Che la musica di Mozart avesse una serie di effetti positivi sulle mucche e sui neonati era una voce che circolava da tempo. Adesso ce n'è una nuova: anche le città diventano più sicure se si ascolta Mozart. Curioso esperimento tentato in Nuova Zelanda, nella cittadina di Christchurch. In seguito ad un'operazione di riqualificazione di un quartiere si è pensato di installare degli altoparlanti che diffondessero la musica di Mozart. E gli effetti non si sono fatti attendere. A quanto riporta Cristina Nadotti su Repubblica, i reati di microcriminalità sono passati da 77 a settimana dell'ottobre 2008 a 2 dell'ottobre di quest'anno.
Anche il consumo di alcol e droga si è ridotto: da 16 casi a settimana nel 2008 a nessuno.
Ne ha parlato spesso anche Emanuela Zerbinatti sul suo blog Arte e Salute (dal far aumentare di peso i neonati al curare l'epilessia). Pure i negozianti affermano di aver avuto meno "problemi", con i loro clienti. Ma qual è il meccanismo che si ipotizza per questi effetti?
Uno di questi meccanismi invocati per spiegare i risultati è l'effetto allontanamento. La musica classica e quella di Mozart in particolare, "pare avere il merito di tenere lontani i più giovani, le teste calde, i bighelloni" come dice Nadotti nell'articolo. Un altro è l'effetto presenza, del sentire il territorio come presidiato, controllato, non abbandonato a se stesso. E' un meccanismo plausibile e se così fosse, avrei in mente un altro posto dove poter installare altoparlanti e suonare Mozart, oltre che nelle nostre città. Indovinate dove?
Beh, c'è un po' l'imbarazzo della scelta...
RispondiEliminaInteressante l'ipotesi dell'allontanamento. Altri tipi di musica potrebbero avere l'effetto contrario quindi.
Mi chiedo comunque perché per questo tipo di studi si usi quasi sempre la musica di Mozart.
Provo ad elencare qualche possibile motivo:
1. È uno dei compositori più famosi anche tra i non frequentatori di musica classica/colta
2. La sua musica ha delle caratteristiche che la rendono unica nel suo essere armonicamente e formalmente abbstanza semplice ma nel contempo complessa. Immediatamente identificabile ma mai scontata.
3. Consuetudine basata sul fatto che gli studi precedenti hanno usato quella musica.
...
Punto 2 probabilmente, Flavio. Non punterei però all'aspetto meramente stilistico della musica mozartiana ma su qualcosa di più profondo, una sorta di ritmo interno. Anche perchè, lo spettro d'azione è alquanto diversificato. In linea generale sappiamo che la musica ha un effetto più o meno marcato nell'assecondare i nostri stati d'animo. Mi piacerebbe verificare se, in presenza di uno stato soggettivo non sbilanciato, questo genere di musica è in grado di influire così profondamente da modificare l'umore dominante.
RispondiEliminaSono totalmente d'accordo. La musica di Mozart va ben oltre l'aspetto puramente formale e stilistico. Infatti, a differenza delle partiture di molti altri compositori, risulta piuttosto difficile analizzare e smontare una partitura mozartiana.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la mia esperienza soggettiva posso dirti che la musica ha una discreta capacità di modificare il mio umore. Spesso però, oltre che la musica in sé, è anche ciò che quello specifico pezzo evoca a agire sull'umore.
Mozart era un rivoluzionario, ha rotto gli schemi con la musica precedente e "rischia" di piacere anche a chi in genere non ama la musica classica. C'è qualcosa di particolare nella musica di Mozart e sono d'accordo con Paolo: non è solo una questione di stile, c'è qualcosa di più interno. Che viene anche studiato e confermato scientificamente: non si tratta di abitudine a usare quell'Autore per questo tipo di studi. Tra tante scelte i risultati positivi migliori si ottengono sempre con Mozart
RispondiEliminaE' vero Manu. La cosa è degna di grande attenzione.
RispondiEliminaTomatis osservava: che dire dell'effetto Gershwin? dell'effetto Armstrong? dell'effetto Beatles? Ma l'effetto Mozart è straordinario.
RispondiEliminaTra le cose che ho letto ritengo molto plausibile ciò: la motivazione della straordinarietà di tale effetto è da attribuirsi alla condizione ambientale generale, davvero rara, nella quale Mozart è stato concepito. L'esistenza prenatale di Mozart è stata completamente avvolta dai suoni del violino di suo padre, 'kapellmeister' e questo, si ritiene, ha sicuramente influito sullo sviluppo neurologico del feto all'interno dell'utero...
(come 'sfondo musicale', sto ascoltando "String Quartet in F major, K.590 "Prussian": 1.Allegro Moderato" : fantastico)
Dio benedica Youtube (e chi posta video e audio). Così, per cercare di capire il genere d'atmosfera con la quale scrivevi ho cercato il brano, e l'ho trovato subito.Si, anche io penso che un "bagno" sonoro prenatale influisca sicuramente sullo sviluppo neurologico. Il cervello è come una dannatissima spugna: assorbe tutto.
RispondiEliminaResta da capire cosa differenzi Mozart dagli altri, e cosa ne faccia una musica straordinaria e diversa da tutte le altre.