Con impronta idrica si intende la quantità d'acqua impiegata e inquinata per la produzione di un qualsiasi prodotto. Per esempio, il consumo d'acqua legato alla produzione di cibo, secondo Arjen Hoekstra (Slow Food aprile 2010) rappresenta l'85% del consumo globale d'acqua ed è utilizzato in agricoltura e nell'allevamento, il 10% nella produzione industriale e il rimanente 5% nel consumo domestico.
L'allevamento, in percentuale, richiede un apporto idrico superiore all'agricoltura, a causa del doppio utilizzo: foraggio e per dissetare gli animali.
L'impronta idrica è composta di tre parti:
- impronta blu
- impronta verde
- impronta grigia
Con impronta verde si intende l'acqua piovana conservata all'interno del terreno.
Con impronta grigia si intende la quantità di acqua necessaria per diluire un certo volume di acqua inquinata, così da riportarla all'interno di valori prefissati.
Alcune tabelle mostrano la quantità d'acqua necessaria alla produzione di alcuni beni alimentari. Come si osserva, gli alimenti di origine animale richiedono più acqua di quelli di origine vegetale.
fonte slow food aprile 2010 |
Chiaramente l'utilizzo d'acqua varia in base al processo produttivo e ad altre variabili. Un aspetto interessante è però l'influenza del tipo di dieta sul consumo d'acqua. Nel mondo occidentale, per esempio, a fronte di un consumo medio di 3400 kcal, il 30% di queste proviene da fonti animali. L'impatto di un tipo di dieta carnea rispetto a una prevalentemente vegetale è notevolmente diverso, come si vede da questa tabella.
fonte slow food aprile 2010 |
L'acqua è un bene prezioso, fondamentale per tutti gli organismi viventi. Produzione industriale e soprattutto agricola (allevamento+agricoltura) hanno un forte impatto sul consumo d'acqua riducendone la disponibilità. La modifica di certe tendenze distruttive sta nella nostre mani, o meglio, nelle nostre bocche.
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