martedì 9 novembre 2010

Vieni via con me: Fazio,Saviano e Falcone

E' iniziata la trasmissione di Fazio e Saviano Vieni via con me. In questa prima puntata, Saviano parla  di Giovanni Falcone
Giovanni Falcone è, oggi, uno degli emblemi della lotta alla mafia, dell'abnegazione, dell'eroismo, della dedizione completa al proprio lavoro, dell'impegno in difesa della legalità e della giustizia portato alle estreme conseguenze. Ma non è sempre stato così. Prima, in vita, Falcone non era granchè amato o stimato, anzi. Pure da sinistra arrivavano critiche, di una sua "connivenza" con il potere, di aver agito solo per ambizione personale. Pure Sciascia si lasciò andare a critiche verso Falcone. Tutte critiche in buona fede, dice Saviano, ma critiche. 
"Ha fatto carriera senza seguire la solita trafila", "è un arrivista", c'era anche un corvo a scrivere lettere anonime ai giornali. Queste erano alcune delle affermazioni ricorrenti. Addirittura, nell'episodio del ritrovamento di una bomba prima che esplodesse, con la scusa che la mafia non fallisce, lo si accusò di aver architettato tutta la storia, per farsi pubblicità.
Pure una signora ebbe a lamentarsi, perchè quando passava Falcone con la sua scorta, tenevano le sirene accese, disturbandola.
Se ripenso alla vita che fece Falcone, al suo impegno contro la mafia e alle critiche che gli giungevano da tutti i fronti, non riesco a non vederlo come un eroe. Almeno per la eccezionale forza d'animo che lo sorresse, quando tutto e tutti, amici e nemici, gli sparavano contro.
Poi, una volta morto, una volta che si è avverato il copione, ecco che improvvisamente diventa l'eroe, il buono, il Don Chisciotte. E tutti a piangere, a fare a gara nel trovare l'elogio più azzeccato, le parole più coinvolgenti.
Anche Saviano corre questo pericolo. Gente bravissima che conosco afferma: si, ma lui comunque ci guadagna, dai libri che vende. Lui comunque fa le trasmissioni, è famoso...senza considerare che per questa sua opera di testimonianza rischia la vita. Lo stesso che dicevano di Falcone. Sembra quasi come se tutti questi anni fossero passati inutilmente. Si recita ancora lo stesso copione. Chi si impegna in un qualunque settore e finisce per emergere, qualunque sia il settore (cioè, anche se si tratta del benessere di tutti) finirà per attirarsi critiche e invidia. Si dirà: beh, questa è la vita, così sono fatti gli uomini.
No, dico io, non basta. Abbiamo vissuto la dittatura, i lager, gli eccidi. Li vogliamo rivivere di nuovo, solo perchè così sono fatti gli uomini? Le esperienze devono servire a qualche cosa, specialmente se hanno risvolti tragici. Non riusciamo a liberarci della diffidenza che coglie l'animale selvatico quando qualcuno prova a curarlo. Non riusciamo a distinguere quelli che vogliono farci del bene (e che magari hanno la faccia seria) da quelli che vogliono farci del male (e che magari hanno la faccia sorridente). 
Perchè?
Perchè  è così?
C'è sempre il rischio di sembrare retorici, a  farsi queste domande.
Ma c'è anche una preoccupante facilità a dimenticarsi di chi ha sacrificato la propria vita per il bene pubblico. E a corollario di questo, c'è spesso un'insensata incapacità di capire quando qualcuno vuole farti del bene.




2 commenti:

  1. Proprio intorno a queste considerazioni che condivido,c’è da rendersi conto,che non si è mai raggiunto un così alto livello di insensibilità politico e sociale.

    … una puntata straordinaria

    RispondiElimina

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