giovedì 30 settembre 2010

IX. Cos'è l'io?

Il mondo B (immaginario) è un mondo ordinato e siccome è tutto soggetto alla volontà dell’individuo è un mondo falso. Quello reale, A, non è soggetto ai limiti della mente umana e infatti esistono cose che sfuggono sia al controllo volontario sia alla conoscenza.
Il mondo B è soggetto unicamente alla mente. Se dovessimo costruirlo veramente, come mondo funzionante, probabilmente elimineremmo molte delle “incongruenze” (o meglio, di quelle che a noi sembrano incongruenze) del reale A (un'altra possibile conseguenza sarebbe però la probabile perdita dell'io).
È forse perché è tutto soggetto alla volontà che il mondo interiore può formare un io? L’io è un’entità soggetta al controllo. Ma al controllo di chi? Nel momento in cui sogniamo, cos’è che ci sveglia dal sonno, posto che nel momento in cui ricordiamo siamo già svegli?
L’io deve riconoscere un’origine. Vi è un punto e vi è un momento dal quale comincia a svilupparsi. L’io del corpo o coscienza primaria si sviluppa dalla pelle, dalla superficie corporea. La superficie del corpo è il limite che segna il confine. Se voi notate, non può essere agito nessun atto all’interno del nostro corpo, ma solo sulla superficie e dalla superficie in fuori.
L’interno del corpo non è soggetto a decisione e quindi, per quanto affermato precedentemente, è un mondo immaginario, dunque l’io è un mondo immaginario. Infatti noi non scegliamo se essere, scegliamo cosa o come essere: la decisione si prende, metaforicamente, dalla pelle in fuori, verso l’esterno. Perché è lì che noi siamo, all’esterno, nell’ambiente. Chi di noi avrebbe bisogno di un io se non avesse un mondo al quale contrapporsi?
Ciò che è permesso al corpo è il nucleo dell’io motorio. L’io si estende dalla pelle verso l’interno, ma all’interno non può agire (con qualche distinguo) perciò non è soggetto a discussione e scelta: penso che anche il linguaggio motorio sia in grado di formare un suo mondo immaginario, in cui tutto è deciso, dove non c’è bisogno di scelta.
Da questo nucleo, verso l’esterno, cresce e si forma, come una pianta con profonde radici, il mondo delle decisioni dell’io, in cui l’io comprende se stesso, nel comprendere cosa è permesso fare.
Voi direte: ma come si forma questo mondo interno immaginario?
Per spiegare questo bisogna parlare di: ciò che il corpo crede.

19 commenti:

  1. Buon Giorno Paolone, amicone del mio saracino ribelle cuore,

    scusandomi per la lungaggine con la tua preziosa persona, penso che per risalire a certe definizione che parlano dell’IO o della mente che con esso coesiste, bisogna prima capire qualcosa che riguarda il PENSIERO, perché penso che attraverso l’attenta analisi sugli effetti si può risalire alle cause prime che dai mondi dell’anima affiorano nella realtà manifesta.

    Perché una cosa è l’aspetto esteriore con cui ci confrontiamo, che sono specchio riflesso di quello che rileghiamo alla parte inconscia e del subcosciente che si interfaccia con la parte che da qui chiamo cosciente. Ma di sicuro al livello psico-bio-fisico delle nostre conoscenze c’è veramente, di mezzo il fatidico mare, finché non si arriva a pensare e a ragione in modalità soprasensibile, percettiva/intuitiva.

    Infatti, accade che, se siamo veramente forti dei nostri valori ed ideali e dei convincimenti derivanti dal nostro vissuto, dal nostro capito, dalla nostra raggiunta consapevolezze, per quell’innata innata ricercante natura spesso è come dire “si chiude”, per così dire, “una porta e si apra un portone”…su un nuovo mondo, però, SU UN NUOVO MONDO PERO che è un’indefinibile bellissima percepita/sentita capita celata invisibile verità, detta in ogni tempo è mai capita.

    Oggi voglio sommarmi con il mio capire al tuo giusto saggio dire, ma anche per riportare delle riflessione con dei pensieri trascendentali che possono diventare chiave di volta per capire concetti più grandi. Carissimo Paolo, ogni coincidenza significativa del tuo saggio dire è una rara perla perché porta a

    RispondiElimina
  2. porsi delle domande sull‘ESSERE O NON ESSERE o tantomeno CHI SIAMO VERAMENTE DENTRO DI NOI STESSI. e come interagiamo con noi stessi….
    Di sicuro farò riferimento a tanti pensatori/mistici/alchemisti/filosofi ecc. per nominare ad es. Paracelso e la sua ermetica alchimia che innalza l’innata dualità dall’essere animale all’essere di Saint Martin ECCE HOMO, oppure il matematico/filosofo Cartesio, Erasmo l’umanista ecc. Proprio su queste tematica esistenziale si basava tutto il loro ricercato ragionamento, dell’ESSERE O DEL NON ESSERE.

    Copiando alcuni sublimati concetti, voglio solo riportare delle riflessioni di logica speculativa ed anche di celate realtà trascendentali.

    Cartesio – sostiene Hegel – dette alla filosofia “un indirizzo affatto nuovo Con lui ha cominciamento la nuova età della filosofia…”

    Affermando che si debba “dubitare di tutto”, egli pose, “come prima esigenza della filosofia”, il “toglier via tutte le determinazioni” il toglier via, cioè, in nome del pensare, del “puro pensare” che è precisamente astrarre da tutto” da tutti i pensati, da tutte le rappresentazioni.

    Tolti via i pensati, rimane appunto il pensare e, con il pensare, l’io (“io posso infatti astrarre da tutte le mie rappresentazioni, ma non già dall’io”)

    RispondiElimina
  3. Cartesio – osserva ancora Hegel - “prende le mosse dall’io come da quel ch’è senz’altro certo: io so che in me si affaccia qualche cosa (cioè il pensare). Con ciò la filosofia è d’un tratto trasferita su un terreno e in un punto di vista affatto nuovi, nella sfera, cioè, della soggettività” ; e aggiunge: “L’”io penso” contiene immediatamente il mio essere: questo, dice Cartesio, è il fondamento assoluto d’ogni filosofia. La determinazione dell’essere è nel mio io: questo legame è esso medesimo il Primo.

    Il pensiero come essere e l’essere come pensiero, ecco la mia certezza, l’io; nel celebre ”cogito, ergo sum” sono dunque inseparabilmente congiunti “pensiero” ed “essere”; tuttavia, è vero anche come sostiene Kant “che nel pensare non è contenuto l’essere”, ma è altrettanto vero, come

    asserisce Hegel - che l’essere e il pensare “formano pur nondimeno un’identità”, e che “la loro unità non è compromessa dalla loro diversità”

    La diversità non compromette infatti l’identità o l’unità riflessa che va in manifestazione. Tra me, ad esempio, e la mia immagine nello specchio, come pure tra me e la mia foto o il mio ritratto, si danno appunto, insieme, IDENTITA’ , UNITA’ e DIVERSITA’

    Va sottolineato, tuttavia, che tale diversità consiste soprattutto nel fatto che io sono un essere, mentre la mia immagine speculare è un non-essere: una parvenza, un riflesso di una causa prima, che viene alla luce solo nel momento in cui il mio essere vivo si rispecchia nell’essere morto dello specchio.

    RispondiElimina
  4. L’OSSERVATORE CHE CONTEMPLA LA SUA STESSA INFORMATA CRISTALLIZZANTE DINAMICA REALTA’

    Fatto si è, però, che col “toglier via tutte le determinazioni”, si dovrebbe toglier via pure quella dell’io, poiché anche questa non è che una nera o radiosa rappresentazione.

    Fa notare infatti Steiner: “Il pensare è al di là di soggetto/oggetto. Esso forma questi due concetti come forma tutti gli altri (…) Non è che il soggetto pensi per il fatto di essere soggetto; bensì esso appare a se stesso come soggetto perché ha la facoltà di pensare” ).
    Il che vuol dire che anche l’io del quale si è abitualmente coscienti è un “pensato”, e non un “pensante”. Vero “pensante”, infatti, è il Soggetto (l’Io) dal quale scaturisce il pensare, e non il soggetto (l’io) scaturito dal pensare.

    Sulla realtà cognitiva o inconscia che intercorre tra la veglia ed il sonno che tu hai ben citato si potrebbe scrivere un trattato, ma nella sintesi Steiner fa per l’appunto osservare: “Supponiamo che la rappresentazione dell’io produca qualcosa al cui interno troviamo l’essere umano vero e proprio, qualcosa cioè in cui l’anima sia all’interno di quel sé. Supponiamo che ciò risulti dalla rappresentazione dell’io. Dovrebbe allora sorgere a ragione la domanda: cosa accade durante la notte, durante il sonno? L’uomo non è inserito nella rappresentazione dell’io, essa cessa completamente. Tutti i concetti, che a partire dalla rappresentazione dell’io ci facciamo sull’essere dentro l’io, valgono solo per la vita di veglia, poiché la rappresentazione dell’io cessa con l’addormentarsi. In quel momento essa finisce e al mattino compare di nuovo.

    RispondiElimina
  5. Di conseguenza non è affatto duratura”. (Ecco perché il quel mio scritto ho detto immaginate di risvegliarvi l’indomani privi della memoria).

    L’ordinaria rappresentazione dell’Io è dunque la rappresentazione “non-duratura” dell’Io “duraturo”. Quest’ultimo, quale essere del sonno (del corpo), del sogno (dell’anima) e della veglia (dello spirito), quale essere, cioè, di tutto l’essere umano, è in effetti ben diverso da quello della sua diurna rappresentazione; tanto che si potrebbe dire: il cogito, ergo sum comporta il non-cogito, ergo non-sum, mentre il sum, ergo cogito comporta il sum, ergo non cogito; comporta, cioè, la viva presenza dell’essere anche in assenza della sua spenta rappresentazione. “Già spesso io sono stato – dice appunto Goethe – e veramente non ho pensato proprio nulla”.

    I pensieri che tale Soggetto pensa, e la logica che esplica sul piano incosciente del sonno (dell’apparato metabolico e degli arti o della volontà), sono in effetti diversi da quelli che pensa ed esplica sul piano subcosciente del sogno (dell’apparato ritmico o del sentire), così come questi sono a loro volta diversi dai pensieri e dalla logica che apprendiamo sul piano cosciente della veglia (dell’apparato neuro-sensoriale o del pensare).

    Su questo piano, apprendiamo infatti i pensieri (i concetti) in forma di rappresentazioni, la logica in forma analitica e l’Io (spirituale) in forma di ego (vale a dire, di soggettività psicologica o corporea).

    RispondiElimina
  6. Ma perché li apprendiamo così? Perché risentono, nella loro qualità, della mediazione cerebrale (corticale) che li fa emergere alla coscienza. Spiega in proposito Steiner: “Al materialista grossolano odierno conviene dire che il cervello forma il pensiero, cioè che il sistema nervoso centrale forma il pensiero. Per chi osservi le cose in profondità, ciò è vero come sarebbe vero, quando ci si osserva in uno specchio, ritenere che lo specchio abbia formato il volto che si vede in esso. Ma questo non forma affatto ciò che vi si vede, che sta invece al di fuori dello specchio. Lo specchio si limita a riflettere, a riverberare il volto (…) Ciò avviene in modo del tutto simile a quanto l’uomo esperisce come pensieri” .

    Nel rappresentare è “contenuto” quindi il non-essere; ma in tanto vi è “contenuto” in quanto è il mero riflesso di quel pensare in cui è “contenuto” l’essere, e che Steiner denomina, laddove è vivente, “immaginativo”, laddove è qualitativo, “ispirativo” e, laddove è essenziale, “intuitivo”.

    In sostanza, come qualche volta ho avuto occasione di dire; la coscienza rappresentativa dell’Io (mediata dal corpo fisico o spaziale) non è coscienza di tutto l’Io, ma di quella sola sua parte che chiamiamo “ego” e che da fuori si esprime nel condensato di una personalità che in effetti non è la sua vera natura .

    La coscienza immaginativa e la coscienza ispirativa (mediate, rispettivamente, dal corpo eterico o “temporale” e dal corpo astrale o “animico”) ampliano e approfondiscono l’autocoscienza poiché integrano la coscienza dell’Io quale realtà “solida”, con la coscienza dell’Io, a un primo livello, quale

    RispondiElimina
  7. realtà “liquida” e, a un secondo, quale realtà “aeriforme”. Solo con la coscienza intuitiva dell’Io, in quanto coscienza immediata, si ha perciò la piena e spirituale autocoscienza.

    L’essere non è dunque - come afferma Kant - “altro dal pensare”, bensì è un altro pensare: un pensare dinamico (“immaginativo”) che può essere portato a coscienza soltanto da chi si conquisti la capacità d’integrare l’ordinaria e spenta mediazione del cervello fisico con quella vivente del cervello eterico.

    Ma che cos’è il “cervello eterico”? E’ forse qualcosa di simile al cervello fisico, ma di natura più tenue o più fine? No, il cervello eterico è una realtà vivente o “fisiologica” (un “campo di forze morfogenetiche”), e non una “cosa” o una realtà “anatomica”: ovvero, è la totalità o l’insieme delle attività o dei processi che si svolgono nel cervello fisico, ma che non sono svolti dal cervello fisico.

    Dice appunto Steiner: “Se volete risalire all’attività che sta a base del pensiero, vedrete che dall’anima tale attività fa presa sul cervello e si esplica nel cervello. E se dall’anima elaborate una certa attività nel cervello, si produce in questo un rispecchiamento tale per cui si percepisce” un determinato pensiero. Questa è la chimica trascendentale di Paracelso come di tanti grandiosi INIZIATI di ogni tempo che attraverso il rito dell’ACQUA e del FUOCO hanno innalzato la loro COSCIENZA oltre l’ordinario, oltre L’IMMAGINARIO a quella COSCIENZA COSMICA che passa per ogni GEOMETRIA SACRA che ci mostra il DIVINO INTELLETTO (lo spirito, il padre,) ed il DIVINO AMORE (l’anima, la madre) che vanno in manifestazione entrambi attraverso IL FIGLIO che rappresenta

    RispondiElimina
  8. il QUATERNARIO di quella ricercata coincidente CONSAPEVOLE COMUNIONE che lo porterà alla Divina MAGNIFICENZA, all’IO SONO Uno con il TUTTO perché TUTTO E’ NEL TUTTO come sopra sotto.

    (1-> 2 1+2=3 -> 1+3 = 4 (l’uomo) 1+2+3+4=10 (uomo dio)

    Ecc…

    Spero Carissimo Paolo di aver dato in qualche modo una spiegazione che identifica quella realtà dove la scienza e le filosofie trovano coincidenza attraverso quel pensiero indagatore che ci porta a capire anche nell’immaginario congetture più grandi, che pian piano ci avvicinano alla vera NATURA UNITARIA che identifica il micro cosmo interiore come specchio riflesso ed immagine del macrocosmo, natura che l’essere ha deframmentato per meglio capirla, classificarla, identificarla e soprattutto RIUNIFICARLA in quel vero aspetto ANIMICO/SPIRITUALE che anima tutte le cose.

    Scusami Carissimo Paolo se spesso sono così prolisso, ma penso che spesso per la comprensione, per confrontarci con tanti cari amici e care amiche, ci vogliono tantissime parole per capire certe celate congetture. E di sicuro come capirai ho tralasciato quella NATURA DELLE CAUSE , dei generatori di forza energie dei chakra che interagiscono in ogni realtà senziente del pensiero.

    RispondiElimina
  9. Carissimo Paolo spesso il blog da qualche problema.. questo è il 4 post che segue l'ultima scritta: nell’essere morto dello specchio.

    L’OSSERVATORE CHE CONTEMPLA LA SUA STESSA INFORMATA CRISTALLIZZANTE DINAMICA REALTA’

    Fatto si è, però, che col “toglier via tutte le determinazioni”, si dovrebbe toglier via pure quella dell’io, poiché anche questa non è che una nera o radiosa rappresentazione.

    Fa notare infatti Steiner: “Il pensare è al di là di soggetto/oggetto. Esso forma questi due concetti come forma tutti gli altri (…) Non è che il soggetto pensi per il fatto di essere soggetto; bensì esso appare a se stesso come soggetto perché ha la facoltà di pensare” ).
    Il che vuol dire che anche l’io del quale si è abitualmente coscienti è un “pensato”, e non un “pensante”. Vero “pensante”, infatti, è il Soggetto (l’Io) dal quale scaturisce il pensare, e non il soggetto (l’io) scaturito dal pensare.

    Sulla realtà cognitiva o inconscia che intercorre tra la veglia ed il sonno che tu hai ben citato si potrebbe scrivere un trattato, ma nella sintesi Steiner fa per l’appunto osservare: “Supponiamo che la rappresentazione dell’io produca qualcosa al cui interno troviamo l’essere umano vero e proprio, qualcosa cioè in cui l’anima sia all’interno di quel sé. Supponiamo che ciò risulti dalla rappresentazione dell’io. Dovrebbe allora sorgere a ragione la domanda: cosa accade durante la notte, durante il sonno? L’uomo non è inserito nella rappresentazione dell’io, essa cessa completamente. Tutti i concetti, che a partire dalla rappresentazione dell’io ci facciamo sull’essere dentro l’io, valgono solo per la vita di veglia, poiché la rappresentazione dell’io cessa con l’addormentarsi. In quel momento essa finisce e al mattino compare di nuovo.

    RispondiElimina
  10. Carissimo Paolo questo è il 4 post effettivo da inserire dopo il terzo.
    L’OSSERVATORE CHE CONTEMPLA LA SUA STESSA INFORMATA CRISTALLIZZANTE DINAMICA REALTA’
    Fatto si è, però, che col “toglier via tutte le determinazioni”, si dovrebbe toglier via pure quella dell’io, poiché anche questa non è che una nera o radiosa rappresentazione.

    Fa notare infatti Steiner: “Il pensare è al di là di soggetto/oggetto. Esso forma questi due concetti come forma tutti gli altri (…) Non è che il soggetto pensi per il fatto di essere soggetto; bensì esso appare a se stesso come soggetto perché ha la facoltà di pensare” ). Il che vuol dire che anche l’io del quale si è abitualmente coscienti è un “pensato”, e non un “pensante”. Vero “pensante”, infatti, è il Soggetto (l’Io) dal quale scaturisce il pensare, e non il soggetto (l’io) scaturito dal pensare. Sulla realtà cognitiva o inconscia che intercorre tra la veglia ed il sonno che tu hai ben citato si potrebbe scrivere un trattato, ma nella sintesi Steiner fa per l’appunto osservare: “Supponiamo che la rappresentazione dell’io produca qualcosa al cui interno troviamo l’essere umano vero e proprio, qualcosa cioè in cui l’anima sia all’interno di quel sé. Supponiamo che ciò risulti dalla rappresentazione dell’io. Dovrebbe allora sorgere a ragione la domanda: cosa accade durante la notte, durante il sonno? L’uomo non è inserito nella rappresentazione dell’io, essa cessa completamente. Tutti i concetti, che a partire dalla rappresentazione dell’io ci facciamo sull’essere dentro l’io, valgono solo per la vita di veglia, poiché la rappresentazione dell’io cessa con l’addormentarsi. In quel momento essa finisce e al mattino compare di nuovo.

    RispondiElimina
  11. Raffaele, ricevuto il tuo "commento/saggio"
    e mi ci vorrà un po' di tempo per replicare...

    RispondiElimina
  12. weeeeeeeeeeee pao l'oi è una cosa che non si sa cosa è ahahahahaha

    RispondiElimina
  13. non è che per caso lo hau visto dalle tue parti il mio io?

    RispondiElimina
  14. Caro Raffaele, che lo studio del cervello e della mente sia un terreno minato non è una novità. C'è sempre la possibilità di lanciarci in disquisizioni spiritualmente e intellettualmente elevate, ma che poi conservano pochi legami con il mondo fisico. Perchè, volenti o nolenti, è da qui che dobbiamo partire e qui dobbiamo ritornare.
    Devo dire che fino ad oggi non ho letto Steiner, forse anche per saccenteria scientista. Il tema che dell'"io duraturo" e di quello "non duraturo" mi interessa, perchè possiede collegamenti con quel mondo fisico e misurabile che a me piace. Questa distinzione è legata anche alla mia circa la dualità, diciamo così, dei mondi, mondo reale e mondo immaginario, in cui un discriminante fondamentale è la decisione. Apprezzo e condivido le tue citazioni della triade Cartesio-Kant-Hegel.
    In ultimo, una considerazione sulla tripartizione di origine steineriana della coscienza. Come facilmente intuibile non mi convince a fondo una ripartizione così esclusivamente filosofica dello stato di coscienza, anche se non rigetto in toto l'ipotesi che siano possibili stati di coscienza non traducibili in parole.

    RispondiElimina
  15. E' da notare però che l'innesto dei campi di forze morfogenetici di sheldrakiana memoria non fa che confondere ulteriormente la questione, stante il fatto che non si sono potuti ancora individuare (ma anche il gravitone, si dirà, eppure non neghiamo la gravità). Io considero fondamentali, per stabilire uno stato di coscienza, l'apporto dei linguaggi per mezzo dei quali si realizza, e, una distinzione che faccio è tra i linguaggi motori-corporeo e quello verbale-simbolico. Pure, il secondo, che a noi parrebbe così completo, è insufficiente, spesso, a trasportare i nostri pensieri. Sono quei pensieri di cui parli tu? quelli, per dirla a modo tuo, che altro non sarebbero che il volto che si manifesta nello specchio dei nostri pensieri "reali"?
    Ti dico che su questo sono in parte in sintonia, nel senso di individuare e sperimentare su me stesso questa sensazione: cioè quella di sapere più di quello che è possibile trasmettere con le parole. Si noti, d'altra parte, che questa potrebbe essere inquadrabile come una fallacia del pensiero, un difetto, per così dire, insito nel suo modo di operare.
    Sono contento di questo tuo commento Raffaele, in cui dimostri grande cultura e profondità di pensiero. Sulla parte più esclusivamente esoterica, come noto, sono maggiormente frenato, ma non per questo non mi piace leggerne. Possono sempre trovarsi ottimi suggerimenti e poi, per avere nuovi pensieri, bisogna allargare l'orizzonte, altrimenti si finisce per sguazzare sempre nello stesso punto.

    RispondiElimina
  16. Carissimo Paolo, ti ringrazio con tutto il cuore per le tue assai sagge belle parole, perchè sono dettate da un amorevole sincero cuore di una mente che con scevra analisi vuol giustamente capire. Tu sai benissimo che anch'io, nell’essenza sono un tecnico, sono solo un perito elettronico, un informatico, e niente capivo di metafisica/teologia /filosofia/arte o scienza superiore,ma il mio sentiero era già stato tracciato prima di ridiscendere in questo mondo delle prove e delle riscoperte interiori. Quando scopri che la saggezza antica è soprattutto PURA SCIENZA cha si basa su una maggiore conoscenza che è sempre stata detta e tramandata con ermetiche celate parole (vibrazioni) allora entri, per naturale attrazione in quella sfera perché sai che prima o poi verrà analizzata e RISCOPERTA DA UN PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO.

    Anche Steiner essenzialmente era un tecnico (se leggi la sua biografia capirai)…

    Ciao Carissimo Saggio Paolo sei semplicemente SPECIALE

    Un Sentito Augurale Buon Fine Settimana al Tuo prezioso Cuore ed al Cuore dei Tuoi Immensi Amori.

    RispondiElimina
  17. Carissimo Paolo, ti ringrazio con tutto il cuore per le tue assai sagge belle parole, perchè sono dettate da un amorevole sincero cuore di una mente che con scevra analisi vuol giustamente capire. Tu sai benissimo che anch'io, nell’essenza sono un tecnico, sono solo un perito elettronico, un informatico, e niente capivo di metafisica/teologia /filosofia/arte o scienza superiore,ma il mio sentiero era già stato tracciato prima di ridiscendere in questo mondo delle prove e delle riscoperte interiori. Quando scopri che la saggezza antica è soprattutto PURA SCIENZA cha si basa su una maggiore conoscenza che è sempre stata detta e tramandata con ermetiche celate parole (vibrazioni) allora entri, per naturale attrazione in quella sfera perché sai che prima o poi verrà analizzata e RISCOPERTA DA UN PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO.

    Anche Steiner essenzialmente era un tecnico (se leggi la sua biografia capirai)…

    Ciao Carissimo Saggio Paolo sei semplicemente SPECIALE

    Un Sentito Augurale Buon Fine Settimana al Tuo prezioso Cuore ed al Cuore dei Tuoi Immensi Amori.

    RispondiElimina
  18. E' da notare però che l'innesto dei campi di forze morfogenetici di sheldrakiana memoria non fa che confondere ulteriormente la questione, stante il fatto che non si sono potuti ancora individuare (ma anche il gravitone, si dirà, eppure non neghiamo la gravità). Io considero fondamentali, per stabilire uno stato di coscienza, l'apporto dei linguaggi per mezzo dei quali si realizza, e, una distinzione che faccio è tra i linguaggi motori-corporeo e quello verbale-simbolico. Pure, il secondo, che a noi parrebbe così completo, è insufficiente, spesso, a trasportare i nostri pensieri. Sono quei pensieri di cui parli tu? quelli, per dirla a modo tuo, che altro non sarebbero che il volto che si manifesta nello specchio dei nostri pensieri "reali"?
    Ti dico che su questo sono in parte in sintonia, nel senso di individuare e sperimentare su me stesso questa sensazione: cioè quella di sapere più di quello che è possibile trasmettere con le parole. Si noti, d'altra parte, che questa potrebbe essere inquadrabile come una fallacia del pensiero, un difetto, per così dire, insito nel suo modo di operare.
    Sono contento di questo tuo commento Raffaele, in cui dimostri grande cultura e profondità di pensiero. Sulla parte più esclusivamente esoterica, come noto, sono maggiormente frenato, ma non per questo non mi piace leggerne. Possono sempre trovarsi ottimi suggerimenti e poi, per avere nuovi pensieri, bisogna allargare l'orizzonte, altrimenti si finisce per sguazzare sempre nello stesso punto.

    RispondiElimina

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...