Lobo Medio Temporale |
Oppure, è possibile controllare con la mente delle immagini sullo schermo di un computer? A leggere questo lavoro di Moran Cerf (Cerf et al. 2010) sembrerebbe di si.Lo studio è stato compiuto su soggetti che dovevano essere operati al cervello a causa di una epilessia resistente ai trattamenti farmacologici. Sono stati impiantati 64 piccoli elettrodi nel Lobo Medio Temporale. L'area, che include l'ippocampo, è sia responsabile di focai epilettici che sede dei cosiddetti "neuroni della nonna".
I neuroni della nonna o grandmother cell sarebbero dei neuroni che rispondono a un solo stimolo complesso, come appunto la nonna, o Marilyn Monroe e così via. La definizione appartiene a Jerry Lettvin che nel 1969 la usò in suo corso al celebre M.I.T.. Se vuoi saperne di più vai a Genealogy of the“Grandmother Cell”di Charles Gross (full article in pdf).
Lobo Temporale e Ippocampo |
A 12 di questi soggetti sono state mostrate delle fotografie su uno schermo e sono stati individuati i singoli neuroni che si attivavano quando i soggetti osservavano ciascuna fotografia. Alla fine sono state scelte 4 fotografie. L'esperimento vero e proprio cominciava ora. Due di queste immagini erano sovrapposte una con l'altra e ai soggetti veniva chiesto di pensare a una delle due immagini sovrapposte cercando di aumentarla a scapito dell'altro. Attraverso gli elettrodi veniva registrato l'aumento del potenziale dei neuroni coinvolti nel tentativo, che era riversato poi sull'immagine duplice nello schermo. Il risultato era, nel 65% dei casi circa, che la fotografia aumentata rimaneva l'unica visibile, mentre l'altra spariva. I soggetti hanno poi raccontato di aver usato diverse tecniche, dalla dissolvenza dell'immagine da cancellare al pensare intensamente a quella da aumentare, sta di fatto che per ognuno è stato fondamentale il feedback che gli inviava lo schermo, che cambiava mano a mano che i soggetti si concentravano sul compito.
Da qui il titolo dell'articolo On-line, voluntary control of human temporal lobe neurons, che sta a significare un controllo volontario sulla competizione di diverse immagini che cercano di emergere alla coscienza. Questo significa che possiamo controllare ciò che vogliamo far emergere alla coscienza? E, conseguenza di questo controllo, se riuscissimo a creare una mappa neurone-immagine, potremmo osservare su uno schermo quello che sogniamo? Presto per dirlo. Comunque questa interazione uomo-macchina potrebbe essere utile in futuro per parlare con pazienti bloccati, che non riescono a comunicare, o con chi è tetraplegico (tecnica già utilizzata) e così via.
Ecco il video che mostra i vari tentativi, sia quelli andati a buon fine che quelli no.
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