che non tiene conto degli attivi e passivi economici.
Spesso però le due cose (potere e denaro) vanno insieme.
Insomma, questa strategia comporta una perdita secca di potere e denaro per la minoranza condominiale, una perdita economica per parte della maggioranza e un guadagno secco di potere e denaro per pochi.
(continua)
Il tuo ragionamento non fa una piega.
RispondiEliminaweeeeee ciao pascucci, lo status quò da sempre è la faccia più visibile del potere (qualunque potere) dunque è dallo status quò che nasce ogni strategia di conservazione (di chi ha il potere) è chiaro, potere che attraverso lo status quo viene redistribuito sotto forma di leva (cioè la possibilità economica del gruppo) quindi si formano le lobby che restituiscono il potere allo status quò sotto forma di mutevoli allenze, escludendo da questo percorso ogni singolo ingranaggio (persona o tentativo di prendere una leva dei poteri) dallo status quò stesso (tradotto in regole tipo quelle da usate
RispondiEliminadal tuo esempio) hai i soldi per far cambiare la regola? prego accomodati, non li hai? bussa altrove
.....gelosoooooneeeeee.....ahahahahahaha
RispondiElimina:PPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPPP
tutti commettiamo un grosso errore quando parliamo di politica, dentro la politica ci mettiamo idealismi (più esatto è dire filosofie) mentre la politica in se non è altro che arte di amministrare gli stati e amministrazione della cosa pubblica, tutta qui la politica buon paolo, vi è chi la amministra bene chi male, che cosi e cosà, questo è l'errore di fondo che tutti si commentte infilando nella politica ideali, cioè altro, che risponde al termine di filosofia (Che concerne la filosofia o i filosofi)è ce di filosofi che non sanno amministrare un bar di periferia è pieno i mondo, di politici che amministrano bene la cosa pubblica attualmente non se ne vedono, o almeno questa è l'impressione, questione santoro, vedi paolo, io non mi reputo un anima bella, ma dal "dover" dire che santoro se li merita per il semplice fatto che altri non se li meritano per niente me ne guardo bene, quanto al fatto che invece di politici io me la prenda col teleprete rosso beh sono fatto cosi, qualcuno dovrà pur dire che il tizio in questione non è ne un morto di fame e tanto meno rinucerà al suo milionario emolumento per il semplice fatto che ci sono famiglie (da lui intervistate) che con un misero 5% della medesima liquidazione vivrebbero come nababbi per il resto della loro vita
RispondiEliminaC'è ancora sai ?!
RispondiElimina,mio figlio ne va matto :)
nono
RispondiEliminabiscotto al malto con gelato in tre gusti
vaniglia panna e cioccolato ...hai dei ricordi vaghi ,mooolto vaghi :)
concordo pascucci, nell'immediato dopo guerra era richiesto dagli eventi un alto grado di responsabilità (per altro senza piano marshall non come saremmo finiti ma studi dedicati danno una ben diversa connotazione economica all'europa) ci stà che l'evento guerra come tu dici abbia influito e molto anche, resta che la classe politico dirigenziale uscita dopo la guerra (coloro che adesso contano almeno ottanta primavere) sia uscita dal periodo fascista già preparata e provata nel senso dello stato, cioè l'esempio, del resto però era molto meno pericoloso allora girare in tram soli soletti che adesso girare in tram seppur sotto scorta, d'accordo persinp sul fatto che si debbano recupare dei sani valori di rettitiudine comportamentale, ciò detto la domanda è :quali valori sono importanti per la società del futuro?: a questo la politica non può dare risposte, il politici deve fare adesso in questo tempo non tra 20 anni, che cosa e come saremo tra 20 anni è materia di sociologhi (questo implica un nuovo argomento da collegare al discorso) infine i cilicli storici, interessante notare come storicamente nei millenni i popoli siano cilclicamente rifioriti dopo catastrofiche guerre, le quali sembrano avere delle cadenze più o meno lunghe a seconda della potenza con la quale i popoli che hanno subito\fatto la guerra sono rifioriti
RispondiEliminaDirei che il tuo ragionamento fa meno di una piega!;)
RispondiEliminaOT: non potresti attivare la notifica dei commenti tramite email?
Ma ce l'ho Anna.
RispondiEliminaAnche secondo me ideali e politica dovrebbero coincidere. Purtroppo il sistema porta a favorire comportamenti scorretti... ci saranno storie di quartieri, comuni, che fanno la differenza...forse la speranza risiede nei giovani politici. Inoltre, di fronte alle difficoltà della politica, alla crisi della politica,la risposta sia in un certo senso l'indifferenza...
RispondiEliminaL'indifferenza, Carla, è figlia dell'egoismo. Chi è incapace anche di un piccolo gesto di cortesia nella vita di tutti i giorni, come può cercare di andare al di là del dato immediato e puntare su chi si alimenta ANCHE di ideali.
RispondiEliminaForse gli è sufficiente osservare che comunque c'è sempre qualcuno che il potere lo sbeffeggia, e questo fatto acquieta il senso di giustizia.In questo senso, <la satira, è controproducente.
Anche secondo me ideali e politica dovrebbero coincidere. Purtroppo il sistema porta a favorire comportamenti scorretti... ci saranno storie di quartieri, comuni, che fanno la differenza...forse la speranza risiede nei giovani politici. Inoltre, di fronte alle difficoltà della politica, alla crisi della politica,la risposta sia in un certo senso l'indifferenza...
RispondiEliminaDirei che il tuo ragionamento fa meno di una piega!;)
RispondiEliminaOT: non potresti attivare la notifica dei commenti tramite email?